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Fedifrago e defenestrato. Sul ministro Qin cala l’ascia morale di Xi

Il mistero della scomparsa dell’ex ministro degli Esteri di Pechino trova risposta nelle sue “dissolutezze morali”. L’ennesimo colpo della scure di Xi, che di recente si è abbattuta anche sui militari, volto a rafforzare il controllo del segretario sul Paese

Nel pieno dell’estate di quest’anno il ministro degli Esteri cinese Qin Gang è scomparso d’improvviso dalle scene, venendo rimpiazzato dopo poche settimane dal suo predecessore Wang Yi. In quel momento, il governo cinese aveva giustificato tanto la sparizione dalle scene quanto la rimozione di Qin con dei fantomatici “problemi di salute”. Ma la realtà, come sospettato da molti, era ben diversa.

Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, alcuni esponenti di alto rango della struttura governativa cinese (governatori provinciali e ministri) sarebbero stati informati già in agosto dei risultati delle indagini portate avanti dal Partito, indagini che avrebbero portato alla rimozione di Qin a causa di “questioni legate allo stile di vita”. Nello specifico, il politico cinese avrebbe intrattenuto una relazione extra-coniugale durante la sua permanenza a Washington, in qualità di ambasciatore della Repubblica Popolare presso gli Stati Uniti dal luglio del 2021 al gennaio del 2023, relazione da cui sarebbe anche nato un figlio illegittimo. Né il nome della donna né quello del bambino sarebbero stati condivisi con i funzionari cinesi.

Le indagini sarebbero ancora in corso, con la piena cooperazione da parte dell’indagato, al fine di valutare appieno se e come le sue azioni abbiano danneggiato la sicurezza nazionale di Pechino. La rimozione di Qin, considerato almeno fino a pochi mesi fa come uno dei fedelissimi di Xi Jinping, si colloca all’interno dello sforzo del governo di eliminare qualsiasi fonte di debolezza per la Repubblica Popolare, all’interno dell’intensificarsi dello scontro con gli Stati Uniti ed i loro alleati. E la relazione sentimentale intrapresa da Qin Gang con un individuo di origine straniera è stata classificata proprio come tale.

Nel sistema cinese, i comportamenti sessuali “non legittimi” sono spesso utilizzati come mezzo per screditare i funzionari decaduti considerati sleali nei confronti della leadership del partito. Nel caso di Qin la scoperta durante le indagini avrebbe causato la sua caduta, poiché la presenza di un figlio statunitense poteva potenzialmente compromettere la sua capacità di rappresentare gli interessi della Cina nei rapporti con gli americani. Negli ultimi anni il Partito ha rafforzato i controlli sui funzionari di alto livello dell’establishment cinese con connessioni finanziarie o personali con il sistema statunitense; ad essere soggetti a questo giro di vite sono stati in particolare i vertici militari e quelli diplomatici.

Non a caso, poche settimane dopo la misteriosa scomparsa di Qin, verso la fine di agosto anche il ministro della Difesa Li Shangfu è sparito improvvisamente dalla sfera pubblica. Mentre all’inizio del mese i parimenti scomparsi vertici delle Forze Missilistiche sono stati ufficialmente rimpiazzati. Episodi di una più ampia “purga” dei vertici militari che sembra però nascondere una qualche forma di malumore nelle forze armate, in base ad alcuni indizi disponibili.

Alla base di un simile giro di vite interno alla dirigenza cinese vi è il timore di eventuali sanzioni occidentali nei confronti dei beni d’oltreoceano, esattamente quello che è stato realizzato ai danni degli esponenti dell’establishment di Mosca all’indomani dell’invasione dell’Ucraina: una situazione così potrebbe essere sfruttata dai nemici di Pechino per far leva sugli interessi “privati” della propria leadership, a danno della sicurezza nazionale cinese.

Ma vi è anche una questione interna. Una delle battaglie combattute da Xi sin dalla sua ascesa al potere è quella contro il decadimento morale della leadership cinese, responsabile di una perdita di fiducia nei suoi confronti da parte della popolazione della Repubblica. Portare avanti questa lotta è doppiamente benefico per la presa sul potere del Segretario del Partito: da un lato gli garantisce infatti un maggior controllo sugli individui più potenti, che potrebbero rappresentare una minaccia alla sua egemonia, e in generale su ogni singolo membro del partito; dall’altra, così facendo non fa altro che incrementare il sostegno popolare nei confronti della sua figura.

“Voi, o mangiate e bevete fino a morire, o morite tra le lenzuola”, avrebbe detto lo stesso Xi durante un incontro con alti funzionari all’inizio del suo mandato.


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