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Esercitazioni glaciali. Cosa facevano le navi russe e cinesi al Polo Nord

Una manovra navale congiunta tra Russia e Cina nei pressi delle acque americane scatena l’allarme. Ma anziché guardare a Est, questo addestramento guarda a Nord. E simboleggia la coesione delle due potenze sulla questione artica

Nei giorni scorsi, un certo allarme è stato suscitato dalla presenza di una flotta composta da undici vascelli cinesi e russi che conduceva esercitazioni al largo delle isole Aleutine, arcipelago americano posto in prossimità dell’Alaska. Per rispondere alla minaccia rappresentata da questa flottiglia, gli Stati Uniti hanno inviato 4 cacciatorpediniere a pattugliare il tratto di mare territoriale antistante il luogo delle esercitazioni, con il supporto di un velivolo da pattugliamento marittimo P-8 “Poseidon”. Ovviamente, la compagine sino-russa è rimasta in acque internazionali, e l’escalation è rientrata quasi immediatamente.

Non è la prima volta che simili esercitazioni hanno luogo: nel settembre dell’anno scorso una flottiglia di 7 vascelli russi e cinesi, comprendente fregate e cacciatorpedinieri di punta delle due flotte, si era spinta in un’area non lontana da quella in questione per svolgere simili wargames.

Inoltre, l’esercitazione che ha causato tanto allarme a Washington è avvenuta a poche settimane di distanza da un’altra manovra d’addestramento che ha visto impegnate insieme le flotte di Pechino e Mosca.

Eppure, questa operazione ha toccato particolarmente le sensibilità statunitensi. “È una prima volta storica. Se si considera il contesto della guerra in Ucraina e le continue tensioni intorno all’isola di Taiwan, questa mossa è stata altamente provocatoria” commenta l’ex-capitano di Marina e attuale senior research fellow dell’Heritage Foundation Brent Sadler. A Sadler fanno eco i senatori repubblicani dell’Alaska Dan Sullivan e Lisa Murkowski, che in un comunicato hanno affermato: “Questa vicenda ci ricorda aspramente la vicinanza dell’Alaska alla Cina e alla Russia e il ruolo essenziale che il nostro Stato svolge nella difesa nazionale e nella sovranità territoriale”.

L’Alaska, e con essa le isole Aleutine, sono effettivamente un punto chiave nel sistema difensivo statunitense. L’arcipelago di isole vulcaniche rappresenta infatti sia una punta di lancia statunitense che dalla base militare di Dutch Harbor punta verso l’Oceano Pacifico, che una prima possibile testa di ponte per chiunque volesse avvicinarsi al territorio americano. Non a caso, questo territorio è stato oggetto di aspri combattimenti durante la seconda guerra mondiale tra le truppe del Sol Levante e quelle del corpo dei Marines.

Tuttavia, oggi il significato geopolitico di questo territorio è ancora più importante. L’Alaska rappresenta infatti una torre di guardia sullo stretto di Bering, porta d’accesso a quella regione artica pregna di risorse economiche e di valore strategico. E tra tutte le porte d’accesso, sicuramente quella più vicina alle coste della Repubblica Popolare.

È indubbio che il legame tra Mosca e Pechino sia sempre più stretto in seguito all’evoluzione del contesto internazionale avvenuta negli ultimi anni. Soprattutto per quel che riguarda l’Artico, considerano che la cooperazione tra Russia e Cina riguardo a questo specifico argomento risale a tempi non sospetti, quando i due paesi iniziarono a progettare di costruire assieme una “Via della Seta Polare”. Risulta quindi naturale vedere un aumento delle attività che vedono coinvolte le forze militari di entrambi i paesi nei pressi delle aree di accesso al Polo Nord, e specialmente quella che vi si affaccia dall’Oceano Pacifico, altro specchio d’acqua che sta assumendo crescente importanza nella competizione geopolitica contemporanea, portandovi l’attenzione non solo dei paesi litoranei ma anche delle potenze europee.

Il crescere della potenza della Flotta dell’Esercito Popolare di Liberazione, e la crescita dell’interesse di Mosca nei confronti della sua costa orientale, è facile presumere che esercitazioni come queste diverranno la normalità nel corso dei mesi e degli anni a venire.


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