Skip to main content

Perché il summit sull’Ia a “casa Turing” riguarda anche l’Italia

A novembre si terrà la conferenza sull’intelligenza artificiale voluta dal governo britannico con i leader occidentali e dei Paesi like-minded. Incognita sulla presenza cinese. Il ruolo dell’Italia come presidente del G7 l’anno prossimo sarà cruciale

Il governo britannico sta pensando a Bletchley Park per ospitare a novembre il summit sull’intelligenza artificiale annunciato in occasione dell’incontro tra il primo ministro Rishi Sunak e il presidente statunitense Joe Biden alla Casa Bianca.

Bletchley Park si trova a metà strada fra Oxford e Cambridge, due università fondamentali nei piani del governo di Londra per il settore tecnologico. Ma è anche dove la squadra di crittoanalisti guidata da Alan Turing lavorò per violare i cifrari tedeschi creati dalla macchina Enigma durante la Seconda guerra mondiale. Un luogo, oggi aperto al pubblico, che è anche un simbolo, visto che il summit è stato voluto per affrontare le sfide globale alle democrazie come l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in guerra e la cyber security.

L’incontro, con cui Londra punta a diventare hub globale dell’intelligenza artificiale, riunirà “i Paesi più importanti, così come le principali aziende tecnologiche e i ricercatori, per promuovere un’azione internazionale mirata e rapida e per sviluppare le barriere normative di cui abbiamo bisogno per uno sviluppo sicuro e responsabile dell’intelligenza artificiale”, ha dichiarato un portavoce del governo britannico al Financial Times. Secondo Bloomberg, dovrebbero essere invitati all’evento, sostenuto dal presidente statunitense Biden, tutti i leader del G7 e quelli di alcuni Paesi like-minded, oltre ai manager della grandi aziende del settore: Sam Altman di OpenAI, Satya Nadella di Microsoft, Dario Amodei di Anthropic e Demis Hassabis di DeepMind.

Il Regno Unito vorrebbe invitare anche la Cina, una delle principali potenze nel campo dell’intelligenza artificiale, ma teme che i partecipanti non riescano a trovare un terreno comune sulla regolamentazione, hanno dichiarato due fonti al Financial Times. Per questo motivo il governo britannico starebbe valutando la possibilità di scegliere un altro forum per la discussione.

Al momento, i governi occidentali sono indecisi sul da farsi in merito all’intelligenza artificiale. L’amministrazione di Biden ha chiesto alle aziende di garantire che la tecnologia non porti a danni, ma per ora gli impegni sono volontari mentre il Congresso degli Stati Uniti sta studiando la materia prima di presentare qualsiasi legge. L’Unione europea si appresta a diventare a regolamentare l’intelligenza artificiale, probabilmente già entro fine anno anche se è improbabile che il provvedimento entrino in vigore prima di un paio d’anni. Il governo britannico non ha ancora formalizzato le sue proposte di “guardrail” in norme o leggi. La Cina si sta muovendo cercando di bilanciare il controllo statale sulla tecnologia e lo sviluppo delle aziende.

L’incontro di Bletchley Park servirà come luogo di confronto. Si parte, almeno per l’Occidente, dal lavoro fatto in seno al G7. Al summit di maggio a Hiroshima, in Giappone, i leader dei Sette hanno discusso per la prima volta di intelligenza artificiale dando vita al cosiddetto “Hiroshima AI Process”, pensato per armonizzare le norme sull’intelligenza artificiale e garantire un approccio coordinato alla governance del settore. Il Giappone presenterà un rapporto ai ministri del Digitale durante la riunione di settembre, che dovrebbe prevedere una bozza di codice di condotta che copra le responsabilità aziendali, i meccanismi di divulgazione e la gestione dei contenuti, oltre a distinguere tra i diversi ruoli dell’intelligenza artificiale (sviluppo, fornitura, utilizzo). Prima che il documento finale venga presentato ai leader del G7 entro fine anno, il Giappone ha in agenda consultazioni con Paesi non membri del G7, il mondo accademico e l’industria in occasione dell’Internet Governance Forum Kyoto 2023 che si terrà a ottobre.

Inevitabilmente, la questione riguarda anche l’Italia, che prenderà a inizio 2024 il testimone della presidenza del G7 dal Giappone e che ha recentemente rafforzato i legami con il Regno Unito, anche nel settore scientifico.

A fine maggio è stato presentato a Pisa il programma di scambio breve tra ricercatori britannici e italiani “2023 UK-IT Trustworthy A.I. – Short Stay Exchange Programme for Researchers”. Il piano è finanziato dal Foreign, Commonwealth and Development Office britannico e da Fair (Future AI Research) Italia mentre il programma è gestito in collaborazione con The Alan Turing Institute. Si tratta, come evidenziato su Formiche.net, del primo progetto di collaborazione scientifica scaturito dall’Accordo di cooperazione bilaterale siglato tra Italia e Regno Unito lo scorso 27 aprile a Londra in occasione dell’incontro tra Sunak e Giorgia Meloni, presidente del Consiglio. “Le nostre eccellenze scientifiche insieme” possono “dare un decisivo contributo ad affrontare con successo alcune delle sfide più interessanti e complesse poste dai recenti sviluppi tecnologici in questo campo”, ha dichiarato Ed Llewellyn, ambasciatore britannico in Italia, a margine dell’evento di Pisa.


×

Iscriviti alla newsletter