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Basta coi tassi. Da Marrakesh Lagarde lancia messaggi ai mercati

La presidente della Bce, dai meeting del Fmi in corso in Marocco, fa intendere che l’attuale livello del costo del denaro è sufficiente a fermare l’inflazione. Ma non tutti sono d’accordo

La Bce si ferma? Forse stavolta sì, un costo del denaro al 4,50% può bastare a combattere come si deve l’inflazione. Nulla di ufficiale, sia chiaro, ma il messaggio subliminale ai mercati c’è tutto. E arriva da Marrakesh, dove sono in corso gli incontri annuali del Fondo monetario internazionale. “Il nostro obiettivo, la nostra missione è riportare l’inflazione al 2% nel medio termine. Lo faremo, sta succedendo mentre parlo e saremo fermi abbastanza lungo e pronti a fare di più se necessario”, ha detto la governatrice dell’Eurotower, Christine Lagarde.

“Nel nostro Dna di banchieri centrali c’è l’ossessione per la stabilità dei prezzi, ma intanto oggi c’è anche un problema sulla gestione del tempo e le aspettative del pubblico: oggi si vogliono risultanti istantanei, mentre le politiche monetarie hanno dei tempi e richiedono pazienza”. Tradotto, l’attuale livello dei tassi, se lasciato fermo, potrà garantire una traiettoria discendente dell’inflazione.

Ma se Lagarde lancia chiari segnali di distensione al mercato, c’è chi prova a guastare la festa. Tra questi Alfred Kammer, responsabile del dipartimento Europa dell’istituzione di Washington, per il quale “non occorre celebrare prematuramente la vittoria sull’inflazione in Europa. Ci sono molti precedenti storici nel mondo che indicano come la troppa fretta abbia poi costretto le banche centrali a fare marcia indietro. Come mostriamo in un recente articolo che esamina 100 episodi di inflazione in tutto il mondo, la storia è disseminata di esempi di celebrazioni premature della vittoria in lotte disinflazionistiche con l’inflazione che ritorna ogni volta”.

“Un errore costoso che l’Europa può e deve evitare. La stabilità dei prezzi deve essere ripristinata stabilito al primo tentativo. E mentre cominciano a farsi sentire gli effetti delle politiche monetarie più restrittive in tutta Europa, e mentre le critiche inevitabilmente aumentano, le banche centrali non devono battere ciglio”.  Meno male che il ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, si dice tranquillo e sicuro della buona tenuta dell’Italia, anche dinnanzi a tassi di interesse alti.

“Il governatore della banca centrale fa il suo mestiere, io faccio il politico. Ed è un po’ più complicato fare il politico che il governatore della banca centrale. Il governatore della banca centrale sente i suoi esperti, fa le sue valutazione, credo che decida per il meglio e decide. Il politico si confronta ogni giorno con problemi di diverso tipo: con le economia reale, con le aziende, con gli imprenditori in difficoltà, con le famiglie in difficoltà e quindi deve cercare di contemperare le cose”.


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