Un’interruzione di una linea ferroviaria chiave in Germania e il treno da Pordenone a Duisburg, che arriva dalla Cina, non è mai più ripartito. La Regione protesta
Un’interruzione di una linea ferroviaria chiave in Germania e il treno da Pordenone a Duisburg non è mai più ripartito. Così il Friuli Venezia Giulia rischia di rimanere tagliato fuori a lungo da quella che attualmente è l’unica vera Via della Seta su rotaia, un collegamento che dal cuore della Cina e dalla più popolosa città del mondo (Chongqing) arriva a Duisburg, in Germania, nel cuore industriale della Ruhr.
Come racconta Il Gazzettino, Hupac, la società che di fatto gestisce il trasporto su rotaia all’Interporto di Pordenone, in questo momento non ha più il suo slot (quindi il suo spazio, pagato con tanto di diritti, come succede negli aeroporti) al terminal di Duisburg. La Regione non ha nascosto la sua irritazione per una situazione che a quanto pare farà fatica a sbloccarsi, a tutto svantaggio del volume degli scambi commerciali. L’alternativa è costosa: prevede un collegamento che da Pordenone porta in Lombardia, a Busto Arsizio, e successivamente sale verso Nord, attraverso la Svizzera e quindi la Germania.
La situazione potrebbe sbloccarsi l’anno prossimo. Ma non ci sono certezze. Al contrario, un altro problema sorgerà nel 2024, visto che la ferrovia che attraversa la catena montuosa dei Tauri (tra Villach e Salisburgo) subirà una serie di pesanti interruzioni provocando ripercussioni ulteriori.
“Come Regione”, ha spiegato l’assessore alle Infrastrutture, la pordenonese Cristina Amirante, “non siamo soddisfatti di questa situazione. Pordenone in questo modo, cioè senza il collegamento diretto con il terminal tedesco di Duisburg, è fortemente penalizzata. Per questo convocheremo un tavolo con la parte politica, la società Hupac e i vertici dell’Interporto. Dobbiamo capire in fretta i margini economici per la riattivazione del servizio merci”.
Il Friuli Venezia Giulia che nel 2019 aveva accolto con interesse il memorandum d’intesa sulla Via della Seta sembra aver maturato diverse convinzioni, in linea con la decisione del governo Meloni di non rinnovare quell’accordo. “Penso che ormai il contesto internazionale obblighi a fare altre scelte”, aveva detto il governatore leghista Massimiliano Fedriga nelle scorse settimane. “Se noi pensiamo di entrare in un sistema nel quale qualcuno dall’altra parte del mondo decide chi e che cosa può arrivare o non arrivare in Europa è un problema. Mi sembra che i rapporti commerciali si possano fare con chiunque, con qualsiasi Paese, ma i rapporti strutturali e strategici bisogna averli con degli alleati occidentali”, aveva concluso Fedriga che già a gennaio aveva parlato – in un’occasione pubblica alla presenza, tra gli altri, di Robert Needham, console degli Stati Uniti a Milano – di filiere produttive strategiche “delegate per troppo tempo a Paesi che non riconoscono i diritti garantiti dalle democrazie”.