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Tutti gli intrecci del vertice Onu a Roma

Da lunedì 24 luglio a Roma vertice sui sistemi alimentari: presenti Guterres e Meloni, con circa 2000 partecipanti provenienti da oltre 160 Paesi, tra cui più di 20 Capi di Stato e di governo

Cibo, geopolitica e relazioni rappresentano un trittico di interessi e intrecci che, a maggior ragione dopo le conseguenze anche alimentari della guerra in Ucraina (si veda la crisi del grano), non solo vanno di pari passo ma sono attenzionati da governi e alleati. I sistemi alimentari possono influenzare le democrazie compiute e quelle ancora acerbe, sono clava da agitare in talune aree maggiormente delicate e rappresentano, nei fatti, la nuova frontiera della geopolitica.

Roma ospiterà da lunedì 24 luglio il meeting dell’Onu sui sistemi alimentari alla presenza di Antonio Guterres e Giorgia Meloni e dinanzi a 2000 partecipanti provenienti da oltre 160 Paesi, tra cui più di 20 Capi di Stato e di gGoverno. Al panel di apertura anche il direttore generale della Fao, QU Dongyu, e diversi capi di governo, tra cui i primi ministri di Etiopia, Bangladesh, Samoa e Nepal.

Quadro

Più di 750 milioni di persone soffrono la fame nel mondo, 122 milioni in più dal 2019 a causa della pandemia e dei ripetuti shock e conflitti climatici: numeri a cui vanno sommate le conseguenze che, a breve, purtroppo ci saranno relativamente alla questione del grano, con il rischio che il mancato accordo impatti in maniera devastante su paesi già in avanzato stato di crisi come Libano, Libia, Tunisia, Egitto. Sul punto c’è da registrare il passo del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, secondo cui è utile proseguire nei colloqui programmati con il presidente russo Vladimir Putin al fine di immaginare il ripristino dell’accordo sul grano del Mar Nero: “La risoluzione dell’accordo sui cereali nel Mar Nero avrà una serie di conseguenze, che vanno dall’aumento dei prezzi alimentari globali alla scarsità in alcune regioni e, potenzialmente, a nuove ondate migratorie – ha detto di ritorno da un viaggio nei paesi del Golfo e a Cipro del Nord – Credo che discutendo a fondo la questione con il presidente Putin, possiamo garantire la continuazione di questo sforzo umanitario”.

Gli obiettivi del vertice

Creare uno spazio favorevole per rivedere i progressi sugli impegni all’azione assunti al primo vertice sui sistemi alimentari nel 2021 e identificare i successi, superare i colli di bottiglia e stabilire le priorità: questi gli obiettivi del vertici che andranno gioco forza connessi all’attualità, sempre più pregnante quando si discute di cibo, grano e società. Per questa ragione i paesi intervenuti avranno la possibilità di raccontare come intenderanno affrontare le nuove sfide che incombono per trasformare i loro sistemi agroalimentari. Non solo i conflitti ma anche i cambiamenti climatici, l’accesso ai finanziamenti e la grande partita delle risorse.

Scenari

Al di là degli scenari macroscopici su cu si concentrerà il meeting romano, appare di tutta evidenza che in cima alle preoccupazioni delle cancellerie europee (e non) vi è la questione del grano ucraino e delle conseguenze nel breve e medio periodo. È facilmente ipotizzabile che l’Africa sia il primo soggetto più rapidamente danneggiato, con la crisi che si rifletterebbe in alcune parti dell’Africa già in estrema sofferenza. Secondo il Segretario di Stato americano Antony Blinken ritirandosi dall’accordo la Russia si è resa colpevole di un “continuo armamento del cibo” che danneggerebbe milioni di persone vulnerabili in tutto il mondo. In Africa negli ultimi anni si sono verificati contemporaneamente una serie di eventi dannosi, come conflitti, cambiamenti climatici, shock economici e, naturalmente, l’impatto del covid prima e della guerra poi. Una tempesta perfetta che ha portato paesi dove, tra le altre cose, è forte l’influenza di soggetti esterni come Cina e Wagner, a soffrire ancora di più.

Lo ha ribadito anche il Fondo monetario internazionale che l’uscita della Russia peggiora le prospettive della sicurezza alimentare e rischia di aumentare l’inflazione alimentare globale, soprattutto per i Paesi a basso reddito.

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