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Ecco la nuova Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile

La Strategia, per poter raggiungere i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, basa le proprie azioni sulle cosiddette cinque “P”: persone, pianeta, prosperità, pace, partnership, che connettono trasversalmente tutte le questioni economiche, sociali e ambientali. Tutti i dettagli

Il Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite) ha approvato ieri la Strategia nazionale per lo sviluppo sostenibile. “Non un libro delle buone intenzioni, ma un quadro d’azione per la sostenibilità ambientale, economica e sociale”, ha commentato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. Il documento declina gli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite adattandoli al contesto del nostro Paese. Approvata la prima volta nel 2017, la Strategia è stata rivista nel 2022 dopo un confronto che ha coinvolto i ministeri competenti, la Conferenza Stato-Regioni, gli enti territoriali e la società civile.

La Strategia, per poter raggiungere i 17 Obiettivi dell’Agenda 2030, basa le proprie azioni sulle cosiddette cinque “P”: Persone, Pianeta, Prosperità, Pace, Partnership, che connettono trasversalmente tutte le questioni economiche, sociali e ambientali. Su queste prendono forma e sostanza le scelte strategiche adottate: dalla gestione sostenibile delle risorse naturali all’abbattimento delle emissioni climalteranti, dalla promozione di un benessere economico sostenibile al contrasto alla povertà e allo sviluppo di un’occupazione di qualità, di una società non violenta, inclusiva e rispettosa dei diritti umani, senza discriminazioni di sorta.

“La nostra Strategia – ha spiegato il ministro Pichetto Fratin –.  si caratterizza per un approccio concreto e molto partecipativo, per unire tutti di fronte a obiettivi comuni: le grandi questioni climatiche hanno un riflesso evidente sull’ambiente, ma sono strettamente collegate anche a temi quali la crescita economica e l’esasperazione delle disuguaglianze sociali. Non un libro delle buone intenzioni, ma un quadro strategico per la sostenibilità ambientale, economica e sociale”.

Ricordiamoli. Allora, i 17 Obiettivi fissasi dall’Agenda, approvata dall’Onu nel 2015: sconfiggere la povertà; sconfiggere la fame; salute e benessere; istruzione di qualità; parità di genere; acqua pulita e servizi igienico-sanitari; energia pulita e accessibile; lavoro dignitoso e crescita economica; imprese, innovazione e infrastrutture; ridurre le disuguaglianze; città e comunità sostenibili; consumo e produzione responsabili; lotta contro il cambiamento climatico; vita sott’acqua; vita sulla Terra; pace, giustizia e istituzioni solide; partnership per gli obiettivi.

L’agenda 2030 si basa su una prospettiva di trasversalità per la quale diventa essenziale individuale, comprendere e mettere a sistema le relazioni tra settori e obiettivi. La sua attuazione implica un nuovo modello di politica, basato su una visione del mondo orientata all’interconnessione delle diverse anime della sostenibilità, comportando un riadattamento dei meccanismi istituzionali, dei processi di governance e delle pratiche di attuazione. Partendo da queste considerazioni e assunti di base, gli obiettivi della Strategia per il prossimo periodo di attuazione prevedono tre “vettori di sostenibilità”: la coerenza delle politiche per lo sviluppo sostenibile, la cultura e la partecipazione per lo sviluppo sostenibile. In sintonia con quanto predisposto nei territori, per una partecipazione alle attività di valutazione e monitoraggio, di educazione, formazione e comunicazione, di collaborazione e partenariato.

L’Italia si dota così, ricorda una nota del Mase, di una sua Strategia aggiornata e connessa con quelle delle singole Regioni, Provincie autonome e Città metropolitane per la cui attuazione il Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica e lo Sviluppo Sostenibile (Cipess) ha stanziato per i prossimi due anni 17 milioni di euro. E anche il nuovo Accordo di Partenariato 2021-27, approvato dalla Commissione europea, stabilisce che “i fondi disponibili debbano essere indirizzati affinchè si realizzino interventi rivolti al conseguimento congiunto dei traguardi fissati in sede europea per un’economia climaticamente neutra (Green Deal europeo) e per una società giusta e inclusiva (Social Pillar europeo) nel più ampio contesto di adesione all’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile e in coerenza con le Strategie nazionali e regionali di Sviluppo sostenibile”.

La Strategia, sulla base delle cinque “P” dell’Agenda 2030, individua le aree corrispondenti e le azioni da intraprendere per ciascuna area. Area Persone: contrastare la povertà e l’esclusione sociale eliminando i divari territoriali; garantire le condizioni per lo sviluppo del potenziale umano; promuovere la salute e il benessere. Area Pianeta: arrestare la perdita di biodiversità; garantire una gestione sostenibile delle risorse naturali; creare comunità e territori resilienti, custodire i paesaggi e i beni culturali. Area Prosperità: promuovere un benessere economico sostenibile; finanziare e promuovere ricerca e innovazione sostenibili; garantire occupazione e formazione di qualità; affermare modelli sostenibili di produzione e consumo; promuovere sostenibilità e sicurezza di mobilità e trasporti; abbattere le emissioni climalteranti e decarbonizzare l’economia. Area Pace: promuovere una società non violenta, inclusiva e rispettosa dei diritti umani; eliminare ogni forma di discriminazione; assicurare la legalità e la giustizia. Area Partnership: aiuto pubblico allo sviluppo come quota di reddito nazionale lordo.

Proprio in questi giorni i leader mondiali sono riuniti a New York per la revisione intermedia dell’Agenda 2030 e dove verrà presentato il Rapporto globale sullo sviluppo sostenibile 2023 (“Tempi di crisi, tempi di cambiamento: scienza per accelerare le trasformazioni verso lo sviluppo sostenibile”), preparato da un gruppo di scienziati indipendenti.

Il rapporto rileva che in questo momento critico, a metà strada verso il 2030, “il cambiamento incrementale e frammentato non è sufficiente per raggiungere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile nei restanti sette anni. L’attuazione dell’Agenda 2030 richiede la mobilitazione attiva della leader chip politica e dell’ambizione per trasformazioni basate sulla scienza. Questo obiettivo deve essere raggiunto a livello globale, senza lasciare indietro nessun paese, società o persona”.

 


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