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Pnrr, sussidiarietà chiave per il terzo settore. Scrive Menorello

Il portavoce del network “Sui tetti”, Domenico Menorello, dopo l’incontro con il ministro Fitto: “Meno centralismo e più partecipazione per una ristrutturazione del metodo con cui perseguire i pregevoli obiettivi del Pnrr, che vanno declinati con molta maggior convinzione secondo il principio di sussidiarietà orizzontale”

È la sussidiarietà la chiave per una efficace applicazione del Pnrr. Solo coinvolgendo i corpi intermedi si avranno risultati duraturi e velocità di attuazione per uno strumento strategico per l’intero Paese. Vi è, perciò, la necessità di una ristrutturazione del metodo con cui perseguire i pregevoli obiettivi del piano, che vanno declinati con molta maggior convinzione secondo il principio di sussidiarietà orizzontale, uscendo dal cono d’ambra di un vetusto e inefficace centralismo in cui la prospettiva di “ripresa e resilienza” è stata ingiustamente imbrigliata dai Governi che hanno avviato tale eccezionale strumento.

Questa la convinzione che il network ‘Sui tetti’ ha rappresentato al Ministro Raffaele Fitto, che nel pomeriggio del 31 luglio scorso ha ascoltato l’“S.O.S.” di tante associazioni, affinché nel Pnrr si abbandoni l’egemonia dell’ “apparato” statale per ricercare molta più partecipazione della società: urge, infatti, più sussidiarietà per coinvolgere davvero il mondo imprenditoriale e del terzo settore nei progetti strategici per la ‘ripresa e la resilienza’, così da impiantare percorsi virtuosi di crescita e benessere, con una sensibile maggior dose di efficacia e tempismo.

Sulla scorta del documentato monito lanciato sin da novembre 2022 da Maurizio Sacconi e Alberto Mingardi con il prezioso testo “Stato essenziale Società vitale – Appunti sussidiari per l’Italia che verrà” (Edizioni Studium), l’Agenda ‘Sui tetti’ ha indicato fra i propri obiettivi la necessità di una ristrutturazione in senso sussidiario del metodo con cui perseguire i pregevoli obiettivi del Pnrr.

In realtà, non si chiede nulla di più che di non dimenticare -come sembra aver fatto l’originario impianto del Pnrr- che la necessità di riconoscere la valenza pubblica delle opere sociali, esito della presenza dei corpi intermedi, è introdotta dagli stessi artt. 2, 3, 41, 118 ultimo comma Costituzione, che fondano la priorità che deve essere assegnata al principio di sussidiarietà orizzontale, per questo (solo) nominalmente richiamato dal par. 3.8 dello stesso Pnrr.

Al ministro Fitto, perciò, sotto il profilo metodologico abbiamo innanzitutto chiesto di avviare un “bilancio sussidiario”, che periodicamente monitori con trasparenza e ad ampio spettro tutte le ricadute sul corpo vivo della società italiana del Pnrr. Inoltre, abbiamo indicato alcune precise proposte di merito elaborate dallo staff di competenze operante all’interno del network sui temi della “ripresa e resilienza”, coordinato da Benedetto delle Site. Abbiamo, in particolare, chiesto di puntare sulla co-programmazione e sulla co- progettazione, mettendo l’accento sul partenariato pubblico-privato in ogni progetto finanziato dal Pnrr che, grazie all’apporto degli ulteriori investimenti derivanti dall’iniziativa privata del promotore, potrebbe avere un ‘effetto leva’ moltiplicatore delle risorse, come accade virtuosamente, ad esempio, in Grecia.

In secondo luogo, è stata sottolineata l’interessante possibilità di introdurre la sussidiarietà fiscale per accelerare il piano, attraverso “sconti” e “crediti fiscali”, così sostenendo la domanda di investimenti privati in beni strumentali e la trasformazione digitale delle imprese.

Inoltre, grande attenzione va riservata al settore scolastico, con l’obiettivo di coinvolgere, come già annunciato dal Governo, anche le istituzioni scolastiche paritarie nell’attuazione della Missione 4.

Infine, è stato con forza evidenziato come molte azioni delle “missioni” del piano risultino descritte in ingiusta assenza di ogni coinvolgimento di soggetti sociali. In tal senso, ad esempio, va rapidamente superata l’ingiustificata esclusione nel comparto sanità delle opere sanitarie “classificate” e “convenzionate” di soggetti profit e no profit. Ad ulteriore esempio, di un possibile e auspicato cambio di passo, è stato evidenziato come appaia necessario utilizzare con lungimiranza la storica occasione della misura M6C1, ove si prevede di collocare nelle “case di comunità” i consultori familiari, che, se rifondati in un rapporto strutturale con l’associazionismo presente nel Paese, potranno finalmente attuare quelle politiche a favore della vita che sono previste dall’art. 2 della legge. 194/78, ma che sono rimaste inattuate per oltre quarant’anni.

Nel corso dell’intenso e proficuo colloquio del 31 luglio, il Ministro Fitto ha condiviso con le associazioni la necessità che la rimodulazione del Pnrr maturi anche al fine di ottenere nuovi spazi sussidiari per i corpi intermedi, perché soprattutto simili spazi permetteranno di raggiungere più rapidamente e con un minor impegno di spesa obiettivi importanti del Piano. Per questa ragione, lo stesso Ministro ci ha proposto ulteriori momenti di confronto e di dialogo, così da ampliare e intensificare la collaborazione fra decisori e rappresentanze sociali nella costruzione di modelli innovativi di attuazione del Pnrr.

Si tratta di un’apertura che potenzia ed allarga l’impegno di tante associazioni per concorrere assieme e fattivamente al bene comune del Paese. È un invito, perciò, che, volentieri, non lasceremo cadere.

@DiteloSuiTetti

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