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La Cina spia e attacca i porti. L’allarme Usa

Report della Sicurezza interna: “Lo sviluppo delle capacità logistiche marittime di Pechino e l’uso di tecnologie logistiche commerciali cinesi aumentano il rischio di spionaggio e di potenziali disagi”

“Lo sviluppo delle capacità logistiche marittime di Pechino e l’uso di tecnologie logistiche commerciali cinesi aumentano il rischio di spionaggio e di potenziali disagi nelle operazioni portuali” negli Stati Uniti. È quanto si legge nel documento “Homeland Threat Assessment 2024” redatto all’Ufficio intelligence e analisi del dipartimento per la Sicurezza interna.

Il rapporto copre diverse minacce alla sicurezza pubblica: terrorismo, droghe (compreso il fentanyl, che rappresenta una vera e propria crisi nazionale ma anche globale), disinformazione, interferenze elettorali (il 2024 è l’anno delle presidenziali), repressione transnazionale, immigrazione, attività come spionaggio contro le infrastrutture critiche e il settore produttivo per causare disagi o per preparare successivi attacchi fisici e informatici. E cita diverse origini delle minacce: in particolare, Russia, Cina e Iran.

Quanto ai porti, la minaccia cinese si muove in particolare sulle gambe delle aziende controllate da Pechino, come Cosco, colosso della logistica ritenuto parte integrante della cosiddetta fusione civile-militare. A marzo un’inchiesta del Wall Street Journal aveva rivelato che i funzionari statunitensi sono sempre più preoccupati del fatto che queste gru per container da nave a terra – prodotte dalla multinazionale statale cinese Zpmc, di proprietà del colosso China Communications Construction Company, contractor di numerosi progetti della Via della Seta – possano fornire a Pechino uno strumento di spionaggio nascosto alla luce del sole. Come raccontato da Formiche.net, queste gru sono presenti anche in alcuni porti italiani assieme a Logink, piattaforma di raccolta dati nelle mani del Partito comunista cinese.

Secondo Isaac B. Kardon, senior fellow dell’Asia Program presso il Carnegie, “le gru Zpmc sono così diffuse che sono praticamente le uniche che si possono installare. Ed essendo smart, si suppone che raccolgano informazioni e che le integrino e le mettano a disposizione in modo centralizzato”, aveva spiegato l’esperto a Formiche.net. “Non ci sono dubbi sulle implicazioni per la sicurezza nazionale, ma è difficile dire quanto sia grave questa minaccia. Ritengo che, data la portata, sia piuttosto significativa: si stima che coprono il 70-80% del mercato globale”, aveva aggiunto. “È per questo che non le considererei individualmente come sensori di intelligence di alto livello. È un’affermazione esagerata. Servono principalmente per il carico e lo scarico delle navi. Ma si collegano digitalmente con i container. E tutto questo ha vantaggi commerciali, ma anche un valore di intelligence”.

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