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Italia e Cina, oltre la Via della Seta. Ecco cosa spera Pelosi

La relazione Italia-Usa sulla sicurezza “è molto importante, speriamo anche sulla Cina”, ha spiegato la speaker emerita a Cernobbio. Un messaggio in vista della decisione sul memorandum d’intesa: Washington spera che Roma non cada in nuove ambiguità sul Belt and Road Forum e su Taiwan

Nancy Pelosi, speaker emerita della Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, ha spiegato che la relazione tra Stati Uniti e Italia “è improntata anche sui grandi temi della sicurezza. Questo è molto importante in termini di Unione europea, Nato, Ucraina e Russia e speriamo anche sulla Cina”. Il fatto che Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, “sia la prima donna a capo del governo in Italia è una cosa notevole”, ha aggiunto parlando a margine del Forum Ambrosetti a Cernobbio. La sua, di fine luglio negli Stati Uniti, “è stata una buona visita e anche nell’incontro che ha avuto con [Joe] Biden (presidente statunitense, ndr) e al Congresso ha fatto una buona impressione”, ha detto ancora.

Quel “speriamo anche sulla Cina” di Pelosi sembra riguardare il post Via della Seta. A Washington come a Pechino non sembrano esserci dubbi sul fatto che Roma annuncerà prossimamente la volontà di non rinnovare il memorandum d’intesa sulla Via della Seta. Dovrebbe spettare a Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica, recarsi in Cina a gennaio, in occasione dei 700 anni dalla morte di Marco Polo, per ribadire l’importanza del rapporto bilaterale, basato su partenariato strategico globale istituito nel 2004 dall’allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e dall’allora primo ministro cinese Wen Jiabao.

Ma negli Stati Uniti sia i democratici sia i repubblicani auspicano che il governo Meloni non cada nelle ambiguità che hanno caratterizzato il governo gialloverde di Giuseppe Conte. Attenzione, dunque, al Belt and Road Forum che a ottobre celebrerà i primi dieci anni dell’iniziativa di Xi Jinping, alla presenza del leader russo e amico “senza limiti” Vladimir Putin, e a Taiwan, con l’impegno al mantenimento di pace e stabilità nello Stretto ribadito da Meloni e Biden a luglio.

Domani sarà a Pechino Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri. Da Cernobbio anche lui, ha parlato del memorandum d’intesa, che “non ha portato i risultati che ci attendevamo”. “Il Parlamento dovrà fare una valutazione e poi decidere se rinnovare o meno la nostra partecipazione a questo progetto”, ha aggiunto rilanciando quanto dichiarato nei giorni scorsi da Meloni sul coinvolgimento di Camera e Senato. Ciò potrebbe avvenire con una mozione per impegnare l’esecutivo, a cui spetta la decisione finale essendo il memorandum d’intesa un accordo tra governi.

Al Sole 24 Ore, Meloni aveva utilizzato nuovamente l’espressione “paradosso”, diventata ormai un mantra nel suo governo quando si parla del futuro del memorandum d’intesa. “Il paradosso”, ha spiegato, “è che siamo l’unico Paese del G7 ad aver aderito alla Via della Seta ma non siamo affatto il Paese del G7 o il Paese europeo col maggior interscambio con la Cina. Il che dimostra come non ci sia un nesso tra le due cose. Ne parleremo con serenità e amicizia col governo cinese e sono convinta che i nostri rapporti continueranno a essere solidi”, aveva aggiunto.


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