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Salvini lepenizzato, elezioni e trattative in Europa. Gli scenari di Castellani

La ratifica del Mes sarebbe consigliabile, nella prospettiva del Governo, per avere maggiori margini di trattativa e ottenere regole più flessibili nell’ambito della revisione del Patto di Stabilità. Le polemiche, in questa fase, servono a poco. E Le Pen a Pontida? Un’operazione di posizionamento politico, pesa il clima da campagna elettorale. Conversazione con il politologo della Luiss

Il fronte europeo è sempre più caldo. I rapporti tra Roma e Bruxelles sono tesi. Dal caso Ita-Lufthansa, passando per la revisione del Patto di Stabilità e la mancata ratifica del Mes da parte dell’Italia. Il tutto, nella cornice dell’imminente scadenza elettorale di primavera. Il premier Giorgia Meloni vorrebbe maggiore attenzione per l’Italia. Gli attacchi, a partire dal vicepremier Matteo Salvini, fioccati verso il commissario europeo Paolo Gentiloni non hanno certamente contribuito a distendere i rapporti. “Siamo entrati in campagna elettorale e Salvini vuole ricavarsi un suo spazio. In questa logica rientra anche l’invito di Le Pen a Pontida”. Lo dice a Formiche.net Lorenzo Castellani, politologo e docente di Storia delle istituzioni politiche alla Luiss.

Castellani, non è giustificabile solo con il clima da campagna elettorale questa contrapposizione forte tra Roma e Bruxelles. Cosa c’è dietro?

Il clima incide. Il governo è alle prese con la redazione della Manovra ed è in cerca di fondi, di cui deve giustificare l’assenza. Un’assenza che si traduce in un sostanziale rallentamento delle riforme promesse. Tutte queste componenti messe assieme generano tensione. Senza dimenticare, tra l’altro, la forte competizione interna che si consuma tra i partiti della coalizione di governo, in vista delle Europee.

Tra la mancata ratifica del Mes e la revisione del Patto di Stabilità, le tensioni non mancano. 

La ratifica del Mes sarebbe consigliabile, nella prospettiva del Governo, per avere maggiori margini di trattativa e ottenere regole più flessibili nell’ambito della revisione del Patto di Stabilità. Le polemiche, in questa fase, servono a poco. D’altra parte Meloni cerca, con questo atteggiamento, di esercitare qualche forma di pressing su Gentiloni che, per curriculum, potrebbe avere ambizioni anche al di là del suo attuale incarico europeo.

Salvini invita Le Pen a Pontida. Tajani si smarca. Come vanno letti questi segnali politici?

Quella di Salvini è più che altro una manovra di posizionamento politico. La Lega è in crisi d’identità. Anzi, si può dire che ormai la crisi d’identità sia un tratto caratteristico del Carroccio. Da un lato le garanzie del ministro Giorgetti, dall’altro le sparate di Salvini. Ma la strategia della Lega penso che sia più che altro post elettorale: quando verrà il momento di fare le alleanze in Europa.

Una partenership con i popolari è esclusa. Anzi, pare che ci sia un riavvicinamento del Ppe ai democratici. 

Se si dovesse profilare una nuova coalizione larga che comprenda dai conservatori ai socialisti, il gruppo Id, quindi la Lega, sarebbe fuori. Se invece si dovesse registrare un’exploit della destra, che marginalizzerebbe la componente socialista, il Carroccio sarebbe ancora in partita. Ma direi che questo sia lo scenario meno probabile. Per quanto riguarda il popolari, penso che si tengano aperte tutte le porte del dialogo in maniera abbastanza trasversale.

E l’operazione centrista di Renzi?

Va visto intanto se riuscirà a superare la soglia di sbarramento. A ogni modo, per il Centro, alle Europee, prevedo pochissimo margine politico.



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