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Nessun timore a destra di Meloni (per il momento). Parla Diamanti

Per il momento la rilevanza dell’opposizione “a destra” di Fratelli d’Italia è molto limitata. La luna di miele tra il partito “timone” del centrodestra e gli italiani non è ancora finita. Giorgia Meloni, con la linea moderata, mantiene il consenso. Ma nel medio termine… Conversazione con il fondatore di YouTrend

C’è movimento a destra. Il libro del generale Roberto Vannacci e le polemiche che ne sono scaturite per i contenuti hanno provocato reazioni piuttosto differenti tra loro nell’ambito della maggioranza e nel partito che ne costituisce il cardine: Fratelli d’Italia. Sono emerse, ora più che mai, sensibilità e posture diverse. All’apparenza quasi confliggenti, che fino a ora erano rimaste silenti. “Nascoste” probabilmente, dalla personalità di un premier – Giorgia Meloni – che riesce a farne sintesi. Senza mai eccedere. Al momento, tuttavia, a destra di Fratelli d’Italia non ci sono realtà strutturate e credibili che possano sperare di ottenere un risultato elettoralmente rilevante. Essenzialmente perché “la luna di miele tra Meloni e più in generale Fratelli d’Italia e l’elettorato non è ancora finita. Ma nel medio termine, bisognerà tener d’occhio anche certi movimenti a destra”. L’analisi è di Giovanni Diamanti,  saggista, politologo, tra i fondatori dell’agenzia di sondaggi YouTrend.

Diamanti, sta nascendo una forma di “opposizione” a destra di FdI?

Stare all’opposizione, soprattutto nel nostro Paese, paga in termini elettorali. Specie in un momento complesso nel quale, chi è all’opposizione, riesce a dar voce allo scontento e alla rabbia. Per cui, potrebbe esserci uno “spazio politico” per un’opposizione a destra di Fratelli d’Italia.

Secondo lei quale potrebbe essere il peso elettorale di questa destra-destra?

In questa fase molto basso. Penso che per lo più a destra di Fratelli d’Italia, al di là di alcune formazioni già note, possano convogliarsi i voti degli scontenti del Movimento 5 Stelle. Quella parte di elettorato che non si sente più rappresentato dal partito di Beppe Grillo. C’è anche, in questa esiguità di consenso, una ragione storica.

Cosa intende dire?

Storicamente, nel nostro Paese, tutti i movimenti che si sono formati a destra di Alleanza Nazionale non hanno mai avuto un successo rilevante. L’elettorato di destra in Italia non è particolarmente moderato ma non è neanche estremista.

C’è un dato inconfutabile, in tutto questo ragionamento, che va tenuto in considerazione: Fratelli d’Italia ha mantenuto il consenso, pur pagando lo scotto di essere al governo. Qual è la ricetta di questo successo politico?

Fratelli d’Italia è un partito che è stato in grado di crescere perché è riuscito a mantenere la propria base da un lato e ad allargarla dall’altro. È diventato il partito “timone” del centrodestra. C’è stato il “travaso” di voti dell’elettorato che ha sempre seguito – Forza Italia prima, la Lega poi e ora Fratelli d’Italia – il partito che traina la coalizione.

Non c’è anche un “fattore Meloni” a cui si può parzialmente imputare questo risultato?

Sicuramente. Il premier ha capito che è conveniente assumere una postura istituzionale, pur con un taglio di carattere conservatore. Sono convinto che a Meloni convenga mantenere la linea della moderazione, dell’istituzionalità.

Dunque, nulla da temere?

La luna di miele con gli italiani, ribadisco, in questo momento non è ancora finita. Ma, come tutte le cose, è destinata a terminare. E sarà in quel momento che i posizionamenti più “a destra” di Fratelli d’Italia, potrebbero ottenere qualche risultato.

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