Sostegno alla nascita di una lista unica tra Più Europa, Azione, Italia Viva. Se non sarà possibile, va comunque messo in campo un contenitore, il più forte possibile, sotto l’egida di Renew Europe. Meloni è confusa sui migranti e sul rapporto con l’Europa. A Schlein non va tanto meglio… Conversazione con il presidente di Libdem Andrea Marcucci
Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni cerca la sponda internazionale per gestire il problema dei flussi migratori. Il vicepremier Matteo Salvini spara a zero contro Ursula von der Leyen, che proprio pochi giorni fa è stata in visita a Lampedusa. Ancora echeggiano le parole di Marine Le Pen dal palco di Pontida. A sinistra il pentastellato Giuseppe Conte prende le distanze dalla segretaria dem Elly Schlein. E i centristi, in tutto questo, che partita giocano. Lo abbiamo chiesto al presidente dei Libdem europei, già capogruppo dem al Senato, Andrea Marcucci.
Senatore, siamo entrati nel cuore della campagna elettorale. E ci siamo entrati sul tema, scivolosissimo, dei migranti. Nel centrodestra Meloni cerca sponde internazionali, mentre Salvini attacca von der Leyen. La linea del Pd è confusa, mentre il Movimento 5 Stelle gioca la sua partita. Qual è la posizione dei partiti “centristi”?
Giorgia Meloni mi sembra molto confusa, va a braccetto con Orban, e poi Ungheria e Polonia bocciano il patto sui migranti. Va con Ursula a Lampedusa mentre Salvini ospita Marine Le Pen a Pontida e nel frattempo attacca violentemente il presidente Macron. Come saranno giudicate a Bruxelles le uscite della presidente italiana e del suo vicepresidente? Alla destra, noi liberali chiediamo di smetterla con queste prese in giro, perché poi alla fine dei conti, paga l’Italia. La prima cosa da fare è sottoscrivere la riforma del Mes, siamo l’unico Paese che non l’ha ancora fatto. Non che ad Elly Schlein le cose vadano meglio, mi pare che Giuseppe Conte sui migranti il campo largo lo faccia con la Lega. Il Pd, con l’uscita di Elly Schlein che rimette in discussione gli accordi con la Nato sul 2% delle spese militari, è altrettanto confusa.
A proposito di Centro, Renzi ha giocato le sue carte, ora che esito prevede per questa operazione? C’è spazio al centro in Europa?
Ci sono tanti italiani che non si riconoscono nel sovranismo della destra e nel populismo della sinistra, è quella parte d’Italia che guarda con impazienza ad una proposta politica liberaldemocratica. Io, fino all’ultimo giorno utile, sostegno l’esigenza di una lista unica tra Più Europa, Azione, Italia Viva. Se non sarà possibile, va comunque messo in campo un contenitore, il più forte possibile, sotto l’egida di Renew Europe.
Letizia Moratti annuncia di voler rientrare nel centrodestra. Potrebbe essere una sponda moderata interessante. Il terzo polo, o quel che ne resta, sta diventando meno appetibile?
Vedremo tra qualche mese quante personalità del centrodestra e del centrosinistra saranno interessate ad un’opzione politica liberaldemocratica. Io credo che ci saranno delle sorprese, perché destra e sinistra, lasciano uno spazio vuoto, che andrà riempito con una presenza europeista, liberale e riformista.
È possibile che, in Italia e in Ue, su certe tematiche, ci possano essere delle convergenze con la linea del governo?
Sulla carta, sarebbe persino auspicabile. Siamo davanti a continue retromarcia e dall’altra a continue sparate. Faccio un esempio: io mi aspetto molto dal guardasigilli Nordio, ma il centrodestra avrà il coraggio di presentare le sue riforme, di non annacquarle, come sta avvenendo in queste ore sulle intercettazioni?
Sono tanti, attualmente, i dossier in discussione a Bruxelles come a Roma. Dal Mes al Pnrr, passando per la Manovra e il Patto di Stabilità. A proposito di quest’ultimo, Mattarella è stato molto chiaro: rigidità non ottusa. Un assist al governo o all’interesse nazionale?
L’errore esiziale del governo Meloni è stato quello di usare il Mes come arma di pressione sulle altre partite in corse. I risultati, come si è visto, sono totalmente deludenti ed ora ci troviamo in braghe di tela sui migranti, sul Pnrr e sul patto di stabilità.
Secondo lei, sulla revisione del Patto, sarà possibile costruire un fronte comune con altri Paesi dell’eurozona?
Bisognerebbe uscire dalla logica da saloon, che è cara a Fratelli d’Italia e alla Lega. Difficile interloquire con Francia e Germania quando ci si sposa con Rassemblement National o con Adf.