Skip to main content

Ucraina, il generale agosto e la svolta della guerra. Il punto di D’Anna

Il presidente Zelensky annuncia: “La controffensiva sta accelerando” e il ministero della Difesa di Kiev specifica che l’Ucraina ha ora l’iniziativa militare sull’intera linea del fronte. Ma il conflitto presenta numerose sfaccettature. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Guerra e grano, mine e bombe a grappolo. Dai porti sul Mar nero alle trincee di Kerson e del Donbass, il conflitto si sviluppa su piani concentrici che coinvolgono anche gli equilibri interni del regime di Putin.

Secondo l’intelligence britannica, l’arresto a Mosca di Igor Girkin, l’ ex alto ufficiale dei servizi segreti russi diventato un popolarissimo influencer dei blogger nazionalisti, che più volte ha denunciato il fallimentare andamento dell’invasione in Ucraina, può acuire i già notevoli contrasti fra il Cremlino e gli ambienti del vertice delle forze armate. Stretto fra gli oltranzisti e i trattativisti, Putin si sta destreggiando alternando destituzioni di generali, arresti, processi e condanne. Una situazione al limite, che rischia di precipitare da un momento all’altro, in concomitanza con la sempre più debole capacità dell’armata russa di contenere la controffensiva ucraina. I bollettini di guerra sottolineano la massiccia utilizzazione da parte di Kyiv delle bombe a grappolo.

“Le stanno usando in modo appropriato ed efficace e stanno effettivamente avendo un impatto sulle capacità difensive russe”, ha detto ai giornalisti il ​​portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby. Le bombe a grappolo potrebbero rivelarsi risolutive per superare i campi minati disseminati in Ucraina dall’esercito di Mosca e che rallentano la controffensiva. “L’Ucraina é il paese più minato del mondo, molto più dell’Afghanistan e della Siria” scrive il Washington Post, che ha calcolato come per completare lo sminamento totale, impiegando continuativamente 500 squadre di genieri, ci vorrebbero circa 757 anni di interventi.

C’è allarme alle Nazioni Unite per il blocco delle esportazioni di grano e cereali ucraini e per i bombardamenti russi sui porti del Mar nero. Mosca é accusata dal Consiglio di sicurezza dell’Onu di “tenere in ostaggio l’umanità” ed alimentare la carestia bloccando le esportazioni di grano attraverso il Mar Nero, con l’obiettivo di vendere il proprio grano e i propri cereali e trarre profitto dall’aumento dei prezzi alimentari globali. Lo stop russo é stato definito dal Kenya “una pugnalata alle spalle” dei paesi del Corno d’Africa, già colpiti dalla siccità. Come per gas e petrolio, anche la guerra del grano potrebbe tuttavia rivelarsi un boomerang per Putin perché, oltre ad individuare altre vie d’esportazione delle granaglie ucraine, dagli Stati Uniti, all’Australia all’America latina si stanno intensificando semine, raccolti e la redistribuzione internazionale di frumento e cereali.

Dietro le quinte, l’evoluzione della guerra in Ucraina e la situazione a Mosca vengono costantemente monitorate dai governi occidentali. A Washington il Presidente Biden ha annunciato la nomina come componente del governo di William Burns, direttore della Cia, l’Agenzia di intelligence degli Stati Uniti. Fino al 2005 i direttori della Cia facevano istituzionalmente parte del gabinetto dell’Amministrazione, ruolo successivamente riservato al direttore centrale dell’intelligence nazionale. Una ulteriore assunzione di responsabilità governativa, ha affermato Biden che “riflette il ruolo fondamentale che la Cia svolge nel processo decisionale sulla sicurezza nazionale in questo momento critico”. Una decisione che lascia intravedere come ci si attendano ulteriori contraccolpi al Cremlino dopo la marcia su Mosca dei mercenari della Wagner.

Contraccolpi che secondo la tradizione russa vengono preannunciati dal cosiddetto generale agosto: dal golpe contro Gorbaciov al defenestramento autunnale di Nikita Krusciov, alla stessa rivoluzione d’ottobre.

Non a caso Burns ha ribadito che il groviglio delle situazioni in Russia “è molto complicato: Putin è un apostolo della vendetta, che pensa sia un piatto che va servito freddo”. Come dire che anche se fosse l’ultima cosa che dovesse fare, la vendetta del Presidente russo si abbatterà inesorabilmente su ‎Evgenij Prigožin, il padre padrone della Wagner.

I governi occidentali stanno intanto valutando di devolvere all’Ucraina i circa 300 miliardi di dollari di asset della banca centrale russa congelati negli istituti di credito a causa delle sanzioni. Soltanto Euroclear, la società belga di servizi finanziari specializzata nelle transazioni in titoli, nonché nella custodia e nel servizio delle attività di tali titoli, detiene sola quasi 225 miliardi di dollari di beni russi congelati.

Dipenderà dall’esito del conflitto e da come e quanto, sulla base del diritto internazionale, la Russia sarà chiamata a risarcire le enormi devastazioni e le distruzioni provocate in Ucraina.

Già oltre duemila anni addietro Aristotele sosteneva che “vincere una guerra non basta. È più importante organizzare la pace.


×

Iscriviti alla newsletter