Il centrodestra vince a Monza e Galliani prende più voti, in percentuale, rispetto a Berlusconi. Fugatti trionfa in Trentino, ma i rapporti di forza nella coalizione cambiano: la Lega crolla. A Foggia vince il campo largo ma i rapporti tra Schlein e Conte sono destinati ad essere sempre più tesi in vista delle Europee. Conversazione con il sondaggista Giovanni Diamanti
Il centrodestra è in buona salute, il Pd regge ma la coalizione di centrosinistra non riesce (ancora) a essere competitiva. Potremmo iper sintetizzare così l’analisi post elettorale delle consultazioni in Trentino, a Foggia e a Monza. Pur trattandosi di consultazioni che hanno una dimensione locale, ci sono tanti elementi che si prestano a ragionamenti di carattere più ampio. Per coglierli, abbiamo analizzato le singole situazioni con il sondaggista, fondatore di You Trend ed esperto di dinamiche elettorali, Giovanni Diamanti.
Partiamo da Trento. Nonostante la ridda di polemiche dei mesi scorsi, Maurizio Fugatti si conferma leader indiscusso della Regione. Però, il quadro politico, sembra un po’ mutato.
Sì, l’affermazione di Fugatti è stata netta ma i risultati sui voti di lista ci danno una serie di indicazioni interessanti sul quadro politico. La prima è che il centrodestra mantiene una solidità in termini di consenso. Il Pd regge, ma da solo non riesce a trainare la coalizione. Gli altri partner si sono dimostrati molto deboli: dal Movimento 5 Stelle al Terzo polo. Ma anche nel centrodestra i rapporti di forza sono diversi. Il dato più significativo è che a Trento la Lega è crollata.
Quella di Monza, stando ad alcune narrazioni, doveva essere una partita contendibile con la candidatura di Marco Cappato. E invece Adriano Galliani ha avuto la meglio. Cos’è successo?
Le suppletive nel capoluogo lombardo erano in effetti elezioni a cui tutti noi abbiamo guardato con grande interesse. Sulla carta, Cappato doveva essere un nome piuttosto competitivo. In realtà, dati alla mano, Galliani ha preso in percentuale più voti rispetto a Silvio Berlusconi.
L’affluenza è stata bassissima.
Anche questo in un certo senso è stato un fattore che ha giocato a favore dell’affermazione del centrodestra. Cappato non era un candidato del Pd e molto probabilmente l’elettorato di centrosinistra non si è mobilitato. Quello di centrodestra invece sì.
Alle amministrative di Foggia, invece, il “campo largo” ha sbaragliato il centrodestra. Una prova di tenuta replicabile anche in altri contesti?
Partiamo dal presupposto che ogni realtà è a sé. Tuttavia, va detto che oggettivamente il campo largo ha tenuto bene. Il Pd si conferma il primo partito, ma nel caso della città pugliese anche il Movimento 5 Stelle e gli altri partner della coalizione hanno “funzionato” in termini di gradimento elettorale.
Ma questo primato acclarato del Pd sul Movimento 5 Stelle, secondo lei, esacerberà il rapporto fra i due leader?
Se è vero che Lega e FdI sono prima competitor che alleati, questa cosa vale a maggior ragione tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico. Dirò di più: mi aspetto che di qui ai prossimi mesi, in vista delle elezioni europee, i toni fra i due saranno ancor più tesi. Ma per “colpa” dei grillini che sono alla ricerca di una legittimazione europea.