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Fronte sud, Bri e Africa. Cosa porta a casa Giorgia Meloni dopo il G20

Non era scontato, sul fronte cinese, che Roma riuscisse ad armonizzare indirizzi e modalità di azione: Meloni ci è riuscita nel momento in cui ha messo nero su bianco che si può essere partner commerciali senza per questo essere legati a doppia mandata, come era accaduto in occasione della sigla del memorandum Bri. In questo senso vanno lette le parole del premier, quando spiega che la Via della Seta non è l’unico elemento nelle relazioni tra Roma e Pechino

Uscire dalla Via della Seta senza compromettere gli ordinari rapporti commerciali con la Cina. Sottrarre argomenti a chi lavora sul racconto di un occidente diviso dal resto del mondo. Investire risorse e mezzi per le esigenze del fronte sud, nella consapevolezza che proprio l’Africa sarà uno dei perni del prossimo G7 a guida italiana. C’è molta densità nel bilancio che il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha fatto al termine del G20 in India, a dimostrazione di una varietà di temi, tutti centrali nel dibattito da coniugare con due esigenze: dare sostanza ai negoziati del vertice appena terminato, al fine di tenere l’Ucraina come elemento centrale e quanto più possibile condiviso; programmare un percorso che, di qui alla prossima primavera, conduca i grandi del mondo a trovare connessioni su energia, ambiente, geopolitica da far confluire nel prossimo G7.

Verso il G7

La dichiarazione conclusiva dei leader del G20 “è una dichiarazione di compromesso ma io la considero comunque molto importante nell’attuale contesto – ha spiegato il premier – chi ha seguito le negoziazioni sa che è stato un lavoro lungo e difficile”. L’Italia si è sforzata di inserire una dichiarazione che avesse un riferimento preciso e specifico all’Ucraina, non era un risultato scontato. Ma la riuscita di questo G20 è particolarmente utile per l’Italia che il prossimo anno ospiterà il G7, con sullo sfondo le altre sessioni del G20 che saranno condotte da due Paesi Brics, come il Brasile e il Sudafrica.

La centralità dell’Africa nel G20 si proietta, gioco forza, sul G7 del 2024, accanto al tema dell’intelligenza artificiale. “L’Africa, anche grazie al ruolo italiano, è stata centrale in questo vertice. Lo consideriamo anche un nostro successo – ha detto la presidente del Consiglio – questo racconta una crescente attenzione dell’Ue nei confronti del continente africano, non è stato così in passato. E anche questo è un elemento che va considerato per il lavoro svolto dell’Italia nell’ultimo anno”.

Bri

Non era scontato, sul fronte cinese, che Roma riuscisse ad armonizzare indirizzi e modalità di azione: Meloni ci è riuscita nel momento in cui ha messo nero su bianco che si può essere partner commerciali senza per questo essere legati a doppia mandata, come era accaduto in occasione della sigla del memorandum Bri. In questo senso vanno lette le parole del premier, quando spiega che la Via della Seta non è l’unico elemento nelle relazioni tra Roma e Pechino e una uscita dell’Italia dall’accordo non comprometterebbe i rapporti tra i due Paesi. Tesi che ha ribadito al premier cinese Li Qing a margine del G20, proprio al fine di evidenziare che tanto l’Italia quanto la Cina sono consapevoli dell’importanza di mantenere e rafforzare le relazioni.

“Nella maggior parte dei casi in politica internazionale il pragmatismo ha la meglio, confido che anche stavolta andrà così, il tema è come continuare a garantire un partenariato vantaggioso per entrambi”. Meloni ha ricordato che molti Paesi non hanno mai aderito al progetto Nuova via della Seta ma hanno comunque sempre avuto ottimi rapporti con la Cina. L’obiettivo, dunque, è come garantire, indipendentemente dalle scelte sulla Bri, un partenariato vantaggioso per entrambi. Anche per questa ragione il premier è stato invitato al Belt and Road Forum di metà ottobre che si terrà in Cina.

Indo Pacifico

Infine l’area maggiormente attenzionata dall’Occidente in chiave futura, quel corridoio India-Medio Oriente-Europa che, secondo il premier, “libererà enorme potenziale per il nostro commercio e per le nostre imprese”, nel solco di un “significativo protagonismo italiano nella rete di connessioni energetiche, fisiche e digitali su cui lavoriamo”.

Ma non è tutto, perché il nesso ideale presente a questo G20 si ritrova alla voce nuove sfide, tra cui spicca quella dei biocarburanti. Secondo il premier italiano oltre ai lavori della sessione plenaria ci sono state una serie di iniziative a margine “che considero molto importanti” come il lancio dell’alleanza globale sui biocarburanti insieme a Stati Uniti, India, Brasile, Emirati Arabi, Argentina, Bangladesh. “È una battaglia che conduciamo anche in seno all’Unione europea ed è una di quelle sfide che tendono a mettere insieme da una parte la transizione verde e dall’altra i nostri interessi nazionali. L’Italia, particolarmente con Eni, in tema di biocarburanti è assolutamente all’avanguardia e quindi per noi è molto importante il fatto di poter contare oggi su grandi nazioni che con noi condividono questa sfida”.


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