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Mentre fissa l’Artico, la Cina inciampa nel Balticconnector?

Per Helsinki, c’è una nave cinese tra i sospetti sul danno al Balticconnector (e a un cavo internet vicino). Pechino (voglia o meno la Russia) sta aumentando interessi e attività nella regione artica

Le autorità finlandesi hanno individuato in una nave cargo cinese, la Newnew Polar Bear, l’obiettivo principale delle indagini sul recente sabotaggio del gasdotto Balticconnector che collega Finlandia ed Estonia. La pipeline è stata danneggiata, insieme con un cavo sottomarino di telecomunicazioni, da un paio di settimane, costringendo la sua chiusura e sollevando preoccupazioni sull’integrità della fornitura di gas tra i due Paesi. Il presidente Sauli Niinisto (nella foto) ha da subito denunciato “attività esterne”.

“I movimenti della nave Newnew Polar Bear che batte la bandiera di Hong Kong coincidono con l’ora e il luogo dei danni del gasdotto”, ha detto il National Bureau of Investigation finlandese, confermando che il danno è stato causato da “una forza meccanica esterna”. È interessante notare che la Newnew Polar Bear era stata conosciuta come Baltic Fulmar dal 2017 al 2022, aggiungendo un livello di intrigo all’indagine: è stata rinominata per far perdere le tracce?

Oltre alla New New Polar Bear, il National Bureau of Investigation sta esaminando anche il ruolo di una nave russa, la Sevmorput, presente nelle vicinanze al momento dell’incidente. D’altronde la Russia è già coinvolta in altre esplosioni sottomarine, avvenute lo scorso anno nel Mar Baltico, che hanno provocato la rottura di tre gasdotti utilizzati per il trasporto di gas naturale dalla Russia all’Europa occidentale.

La sicurezza sott’acqua 

C’è un enorme tema di sicurezza energetica e non solo, considerando che anche un cavo internet sottomarino è stato danneggiato, che apre a un ragionamento più sul valore del dominio underwater. Ambiente securitario — e strategico — in cui si muovono connessioni e anche per questo la Cina via sta aumentando il proprio interessamento. E certamente anche per questo l’India, in un quadrante profondamente distante e diverso da quello finlandese, sta cercando di sviluppare le proprie capacità subacquee, passando da rifornimento anche europei (italiano, come spiegava il sottosegretario Matteo Perego di Cremnago di ritorno da una missione al salone della Difesa di Bangalore). Tutto nell’ambito del contrasto all’espansione cinese.

Contemporaneamente, stanno aumentando le attività polari di Pechino. “La Cina e altri paesi asiatici possono svolgere un ruolo importante nella protezione, nello sviluppo della ricerca e nella governance dell’Artico”, ha detto recentemente Gao Feng, rappresentante speciale per gli affari artici di Pechino. Non banale questa dichiarazione anche nell’ottica dei rapporti Cina-Russia. D’altronde come spiegava Sergey Radchenko (Sais), Mosca ormai ha accettato di essere junior partner di Pechino, e dunque deve anche accettare incursioni profonde nella propria sfera di influenza. Nella loro relazione sono contemplate anche operazioni a danno di rivali strategici?


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