Non ci sono formule magiche per prevenire ed evitare la grave incertezza che potrebbe pesare sul Paese già nei prossimi mesi. Sarebbe fondamentale trovare una ricucitura con l’Europa, la Francia, la Germania. Bisognerebbe mettere la sordina alla questione dei migranti. In mancanza di soluzioni rotonde essa diventerà sempre di più esplosiva e controversa per il governo. L’analisi di Francesco Sisci
L’Italia è uno spazio geografico schiacciato tra l’Europa l’Africa e l’Asia, quindi se è abile e riesce a sfruttare a proprio vantaggio questa posizione estrae vantaggi da ogni parte. Se viceversa non lo fa, e ha rapporti difficili con i vicini a nord o sud, viene schiacciata tra l’incudine e il martello.
Questo è ciò che sembra stia accadendo al Paese con la recente questione dei migranti che per la prima volta da questione prettamente nazionale sta diventando terreno di frizione internazionale.
Roma su questo non ha buoni rapporti con Parigi. Di recente ha aperto pubblicamente un fronte polemico con Berlino. La Tunisia è risentita perché Roma non concede quello che avrebbe promesso. L’Unione europea (Ue) manca di essere pro attiva sulle questioni di emigrazione italiana. La Libia continua ad essere uno spazio incontrollato dove arrivano tutti i disperati dell’Africa. Sono tutti fili non nuovi, ma che ora sono stati esposti e creano problemi internazionali.
La vicenda dei migranti non è una emergenza che può essere risolta oggi, oppure una volta per sempre. È un processo che impegnerà l’Europa per decenni. Infatti da una parte l’Europa risente il flusso migratorio, d’altro canto la sua economia ha bisogno di lavoratori che nel continente non ci sono e che vengono volontariamente dall’Africa. Quindi la migrazione non si può bloccare, perché l’economia continentale si fermerebbe, come non si può aprire senza limiti, perché la società collasserebbe.
Nello spazio della propaganda, forse non onestissima, di partiti di destra e di sinistra tale questione viene strumentalizzata ed estremizzata e diventa il parafulmine di contrasti diversi — l’impoverimento della classe media europea; le difficoltà della Ue e dei singoli Stati di trovare un proprio spazio politico dove proiettarsi nel futuro; la crisi economica ed energetica che sta mettendo il continente sotto assedio.
Tale contesto è importante per tutti ma è fondamentale per l’Italia che se non capisce con precisione la propria situazione, invece di avere vantaggi politici di molti generi per la sua geografia diventa vaso di coccio tra vasi di ferro.
Tale deriva è facile con un governo di sinistra che ha difficoltà a “vendere” una politica di gestione dei flussi migratori. Rischia di essere fatale per un governo di destra che aveva promesso la soluzione della crisi dei migranti.
Il problema non è isolato. Dopo decenni è tornata l’inflazione in Europa e non si sa quando sarà rimessa sotto controllo. Probabilmente si dovrà aspettare la fine della guerra in Ucraina che porti un ribasso dei prezzi dell’energia. Inoltre avanza in queste settimane lo spettro della recessione. L’Italia con un rapporto debito Pil del 150% è già sotto schiaffo per l’inflazione, se arriva la recessione, se non c’è la crescita, i mercati potrebbero giudicare il debito italiano insostenibile o difficile da sostenere facendo aumentare ulteriormente gli interessi sul debito. A ciò si sommano lo scivolone della legge sugli extra profitti bancari, che ha innervosito i mercati, la fatica ad applicare il Pnrr, i ritardi sulle liberalizzazioni, e l’opposizione alla ratifica del Mes.
Non è una situazione come quella del 2011, quando una crisi finanziaria costrinse l’allora governo Berlusconi alle dimissioni, non c’è tra l’altro un complotto contro l’Italia. C’è però un insieme nuovo e diverso di due fattori che potrebbero diventare pericolosi.
Da un lato c’è l’isolamento dell’Italia sulla questione migranti con Paesi europei importanti. Dall’altro ci sono difficoltà economiche e scivoloni finanziari che inquietano i mercati.
Non ci sono formule magiche per prevenire ed evitare la grave incertezza che potrebbe pesare sul Paese già nei prossimi mesi. Sarebbe fondamentale trovare una ricucitura con l’Europa, la Francia, la Germania. Bisognerebbe mettere la sordina alla questione dei migranti. In mancanza di soluzioni rotonde essa diventerà sempre di più esplosiva e controversa per il governo.
Infine, occorrerebbe evitare facili errori come la tassa sulle banche o ritardi del Pnrr e bisognerebbe dare un segnale sulle liberalizzazioni.
Con queste prospettive e questi errori dei mesi passati, altri governi in altri tempi sarebbero già spacciati. Così non è per l’esecutivo di Giorgia Meloni, perché l’opposizione in mano a Giuseppe Conte e Elly Schlein è inesistente, parla di altro. Quindi è possibile che nonostante tutto la Meloni continui a governare. Salvo crisi ingestibili, come la combinazione della recessione, una impennata dei prezzi petroliferi in cui le frizioni internazionali sulla vicenda dei migranti funge da acceleratore.