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La Cina accusa gli Usa di spiare Huawei. La mossa per ribaltare il tavolo

Il ministero della Sicurezza di Stato cinese ha pubblicato oggi un messaggio sul suo profilo WeChat intitolato “Rivelazioni sugli spregevoli metodi utilizzati dalle agenzie di intelligence Usa per lo spionaggio e il furto informatico”, in cui accusa esplicitamente gli Stati Uniti di aver condotto per anni attività di spionaggio informatico contro il colosso tecnologico cinese

La Cina ha accusato gli Stati Uniti di aver condotto per anni attività di hackeraggio ai danni del colosso cinese dell’elettronica per le comunicazioni Huawei, sospettata da Washington di spionaggio per conto di Pechino. Il ministero della Sicurezza di Stato cinese ha pubblicato oggi un messaggio sul suo profilo WeChat intitolato “Rivelazioni sugli spregevoli metodi utilizzati dalle agenzie di intelligence Usa per lo spionaggio e il furto informatico”, in cui accusa esplicitamente gli Stati Uniti di aver condotto per anni attività di spionaggio informatico contro il colosso tecnologico cinese.

“Nel 2009 l’Ufficio per le operazioni informatiche di rete (alle dipendenze dell’Agenzia di sicurezza nazionale Usa, Nsa) ha intrapreso attività di infiltrazione dei server nel quartier generale di Huawei, e ha continuato a condurre tali attività di sorveglianza”, ha accusato il ministero. Il Centro nazionale di risposta emergenziale ai virus informatici della Cina avrebbe scoperto le attività dell’intelligence Usa ai danni di Huawei nell’ambito di indagini su un attacco informatico subito lo scorso anno dalla Northwestern Polytechnical University di Xi’an. L’agenzia cinese avrebbe estratto dalle reti dell’università lo spyware Second Date, che secondo Pechino “è stato sviluppato dall’Agenzia di sicurezza nazionale Usa, che si è infiltrata in migliaia di reti di numerosi Paesi in tutto il mondo”.

Secondo il ministero, gli Stati Uniti si sono avvalsi dello stesso programma di intrusione informatica per gli attacchi contro Huawei, e per “ottenere il controllo di decine di migliaia di apparecchi e sottrarre una quantità sostanziale di dati di grande valore”. Negli ultimi due mesi, media di Stato cinesi come l’emittente televisiva Cctv e l’agenzia di stampa Xinhua hanno fatto ripetutamente riferimento agli Stati Uniti con l’epiteto di “vero impero degli hacker” in riferimento all’attacco informatico contro il politecnico di Xi’an. La scorsa settimana la portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha fatto riferimento a indiscrezioni di stampa riguardo la scoperta da parte di Pechino di presunte falle nella sicurezza dei dati (backdoor) che potrebbero essere utilizzate dagli Stati Uniti per spiare gli utenti degli iPhone di Apple.

La Cina ha aggiornato nei mesi scorsi la legge contro lo spionaggio nel tentativo di contrastare più efficacemente le attività di spionaggio informatico subite dal Paese, e secondo il quotidiano giapponese Nikkei Pechino ha raccomandato al personale del governo centrale e delle amministrazioni locali di non utilizzare iPhone e altri apparecchi elettronici prodotti da Apple.


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