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Un Presidente amante della musica. Il ricordo di Girelli

Nel marzo del 2008 venne nella città di Rossini e fece visita all’Istituto musicale. Solo a quello, tralasciando altri contatti che solitamente arricchiscono la visita di un Capo di Stato. Un modo sensibile per richiamare l’attenzione sul settore della istruzione musicale gravata da problemi che a livello centrale ben pochi conoscono ed affrontano.. Il ricordo di Giorgio Girelli, presidente Emerito del Conservatorio Rossini

Alla tristezza per la scomparsa di un ottimo presidente si accompagna il ricordo dell’amore di Giorgio Napolitano per la musica e l’attenzione che riservò al Rossini Opera Festival ed al Conservatorio Rossini. Nel marzo del 2008 egli venne nella città di Rossini e fece visita all’Istituto musicale. Solo a quello, tralasciando altri contatti che solitamente arricchiscono la visita di un capo di Stato. Un modo sensibile per richiamare l’attenzione sul settore della istruzione musicale gravata da problemi che a livello centrale ben pochi conoscono ed affrontano.

Lo spirito di vicinanza venne peraltro confermato nel maggio successivo con l’invito al Quirinale della Orchestra di fiati del Conservatorio Rossini, diretta dal maestro Mangani, per un concerto dedicato alla “Giornata – indetta dall’Onu – per la salvaguardia del pianeta terra”. Oltre al Presidente, intervennero il ministro dell’Istruzione, varie personalità e numerosi studenti d’Italia. La visita al Conservatorio fu attenta ed accurata (Biblioteca, Sala dei marmi, Tempietto rossiniano, Auditorium).

Il Presidente Napolitano ascoltò con attenzione un breve concerto degli allievi e gli indirizzi di saluto a lui rivolti nella Sala delle colonne. Il giorno prima erano morti in un incidente sul lavoro diversi operai a Molfetta. Chiesi ai suoi collaboratori se fosse il caso di fare cenno ad un lutto che aveva colpito l’Italia intera, anche perché il Conservatorio Rossini, con il suo consueto concerto del 1° di maggio, ha sempre celebrato il lavoro. Il Presidente assentì e anzi con cenno impercettibile mi scandì la durata del silenzio.

Per Napolitano la valenza della cultura è stata sempre un imprescindibile pilastro. Ne dette prova quando bloccò energicamente la misura di un ineffabile ministro della Economia che, con un tratto di penna, aveva cancellato tutte le risorse destinate ai più prestigiosi istituti e accademie d’Italia, operanti anche all’estero. Per costui – propostosi alla storia anche per l’accanimento con cui gestì i rapporti riguardanti la vicina Repubblica di San Marino – “con la cultura non si mangia”. Eppure, ben prima di lui già Angelo Messedaglia, eminente figura di economista e uomo politico, in una relazione parlamentare sul bilancio dello Stato, sosteneva: “Nulla al certo può compararsi per importanza agli interessi della istruzione”. Era il 1874.

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