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Il report dell’intelligence è un monito all’industria spaziale americana

Le agenzie di intelligence statunitensi lanciano l’allarme sulla debolezza del settore spaziale americano alle intrusioni di agenti stranieri. Cibernetiche, ma anche economiche. E forniscono alcuni suggerimenti per evitare incidenti

Le aziende spaziali statunitensi sono sempre più spesso bersaglio di cyber-attacchi da parte delle intelligence di Paesi esteri. A lanciare l’allarme è un report di due pagine, sottoscritto dal Federal Bureau of Investigation (Fbi), dal National Counterintelligence and Security Center (Ncsc) e dall’Air Force Office of Special Investigations (Afosi), che sottolinea la vulnerabilità dell’industria americana che si occupa di Spazio, un settore sempre più importante per l’economia mondiale (la crescita globale prevista si attesta intorno ai 1.000 miliardi di dollari entro sette anni, con gli Stati Uniti e la Cina in testa agli investimenti nel settore). Importanza che quindi può facilmente attirare l’interesse dei servizi segreti di tutto il mondo.

“Le entità di intelligence straniere riconoscono l’importanza dell’industria spaziale commerciale per l’economia e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, compresa la crescente dipendenza delle infrastrutture critiche dalle risorse spaziali. Esse vedono l’innovazione e le risorse spaziali statunitensi come potenziali minacce, ma anche come preziose opportunità per acquisire tecnologie e competenze vitali” si legge nel prospetto pubblicato. L’acquisizione di informazioni critiche non avviene però soltanto attraverso intrusioni informatiche, ma anche tramite i cosiddetti “investimenti strategici” (come, ad esempio, joint ventures o acquisizioni), lo studio della supply chain e altre tecniche che permettono di estrapolare dati rilevanti riguardo all’industria spaziale made in Usa.

Già nell’aprile di quest’anno la Cyberspace Solarium Commission (Csc), ex-agenzia intergovernativa divenuta no-profit, ha suggerito alla Casa Bianca di includere ufficialmente il settore spaziale tra quelli delle infrastrutture critiche, e di adottare misure sufficienti per proteggere i satelliti e altri sistemi spaziali dai cyberattacchi. La Csc denota un aumento della pericolosità tanto della Cina quanto della Russia (in particolare dopo l’attacco a ViaSat avvenuto nei primi giorni del conflitto ucraino), le quali con i loro test per le capacità anti-satellitari hanno mostrato pubblicamente come potrebbero attaccare con successo i satelliti americani. Ma anche hacker collegati ad altri governi si sono mostrati interessati a ottenere informazioni dai satelliti, interrompendo le comunicazioni satellitari statunitensi e “degradando la capacità degli Stati Uniti di fornire servizi critici durante le emergenze”. Secondo le agenzie autrici del report, anche questi altri Paesi (non meglio specificati) sono al lavoro per identificare le vulnerabilità e “prendere di mira le infrastrutture spaziali commerciali statunitensi durante i conflitti”.

Oltre ai segnali di allarme, nel report sono presenti alcune indicazioni fornite dalle agenzie per ridurre i rischi: si legge infatti che chi lavora sulla tecnologia spaziale dovrebbe diffidare di conferenze, joint ventures, inviti a viaggi in Paesi stranieri e investimenti sospetti, e si esorta chiunque ritenga di essere stato preso di mira a contattare l’Fbi. Le agenzie autrici del documento Suggeriscono anche alle aziende di iniziare a tenere traccia degli “incidenti particolari” o di creare programmi contro le minacce interne, oltre a una serie di altre misure di protezione della cybersicurezza.

Nell’ultimo periodo sono stati riportati svariati attacchi informatici e ransomware che hanno preso di mira l’industria spaziale, tra cui un attacco ransomware di marzo al fornitore di SpaceX, Maximum Industries, che non è mai stato riconosciuto pubblicamente. Oltre ai satelliti, gli hacker hanno attaccato anche diversi osservatori spaziali negli Stati Uniti e in Cile, prendendo di mira i ricercatori che utilizzano potenti telescopi.

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