Secondo il docente del Dipartimento di Ingegneria Industriale, Elettronica e Meccanica, i rischi sulla salute umana non rappresentano più un problema grazie alle ricerche di questi anni. Il momento di cambiare è adesso, per cogliere le opportunità offerte dal 5G e successivamente dal 6G. Ma le paure sembrano difficili da scardinare
Dopo aver ascoltato l’opinione del professor Antonio Capone del Politecnico di Milano, che ci ha spiegato i motivi per cui il governo italiano dovrebbe convincersi ad aumentare i limiti elettromagnetici portandoli vicini alle medie europee, anche il professor Alessandro Toscano – Professore Ordinario di Campi Elettromagnetici presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale, Elettronica e Meccanica, Università Roma Tre, membro del Consiglio Direttivo del CIRIAF, “Centro Interuniversitario di Ricerca sull’Inquinamento e sull’Ambiente-Mauro Felli” – possa abbracciare l’innovazione e sfruttare le nuove tecnologie. Si tratta dell’unico modo “per essere protagonista”, abbandonando le reticenze e fidandosi della scienza come tanti altri Stati hanno già deciso di fare.
Professore, un’altra proroga. L’ennesima. Però non tutto è perduto.
In realtà, il governo sta mettendo mano alla materia a partire dalle conoscenze scientifiche ormai consolidate, essendo anche noto che i limiti in Italia sono oggettivamente molto restrittivi. Voglio ricordare, a riguardo, che imporre a suo tempo limiti così restrittivi ebbe un suo senso.
Quale?
Bisogna partire dalla fisica del problema e ricordare qual era la tecnologia costruttiva delle stazioni radio base e dei terminali mobili di una trentina di anni fa. I telefonini allora erano molto inquinanti, vale a dire reirradiavano, all’interno del corpo dell’utilizzatore, livelli molto alti del campo elettromagnetico ricevuto. Per salvaguardare la salute delle persone era pertanto necessario garantire che giungesse sul telefonino un campo elettromagnetico di intensità la più piccola possibile. Oggigiorno, la tecnologia ha fatto passi da giganti; l’interazione del campo elettromagnetico con il corpo degli utilizzatori e i conseguenti rischi per la salute umana sono decisamente più bassi. È giunto il momento di poter mettere mano alla normativa e garantire la disponibilità per tutti dei numerosissimi servizi innovativi che il 5G e il 6G offriranno nel prossimo futuro.
A chi conviene l’innalzamento dei limiti di riferimento?
È opportuno ricordare che l’introduzione del 6G avrà un impatto estremamente significativo sulla vita delle persone. Sicuramente un innalzamento dei limiti, nella consapevolezza che ci si muove in un intorno di valori che sono di assoluta e certificata sicurezza, conviene a tutti: al cittadino, perché avrà a disposizione molti più servizi e di qualità migliore; alla politica, perché potrà adottare politiche avanzate di digitalizzazione e messa in trasparenza dei processi amministrativi; all’Italia come sistema paese perché avrà l’opportunità di tornare ad essere protagonista mondiale nello sviluppo di tecnologie e servizi innovativi legati alle Telecomunicazioni.
Può spiegare meglio quali sono i rischi per la nostra salute?
I telefoni cellulari e le stazioni radio-base emettono radiazioni elettromagnetiche, principalmente nella forma di campi elettromagnetici a radiofrequenza (RF). Per comprendere gli effetti potenziali delle radiazioni elettromagnetiche sulla salute umana è necessario valutare quanto un dispositivo emetta radiazioni e come queste radiazioni interagiscano con il corpo umano, vale a dire comprendere quanto della radiazione elettromagnetica prodotta venga assorbita dai tessuti corporei esposti alla radiazione. L’obiettivo principale della dosimetria – la scienza che propriamente si riferisce alla misurazione e alla valutazione delle esposizioni umane alle radiazioni elettromagnetiche (REM) prodotte da dispositivi elettronici, come i telefoni cellulari – è garantire che gli utenti siano esposti a livelli di radiazioni elettromagnetiche che rispettino i limiti di sicurezza stabiliti dalle normative e dagli organismi regolatori in base al principo “ALARA”. Il principio ALARA, acronimo di “As Low As Reasonably Achievable” (Tanto Basso Quanto Ragionevolmente Possibile) garantisce che l’esposizione umana alle radiazioni sia mantenuta al di sotto dei limiti di dose raccomandati, contribuendo a proteggere la salute umana e l’ambiente, senza compromettere la qualità delle attività o la sicurezza. Gli standard di sicurezza includono una “margine di sicurezza” per assicurare che l’esposizione sia ben al di sotto di livelli che potrebbero essere dannosi.
Come li riusciamo a valutare?
In dosimetria, il valore quantitativo di riferimento è il SAR, “Specific Absorption Rate” o, in italiano, il “Tasso di assorbimento specifico”. Non è, perciò, un caso se tra i parametri che caratterizzano un telefono cellulare troviamo anche il SAR. Più è basso il valore del SAR meglio è. Mi domando a riguardo: chi sceglie un modello di telefono cellulare in base al suo SAR? Credo pochissimi, se non proprio nessuno. Questo mi porta a dire che è quanto mai opportuno e necessario avviare una capillare campagna di informazione, formazione e consapevolezza su questi temi.
Che tradotto nel gergo comune significa…?
Consentire dei gradi di libertà più ampi non significa alzare i limiti di riferimento indistintamente, ma settorialmente, quando serve e nella consapevolezza che più tempo passa, meno la tecnologia sarà inquinante e impattante sulla salute delle persone. I siti dove saranno collocate le stazioni radio base andranno monitorati con attenzione e i valori di campo elettromagnetico misurati dovrebbero essere resi pubblici su un apposito sito internet. Ma il vantaggio di sbloccare molti servizi e portare in Italia la ricerca mondiale su questi temi è un valore politico molto importante, sebbene ci voglia tempo per superare le resistenze al cambiamento.
Concludiamo sempre parlando dei limiti, quelli in vigore in Italia. Perché non riusciamo a compiere questo passo?
Se non sbaglio, il Presidente della Repubblica ha solo eccepito sull’utilizzo del decreto-legge e non ha bloccato l’iter. Ha chiesto solo un processo decisionale più ponderato. Gli agenti fisici possono avere effetti immediati e ritardati, a seconda della natura dell’agente fisico e del tipo di esposizione. Ad esempio, l’esposizione a fonti di calore eccessive può causare scottature e ustioni termiche. Gli effetti immediati possono includere eritema, vesciche e danni tissutali. L’esposizione prolungata a radiazioni non ionizzanti, come i campi elettromagnetici a radiofrequenza (quelli dei telefoni cellulari) non provoca effetti immediati. Le leggi che governano i campi elettromagnetici sono poi complicate da comprendere. Questi due fattori, effetti ritardati e complessità del fenomeno fisico, portano a una certa preoccupazione sociale sul tema dell’innalzamento dei limiti di riferimento del campo elettromagnetico, facilmente cavalcabile politicamente. Abbiamo però più trent’anni di evidenze scientifiche e sperimentali che ci hanno portato a conoscere molto bene i meccanismi di interazione della radiazione elettromagnetica con il tessuto biologico. Ormai i limiti dei valori di campo elettromagnetico sono consolidati a livello mondiale e funzionali. Siamo, inoltre, in un contesto in cui l’evoluzione tecnologica aiuta: le automobili di oggi inquinano molto meno di quelle di ieri e quelle di domani inquineranno ancora meno di quelle di oggi; lo stesso vale per le telecomunicazioni cellulari. Paradossalmente, incrementare i limiti oggi significherà abbassarli prima, domani.