Lo scatto che accompagna il percorso verso la Presidenza italiana del G7 va inquadrato nella convinzione del premier di rafforzare la partnership con Global South, ovvero quell’area di Paesi, alleanze e influenze che è fuori dall’orbita di Cina e Russia. Loperfido (FdI): “Anche la scomparsa di Prigozhin può aprire scenari nuovi nello stesso continente africano, che la democrazia occidentale deve affrontare da protagonista, per evitare che le sirene sinorusse risultino più invitanti”
India, Brasile, Africa e Golfo. Da qui parte il percorso di avvicinamento dell’Italia al G7, di cui ha la presidenza, e che si coagula attorno alla convinzione che il cosiddetto Global South, composto da quei Paesi Brics lontani da Russia e Cina, è materia sensibile, determinante per i futuri assetti e rappresenta il fronte politico di azione per il governo italiano di Giorgia Meloni. Il premier ne è consapevole da tempo, come dimostrano le relazioni instaurate in questi primi dieci mesi di governo.
Global South
Il prossimo 1 gennaio i nuovi candidati saranno formalmente ammessi come membri: si tratta di Arabia Saudita, Iran, Etiopia, Egitto, Argentina ed Emirati Arabi Uniti. Da un lato vi è la polarizzazione geopolitica che porta Pechino e Mosca a cercare nuovi membri per il fronte Brics. Dall’altro, emerge la parallela capacità dei player occidentali di aumentare la relazione tra i Paesi del Global South e l’Unione Europea in chiave geopolitica. L’appuntamento italiano del G7 può segnare uno snodo significativo nel posizionamento complessivo, accanto al ragionamento che su vari livelli si sta facendo riguardo alla gestione del sud globale.
Nel frattempo da Johannesburg, dove i delegati delle principali economie emergenti del mondo hanno ragionato di sviluppo e future alleanze, emerge la possibilità che il vertice Brics segni una sorta di spartiacque politico, ponendo le basi per un rimodellamento della governance globale dal momento che il fronte sud rappresenta l’85% della popolazione mondiale.
Qui Africa
Uno dei soggetti più attivi in questa fase è il primo ministro etiope Abiy Ahmed che ha definito “un grande momento” la possibile adesione ai Brics; il suo Paese desidera cooperare per “un ordine globale inclusivo e prospero”. L’Africa, dunque, si pone come nuova frontiera geopolitica di quel fronte sud costantemente invocato da Giorgia Meloni: il premier lo ha fatto sia nelle assise internazionali, come il vertice Nato di Vilnius o il Consiglio Ue, sia in occasione della sua visita alla Casa Bianca, sia dalle tribune di eventi analitici come i Med Dialogues. Tutti momenti accomunati dalla convinzione meloniana che la guerra in Ucraina ha portato a uno “choc geopolitico” che non ha investito solo il fronte Est dell’Europa ma anche il fronte Sud, quello che tocca il Mediterraneo e l’area del Sahel. Si tratta non a caso di un’area dove le penetrazioni esterne di Cna e Wagner risultano determinanti, come hanno dimostrato i fatti in Sudan e Niger.
Qui Golfo
Il presidente degli Emirati Arabi Uniti Mohammed bin Zayed, il cui Paese è già membro della Nuova Banca per lo Sviluppo (Ndb), ha affermato di apprezzare l’inclusione come nuovo membro Brics. Ma prima delle ufficialità di rito, appare evidente che il portato economico, di relazioni e di influenze del suo paese è già di fatto dentro le dinamiche occidentali/italiane. La missione di Giorgia Meloni negli Eau dello scorso marzo ha rappresentato un’ottima occasione per il rilancio del partenariato strategico italo-emiratino. In quella circostanza ad Abu Dhabi vennero gettate le basi per la progettualità del G7, a conferma dell’interesse italiano a cementare le relazioni con gli Emirati Arabi Uniti, con il loro peso specifico globale e farlo all’interno della cornice rappresentata dal fattore Global South rappresenta la conferma progettuale dell’iniziativa.
In precedenza nel Paese erano si erano recati in visita il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida in occasione dell’inaugurazione del padiglione italiano al Gulfood Expo; il ministro della Difesa Guido Crosetto ricevuto dal Ceo di Tawazun Economic Council; il sottosegretario agli Affari Esteri Giorgio Silli per la 13esima assemblea annuale di Irena; il Capo di Stato Maggiore della Marina Enrico Credendino; il Capo di Stato Maggiore della Difesa Giuseppe Cavo Dragone; il Segretario Generale della Farnesina Ettore Sequi.
Qui Chigi
“Mi congratulo con il Primo Ministro Modi per un successo storico nell’esplorazione spaziale – ha scritto su twitter Giorgia Meloni – Il riuscito allunaggio di Chandrayaan 3 al Polo Sud della luna è la realizzazione di un grande impegno scientifico, industriale ed organizzativo, ma anche del sogno di una comunità nazionale e della volontà umana di andare sempre oltre. Sono certa che gli sforzi dell’India di avanzare verso nuove frontiere nella conoscenza umana favoriranno la collaborazione bilaterale con le istituzioni italiane che hanno straordinarie competenze scientifiche e sono lieta di poter incontrare nuovamente il Primo Ministro Modi quando tornerò tra poche settimane a Nuova Delhi in occasione del Vertice del G20”.
Italia e India rappresentano nella visione meloniana due penisole altamente strategiche, l’una nell’Oceano Indiano e l’altra nel Mar Mediterraneo. L’intenzione del governo di stringere alleanze con l’India riflette pragmaticamente l’importanza data dal peso specifico indiano, dal suo Pil, dalla sua proiezione economica e da tutto ciò che di positivo può comportare per le imprese italiane. Passaggio questo curato particolarmente in occasione del viaggio del presidente del Consiglio dello scorso marzo.
Verso il G7
“La fase preparatoria del G7 è degna di un atleta che vuole farsi trovare preparato alla finale delle Olimpiadi, preparazione in ogni dettaglio, alla Tamberi a partire dall’individuazione del luogo, ove si svolgerà: Puglia terra dei Messapi, dove per secoli si sono intrattenuti e sviluppati rapporti commerciali e migratori tra le due sponde dell’Adriatico e con l’Oriente. – dice a Formiche.net Emanuele Loperfido, parlamentare friulano di FdI e componente della Commissione Esteri – Il posizionamento geografico corrisponde al posizionamento geopolitico di un’Italia centrale tra i Paesi occidentali e quel fronte, riassumibile nella sigla dei Brics, di Paesi che devono sentire vicino il fronte della democrazia liberale rappresentato dai membri G7. Questo per uno sviluppo non solo economico ma anche come fonte di stabilità internazionale, i cui equilibri e la cui precarietà sono sempre a rischio, come dimostrano Ucraina, Balcani e Medio Oriente, Sahel”.
E aggiunge: “Anche la scomparsa di Prigozhin può aprire scenari nuovi nello stesso continente africano, che la democrazia occidentale deve affrontare da protagonista, per evitare che le sirene sinorusse risultino più invitanti. Ecco perchè Giorgia Meloni, con le relazioni internazionali che sta costantemente intessendo, avendo ottenuto ormai il riconoscimento di una statista di livello internazionale, può assumere il ruolo di Presidente di un G7 che vorrà porsi come obiettivo il dialogo con i Paesi Brics, per una maggior attrattività della diplomazia occidentale”.
@FDepalo