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Così Mosca supera i vecchi limiti del missile Kinzhal. Le sue conseguenze sul campo

kinzhal

Secondo fonti russe, per la prima volta un missile ipersonico Kinzhal sarebbe stato lanciato con successo da un cacciabombardiere Sukhoi Su-34. I significati di questo avvenimento sono molteplici, e alcuni riguardano direttamente il futuro delle operazioni in Ucraina

L’agenzia di stampa russa Tass ha riportato che durante le operazioni in Ucraina un cacciabombardiere Sukhoi Su-34 è riuscito a lanciare con successo un missile ipersonico Х-47М2 Kinzhal. Una notizia che indica un possibile spostamento tattico in seno alle forze aeree russe, con delle conseguenze operative sul teatro ucraino.

Il “Pugnale” (questa è la traduzione italiana del lemma russo “Kinzhal”, anche se il nome in codice scelto dalla Nato per il missile è S-24 Killjoy) è uno dei sistemi d’arma ad essere entrati più di recente nell’arsenale moscovita. Anche se le forze armate russe lo definiscono come ipersonico, capace quindi di raggiungere una velocità di Mach-10 e di seguire una traiettoria di volo discontinua che ne renda molto più difficile l’intercettazione da parte dei sistemi di difesa nemici, gli analisti occidentali hanno espresso i loro dubbi sul fatto che il missile possa aver questa capacità. L’esperto di affari militari David Hambling ha riferito a Newsweek come “Tutti gli indizi indichino che il Kinzhal sia semplicemente un missile balistico air-launched con una limitata capacità di correzione di rotta, piuttosto che un’arma realmente ipersonica”. E i numerosi abbattimenti di Kinzhal riportati dalle forze armate ucraine sin dalla metà del maggio 2023 comproverebbero questa tesi.

Tuttavia, questo missile pseudo-balistico rappresenta comunque una minaccia più importante rispetto ad altri tipi di vettori di cui dispongono gli apparati militari di Mosca. E, anche se si presume che solo un numero limitato di questi sia attualmente disponibile nei depositi bellici russi, un loro impiego simultaneo potrebbe risultare difficile da contrastare da parte delle difese anti-aeree ucraine, che potrebbero così essere neutralizzate prima di procedere ad ulteriori attacchi con missili meno sofisticati.

Fino ad ora, questo scenario era considerato di difficile realizzazione a causa della mancanza di piattaforme sufficienti: infatti sin dal 2021 (anno del suo primo utilizzo operativo in scenario di combattimento, all’interno del teatro siriano) il Kinzhal era stato montato solamente su vecchi caccia MiG-31K risalenti al periodo sovietico. La riuscita nell’impiego di questo sistema sui Su-34 non si limiterebbe soltanto ad aumentare la platea di possibili vettori dei missili pseudo-ipersonici: essendo un cacciabombardiere, il Su-34 è “fisiologicamente più adatto” a svolgere missioni di attacco al suolo. Inoltre, l’impiego dei Su-34 per svolgere questo tipo di missione permetterebbe di impiegare i MiG nuovamente disponibili in operazioni di intercettazione e di mantenimento della superiorità aerea. Una dinamica da non sottovalutare, soprattutto considerando come all’orizzonte si stia stagliando uno scenario di “assedio” per la Crimea, dove l’Ucraina potrebbe utilizzare in modo estensivo sistemi missilistici per neutralizzare posizioni critiche all’interno della penisola. E la neutralizzazione di questi attacchi potrebbe rivelarsi cruciale per l’andamento delle operazioni.


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