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Alluminio e riciclo degli imballaggi, l’Italia sul tetto Ue. I numeri di Cial

I dati di Cial, il Consorzio del sistema Conai, fotografano una situazione in cui l’Italia è al top europeo in termini di riciclo di imballaggi in alluminio. Il 73,6% dell’immesso al consumo viene avviato a riciclo (60 mila 200 tonnellate), un traguardo che ha già consentito di superare con largo margine gli obiettivi comunitari fissati per il 2025 (50%) e il 2030 (60%)

L’Italia è al primo posto in Europa per il riciclo degli imballaggi in alluminio. Lo dicono i dati presentati nei giorni scorsi da Cial, il Consorzio del sistema Conai che ricicla gli imballaggi in alluminio, in una conferenza su  “Riciclo alluminio: Italia leader in Europa. Rischi e opportunità nei nuovi scenari economici e normativi”. I numeri, dunque. Il 73,6% dell’immesso al consumo viene avviato a riciclo (60 mila 200 tonnellate), un traguardo che ha già consentito di superare con largo margine gli obiettivi comunitari fissati per il 2025 (50%) e il 2030 (60%).  Tanto per capire l’efficienza del sistema italiano, il riciclo delle sole lattine per bevande supera il 91% di quelle immesse al consumo, di gran lunga più alto del tasso medio di riciclo europeo del 73%.

“L’alluminio è il material sharing per eccellenza – ha detto Giusi Carmineo, direttore generale Cial –  Qualsiasi prodotto, al termine del suo ciclo di vita, ha di fronte due strade: o viene dismesso oppure viene recuperato e riciclato. L’alluminio, impiegato per realizzare milioni di prodotti, è riciclabile al 100% e all’infinito. E’ infatti in grado di conservare in eterno le sue proprietà strutturali. Basti pensare che oltre il 75% dell’alluminio da sempre prodotto è tutt’ora in circolo”.

Il nostro Paese è un esempio particolarmente virtuoso per quanto riguarda l’economia circolare: il 100% della produzione di alluminio proviene dal riciclo. Questo grazie alla fattiva collaborazione tra tutti gli attori coinvolti nella filiera, dalle imprese alla pubblica amministrazione fino ai cittadini: tutti concorrono al raggiungimento dei traguardi verso moderni modelli di produzione, consumo e riciclo. La produzione di alluminio da riciclo permette un risparmio energetico di circa il 95% ed evita emissioni di gas serra pari a 423 mila tonnellate di Co2.

La produzione di alluminio ha registrato nel 2022 una crescita significativa a livello globale, arrivando a toccare i 70 milioni di tonnellate. Il fatturato complessivo in Italia supera i 40 miliardi di euro con grandi prospettive di crescita. Tutto questo con ripercussioni positive in termini di economia circolare e decarbonizzazione dei processi industriali proprio per le capacità di questo materiale di essere flessibile e riciclabile all’infinito, non a caso definito il “metallo del futuro”.

Anche se l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia ha colpito sei aziende su dieci, il comparto industriale del settore è ancora in buona salute. Il vantaggio competitivo della filiera dell’alluminio nel nostro Paese risiede soprattutto “nella leader tecnologica delle attività di tutte quelle piccole e medie imprese che rendono florido e robusto il settore, potendo vantare su un  know-how consolidato negli anni  e che costituisce un segmento che per l’Italia vale oltre il 70% del fatturato della filiera e oltre il 90% della forza lavoro”.

“Entro il 2030 la domanda globale di alluminio aumenterà di quasi il 40% passando dalle attuali 86 milioni di tonnellate a quasi 120 milioni. – lo ha detto Duccio Bianchi, esperto in gestione dei rifiuti e pianificazione ambientale presentando il dossier “Miniere Urbane”. “Tale crescita sarà in buona parte trainata dalla transizione ecologica. Nel settore automobilistico e più in generale nei trasporti, l’ormai inarrestabile processo di elettrificazione comporterà un crescente impiego di componenti in alluminio. Così pure lo sviluppo del fotovoltaico, i cui pannelli sono costituiti per l’88% da alluminio”.

È comunque auspicabile, anche per motivi ambientali, un incremento globale di alluminio da riciclo  proprio per le caratteristiche di questo materiale. Il nostro Paese è il primo produttore europeo di alluminio riciclato, sia per quantità di produzione che per rottame impiegato. Nel 2021 la produzione nazionale di alluminio secondario ha raggiunto i massimi storici raggiungendo 954 mila tonnellate. A conti fatti, lo studio evidenzia che, a fronte di una potenziale presenza di circa 167 mila tonnellate nei rifiuti urbani, vi è una perdita di alluminio di circa 65 mila tonnellate non riciclate o recuperate, poco meno del 40% del totale.

È soprattutto sul versante “rifiuti ingombranti” che esistono maggiori spazi di miglioramento. “Basti pensare che dalla gestione dei rifiuti ingombranti, cui affluiscono circa 60 mila tonnellate di alluminio, oggi si recuperano meno di mille 500 tonnellate di alluminio, a causa dell’assenza (o della impropria gestione) dei dispositivi di cattura dei metalli non ferrosi”.

Altro dato importante, secondo Roberta Niboli, past president di Assiral, l’associazione italiana raffinatori alluminio, è il contributo dell’industria dell’alluminio alla decarbonizzazione L’alluminio da riciclo, infatti, richiede il 95% di energia in meno rispetto a quello primario da bauxite. E in Italia si producono 717 mila tonnellate di alluminio da raffinazione (contro le 473 mila della Germania e le 300 mila della Spagna).

Il settore dei trasporti (70%) è il principale destinatario delle leghe di alluminio, seguito dalla meccanica (12%), dall’elettromeccanica (8%) e dall’edilizia(7,5%). “Con le ulteriori esigenze di alleggerimento, lo stimolo verso l’elettrificazione e l’aumento dei veicoli più grandi e di fascia alta, il contenuto di alluminio nei veicoli aumenterà nei prossimi anni. Così come aumenterà in tanti altri settori. È dunque evidente che il rottame di alluminio rappresenti una fondamentale banca energetica. Occorre limitarne l’esportazione proprio per evitare la perdita di una materia prima che può essere facilmente recuperata e riutilizzata per creare alluminio con un dispendio di energia molto inferiore rispetto alla produzione ex-novo”.

Alla base dell’attività e dei risultati del Consorzio vi è il principio che la normativa europea definisce come “responsabilità condivisa” tra imprese, amministrazioni e cittadini. Principio che si concretizza nell’Accordo quadro Anci- Conai, lo strumento con il quale i Comuni e i produttori e utilizzatori di imballaggi si assumono le proprie responsabilità e i propri impegni nella gestione dei rifiuti di imballaggio.

Nella raccolta differenziata dell’alluminio, oltre alle più note lattine per bevande, vanno conferite anche vaschette e scatolette per il cibo, bombolette spray, tubetti per creme, conserve e prodotti sanitari e cosmetici, i fogli e i rotoli da cucina, tappi e capsule. Una raccolta selettiva e di qualità favorisce un riciclo efficiente. Per questo tutti siamo chiamati a fare la nostra parte per contribuire ad una vera transizione verso l’economia circolare.

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