Un tabloid di Pechino ha pubblicato un editoriale contro l’uscita di Roma dal memorandum. A firmarlo è un analista di cui però non esistono tracce online. Nome e cognome coincidono con lo pseudonimo di un gesuita nato nel XVII secolo. Una vicenda che ricorda il caso di un presunto biologo svizzero: intervistato spesso sul Covid-19, non era altro che un protagonista inventato di una campagna (fallita) di disinformazione
Secondo Eusebio Filopatro la presidente del Consiglio Giorgia Meloni “nuota in acque agitate sacrificando gli interessi nazionali a un supino iperatlantismo”.
Secondo Eusebio Filopatro ciò è dimostrato dal fatto che Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, “ha protestato minacciando il lancio di un nuovo partito”.
Secondo Eusebio Filipatro la stessa Meloni dovrebbe essere prudente sul de-risking dalla Cina e sui rapporti con gli Stati Uniti: mentre veniva ricevuta dal presidente statunitense Joe Biden, il New York Times “ha scritto un duro editoriale con il suo ritratto sfigurato”, “lei stessa, il suo governo, la sua coalizione sono profondamente antipatici all’’attuale amministrazione statunitense”.
Secondo Eusebio Filopatro dovrebbe fare visita in Cina, prima di decidere sul rinnovo del memorandum d’intesa sulla Via della Seta, dove troverà “una potenza che non proietta preferenze ideologiche e di politica interna sui partner”.
Ma chi è Eusebio Filopatro? Un “analista di politica estera per Italia e Unione europea” che ha affidato i suoi pensieri al Global Times, tabloid in lingua inglese della propaganda del Partito comunista cinese, molto impegnato a criticare l’intenzione italiana di non rinnovare il memorandum d’intesa sulla Via della Seta nel decennale del lancio da parte del leader Xi Jinping.
Ma cercando “Eusebio Filopatro” su Google gli unici risultati rimandano a Eusebio Filopatro, pseudonimo del gesuita Giuseppe Sanfelice, vissuto tra il XVII e il XVIII secolo. Tanto da far dubitare dell’esistenza di Eusebio Filopatro, analista di politica estera per Italia e Unione europea. Lo pseudonimo scelto – come la citazione di un articolo sulla politica estera italiana pubblicato nel 2001 da Filippo Andreatta, professore all’Università di Bologna e figlio dell’ex ministro Beniamino, esponente storica della Democrazia Cristiana – è forse indizio su chi si cela dietro lo pseudonimo apparso sul Global Times?
Non è la prima volta che emergono dubbi sugli esperti interpellati del Global Times. Due anni fa era emerso il caso di Wilson Edwards, biologo svizzero citato anche da altri media di Stato della Cina (compresa l’agenzia di stampa ufficiale Xinhua), dal Partito comunista cinese e dal governo di Pechino per le sue posizioni critiche nei confronti delle indagini degli Stati Uniti sull’origine del Covid-19 (crisi internazionale che la propaganda cinese ha tentato di sfruttare, anche in Italia).
L’ambasciata svizzera in Cina aveva diffuso una nota “alla ricerca di Wilson Edwards”: “Se esisti, vorremmo conoscerti! Ma è più probabile che si tratti di una notizia falsa e chiediamo alla stampa e ai netizen cinesi di rimuovere i post”.
Wilson Edwards si era poi rivelato non uno pseudonimo bensì il perno di una campagna cinese di disinformazione e propaganda. Alla fine del 2021, Meta aveva deciso di eliminare i contenuti relativi a Wilson Edwards evidenziando come gli obiettivi della campagna fossero le persone anglofone negli Stati Uniti e nel Regno Unito e quelle che parlano cinese a Taiwan, Hong Kong e Tibet.