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La diligenza è vuota e il rischio della demagogia aumenta. Il corsivo di Cangini

I prossimi mesi si prospettano difficili. I partiti di maggioranza a giugno si presenteranno nudi davanti alle Europee. Aumenterà la conflittualità all’interno della coalizione, si moltiplicheranno i motivi di polemica nei confronti delle istituzioni europee, calerà di conseguenza la credibilità internazionale che il governo si è guadagnato nel suo primo anno di vita. Uno scenario delicato…

La Germania è in recessione, il Pil europeo arranca e quello italiano arranca più degli altri. Le previsioni della Commissione europea diffuse ieri non inducono all’ottimismo e seguono l’indiscrezione diffusa dall’agenzia Bloomberg secondo cui l’Italia chiuderebbe l’anno con un disavanzo tra entrate e uscite del 5%. Mezzo punto più del previsto.

Già il Documento di economia e finanza (Def) licenziato lo scorso aprile dava la misura di un vorrei ma non posso del governo; c’è da credere che la Nota di aggiornamento al Def che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti licenzierà il 27 settembre sarà ancora più esplicita. Del resto, durante il Consiglio dei ministri della scorsa settimana Giorgia Meloni è stata chiara: “Ci aspettano tempi difficili”. Era (anche) un modo per scoraggiare l’antica pratica dell’assalto dei partiti alla diligenza del governo in occasione del passaggio parlamentare della legge di bilancio. La diligenza passerà, ma passerà a razzo ed è vuota.

Ciò significa che i partiti della maggioranza a giugno si presenteranno nudi davanti agli elettori delle Europee. Non potranno intestarsi spese consistenti in chiave clientelare, ma solo una lista di buone intenzioni a partire dalla delega fiscale. Ne conseguirà, prevedibilmente, un surplus di demagogia. Non potendo, infatti, esibire risultati concreti, i singoli leader agiteranno questioni identitarie, etiche e di principio (che tanto non costano nulla). Aumenterà la conflittualità all’interno della coalizione, si moltiplicheranno i motivi di polemica nei confronti delle istituzioni europee, calerà di conseguenza la credibilità internazionale che il governo si è guadagnato nel suo primo anno di vita. Uno scenario delicato, che dovrebbe indurre i leader della maggioranza a dosare con sapienza e senso della misura il rapporto tra politica e demagogia.


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