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Russia, ma anche Cina e riforme sistemiche. Biden e Zelensky all’Unga

La Russia è stato il tema centrale sia dell’intervento del presidente americano che di quello ucraino durante la prima giornata dei lavori della 78° edizione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Ma oltre alla guerra in Ucraina si è parlato di nuove sfide del futuro, di emergenze umanitarie, e di riforma del sistema multilaterale mondiale

“La nostra storia non deve plasmare il nostro futuro. Con gli avversari possiamo diventare partner”, sono le parole chiave del passaggio di apertura del discorso del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, svoltosi durante la prima giornata dei lavori della 78° edizione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in cui ha preso come esempio la sua recente visita in Vietnam e la trasformazione delle relazioni tra quest’ultimo Paese e gli Stati Uniti negli ultimi cinquant’anni. Un discorso, quello di Biden, in cui sono stati toccati numerosi punti di rilievo, dall’Intelligenza Artificiale ad Haiti, dalla Cina all’Ucraina, passando anche per gli sforzi di riforma del sistema delle Nazioni Unite.

Sulla questione di Haiti, il presidente statunitense ha invocato al più presto l’invio di una missione internazionale per riportare la stabilità nel Paese, dove più di un milione di persone vivono in uno stato di povertà estrema a causa della diffusa violenza delle bande armate locali, che oramai hanno assunto il pieno controllo del territorio. Mentre sull’IA, Biden denota come questo tipo di tecnologie emergenti hanno enormi potenzialità ma anche enormi pericoli: “Dobbiamo assicurarci che vengano usate come strumenti di opportunità e non come armi di oppressione. Gli Stati Uniti stanno lavorando per rendere più severa la regolamentazione”.

Il presidente Usa si è anche esposto sulla riforma delle istituzioni multilaterali e della struttura delle Nazioni Unite, un tema molto caro al “Sud Globale” la cui amicizia è considerata molto rilevante dall’amministrazione americana. “L’anno scorso ho detto che supportiamo una riforma per l’espansione del Consiglio di sicurezza. Da allora abbiamo avuto serie consultazioni con molti stati membri e continueremo a fare la nostra parte per spingere per più riforme” ha affermato l’inquilino della Casa Bianca, che ha sottolineato come occorra espandere il Consiglio di sicurezza dell’Onu e aumentare il numero dei membri permanenti per “spezzare lo stallo” in seno all’organismo e avere “più voci e prospettive al tavolo”.

Anche la competizione tra Stati Uniti e Cina trova spazio nel discorso di Biden, secondo cui si deve “gestire con responsabilità la competizione” tra le due potenze mondiali affinché “questa non sfoci nel conflitto”, affermando poi che, nonostante le recenti tensioni emerse tra Washington e Pechino, gli Usa “sono pronti a lavorare con la Cina”.

Ma il punto più caldo del suo speech, come sottolineato dai fruscianti applausi pervenuti dalla platea, è stato quello dedicato al conflitto in Ucraina, conflitto di cui secondo Biden “solo la Russia è responsabile, ripeto, solo la Russia”, nonché l’unico ostacolo alla pace, che secondo Mosca è raggiungibile soltanto in caso di capitolazione del paese invaso. “La Russia crede che il mondo si stancherà e le permetterà di brutalizzare l’Ucraina senza conseguenze. Ma vi chiedo questo: se abbandoniamo i principi fondamentali della Carta delle Nazioni Unite per placare un aggressore, qualche Stato membro può sentirsi sicuro di essere protetto? Se permettiamo che l’Ucraina venga spartita, l’indipendenza di qualche nazione sarà garantita? La risposta è no. Dobbiamo opporci oggi a questa palese aggressione per scoraggiare altri potenziali aggressori domani”. Russia che viene attaccata da Biden anche riguardo alla sospensione del New Start, trattato concernente la riduzione delle armi nucleari siglato da Washington e Mosca nel 2010. “Dopo oltre 50 anni di progressi, la Russia ha annunciato la sospensione del trattato New Start: una mossa irresponsabile, che mette a rischio tutto il mondo”, ha detto il presidente americano, aggiungendo che gli Usa continueranno a lavorare “in buona fede” per ridurre la minaccia rappresentata dalle armi di distruzione di massa.

Poche ore dopo Joe Biden, è stato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a salire sullo scranno e a prendere parola, in quello che è stato il primo discorso pubblico in una sede globale sin dall’inizio dell’invasione russa nel febbraio 2022. Un discorso indirizzato quasi interamente contro la Federazione Russa, accusata di “spingere il mondo verso la guerra finale” mentre “l’Ucraina sta facendo di tutto per garantire che dopo l’aggressione russa nessuno al mondo oserà attaccare nessuna nazione. L’uso delle armi deve essere limitato. I crimini di guerra devono essere puniti, e persone deportate devono tornare a casa e l’occupante deve tornare nella propria terra”.

Zelensky prosegue poi accusando il Cremlino di usare sempre di più la sicurezza alimentare come un’arma (“Dall’inizio della guerra su vasta scala, i generi alimentari e le importazioni ucraine sono state bloccate dalla Russia. I nostri porti sul Danubio rimangono il bersaglio di missili e droni, ed è un chiaro tentativo della Russia di sfruttare come arma la carenza di cibo sul mercato globale in cambio del riconoscimento di alcuni, se non di tutti, i territori conquistati”) così come l’energia (“Molte volte il mondo ha visto la Russia usare l’energia come arma. Il Cremlino ha utilizzato il petrolio e il gas come armi per indebolire i leader di altri paesi quando arrivavano sulla Piazza Rossa. Ora, ora questa minaccia è ancora più grande. La Russia sta utilizzando l’energia nucleare come arma. Non solo non solo sta diffondendo le sue inaffidabili tecnologie di costruzione delle centrali nucleari, ma sta anche trasformando le centrali elettriche di altri paesi in vere e proprie bombe sporche”), affermando poi che la Federazione Russa dovrebbe essere costretta a smantellare il proprio arsenale nucleare. E anche la questione dei bambini deportati viene sollevata dal presidente ucraino: “I gruppi terroristici rapiscono i bambini per esercitare pressione sulle loro famiglie e società. Ma mai prima d’ora i rapimenti e le deportazioni di massa erano diventati parte della politica del Governo. Non fino ad ora. Conosciamo i nomi di decine di migliaia di bambini e abbiamo prove di centinaia di migliaia di altri bambini rapiti dalla Russia nei territori occupati dell’Ucraina e successivamente deportati. La Corte penale internazionale ha emesso mandati di arresto nei confronti di Putin per questo crimine. E stiamo cercando di riportare i bambini a casa. Ma il tempo, il tempo passa. Cosa accadrà con loro? Cosa accadrà loro?”.

Ma si guarda anche oltre la guerra. Il presidente ucraino ha assicurato che fornirà mercoledì in una sessione speciale del Consiglio di sicurezza ulteriori dettagli sul suo piano di pace, basato sulla sovranità nazionale e sull’integrità territoriale, e ha asserito di star organizzando un “vertice mondiale per la pace” al quale vuole invitare tutti i leader mondiali contrari all’aggressione dell’Ucraina da parte della Russia. “A Hiroshima, Copenaghen e Gedda hanno avuto luogo importanti discussioni e scambi sull’attuazione di un piano di pace. E ora stiamo preparando un vertice mondiale sulla pace. Invito tutti voi, tutti coloro che non tollerano alcuna aggressione, a preparare congiuntamente questo vertice”.

(Immagine presa dal profilo X di Joe Biden)

 



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