Il gigante cinese si inserisce sempre di più in Medio Oriente, dove ha già una presenza significativa. A febbraio aveva annunciato l’intenzione di spendere 400 milioni di dollari nei prossimi cinque anni e questo investimento è volto a supportare le attività governative del Regno, per aiutare Riad ad attuare la sua trasformazione digitale
Il rapporto tra Cina e Arabia Saudita sembra essere sempre più solido. Dopo aver mediato lo storico riavvicinamento tra il Paese del Golfo e l’Iran, Pechino è entrata a gamba tesa nella regione sfruttando il legame con Riad. È proprio nella capitale saudita che Huawei ha deciso di aprire un cloud data center per accrescere la sua offerta di servizi in Medio Oriente, Nord Africa e Asia Centrale. In base a quanto riportato da Reuters, l’investimento è volto a supportare le attività governative del Regno, accogliendo sistemi di intelligenza artificiale e modelli linguistici arabi. In generale, nella regione Huawei ha registrato contratti cloud con più di duecento clienti legati alle istituzioni, oltre trenta nel settore finanziario e centocinquanta in quello delle comunicazioni.
Il passo saudita è sicuramente significativo. Non solo perché Huawei ha aperto il suo ennesimo cloud data center (il trentesimo fra tutti quelli che ha sparsi per il mondo), ma soprattutto perché lo ha fatto in un Paese che cerca di espandere la sua influenza anche al di là della sua area di competenza. L’Arabia Saudita sta infatti cercando di assumere la leadership del mondo arabo – non per niente, sembrerebbe trattare persino con Israele – e senza un’adeguata preparazione tecnologica non potrà di certo raggiungere il suo obiettivo.
“L’implementazione del cloud Huawei non riguarda solo noi, ma è un ponte che porterà altre aziende cinesi in Arabia Saudita”, ha sottolineato il presidente regionale dell’azienda, Steven Yi. Purché abbiano sedi sul territorio saudita, unica prerogativa posta dal governo di Mohammad bin Salman affinché società straniere possano investire nel Paese. Le intenzioni del gigante cinese delle comunicazioni erano state parzialmente svelate già a febbraio, quando aveva fatto sapere di voler investire 400 milioni di dollari nella regione per servizi cloud nei prossimi cinque anni. Le previsioni sono di supportare il Paese – dove dallo scorso anno sta implementando la connettività 5G – con 200mila nuovi sviluppatori e collaborare con mille partner locali e duemila start-up locali.
L’annuncio ufficiale del nuovo centro di conservazione dati, chiamato Huawei Cloud Riad Region, è arrivato dal Huawei Cloud Saudi Arabia 2023, un evento sponsorizzato dal ministero delle Comunicazioni e dell’Information Technology (Mcit) saudita. Oltre a Steven Yi, a prendervi parte sono stati altri funzionari del governo, compreso il vice ministro del Mcit, l’ingegner Haitham bin Abdul Rahman Al-Ohali. “Huawei è un partner orgoglioso del progresso tecnologico del nostro Paese avendo collaborato con il ministero, i fornitori di servizi, le imprese e le università in vari sforzi collettivi verso la trasformazione digitale”, ha affermato il numero due del dicastero.
L’azienda cinese intende dunque promuovere attivamente quella che per MbS è una priorità assoluta, ovvero la realizzazione della Saudi Vision 2030. La trasformazione che vuole apportare il principe ereditario, nonché primo ministro del Regno, è a dir poco ambiziosa, con la città di Neom – la smart city per eccellenza – punta di diamante del suo progetto. E Huawei vuole partecipare a questa partita, portando Pechino sempre più dentro il Medio Oriente.