Le due prossime tappe del premier in Africa sottolineano la rilevanza strategica di un modello di cooperazione su più fronti: da quello energetico a quello economico. Ecco gli appuntamenti
Rafforzare i legami fra l’Italia e i Paesi dove Eni è attiva alla voce gnl, nella consapevolezza che l’energia è la colonna portante del Piano Mattei. Giorgia Meloni si appresta ad effettuare una visita in Congo e Mozambico, accompagnata dal numero uno di Eni, Claudio Descalzi: inzialmente previsto su due giorni, il viaggio è stato asciugato nei tempi a causa degli attacchi di Hamas in Israele. Il presidente del Consiglio oggi sarà a Maputo per incontrare il presidente Filipe Nyusi e subito dopo si sposterà a Brazzaville per la cena con il presidente della Repubblica del Congo, Denis Sassou N’Guesso.
Obiettivo Africa
Già in occasione del contatto telefonico tra Meloni e N’Guesso della scorsa primavera, era emersa l’importanza della visione italiana tarata sul nuovo partenariato con l’Africa, ispirato a un modello di cooperazione non predatorio. Il Piano Mattei per l’Africa, dunque, come modello per distendere l’impegno italiano sia sul fronte della crisi alimentare, con il vertice sui sistemi alimentari che si è svolto a Roma lo scorso luglio, sia sul fronte geopolitico, con la conferenza Italia-Africa slittata a inizio prossimo anno.
La cooperazione economica ed energetica si ritrova, evidentemente, alla voce Eni, con i progetti sulle energie rinnovabili e sul gnl che vede il Cane a sei zampe protagonista nel Progetto Congo, ovvero il primo in assoluto relativo alla liquefazione di gas naturale con una capacità complessiva di produzione di gas naturale di 3 milioni di tonnellate all’anno.
Energia
Nella pratica, la conversione dell’unità di perforazione semisommergibile Scarabeo 5 nell’impianto di separazione e potenziamento definito Floating Production Unit è un passo importante, che si somma all’iper attivismo africano. In Mozambico Eni è presente dal 2006 nel settore Exploration & Production e Refining & Marketing e Chimica, passaggio che verrà completato strategicamente entro il prossimo semestre circa l’investimento sul secondo progetto di Gnl in Mozambico. Come detto dall’ad Claudio Descalzi, il lavoro in loco è completato al 90% e ora Eni attende di capire come proseguirlo. Coral Sul è controllato per due terzi con Exxon Mobil e la cinese Cnpc; il restante 10% è in mano alla portoghese Galp, Korean Gas Corp ed Ehn, la compagnia statale petrolifera del Mozambico.
Risale a circa un anno l’invio del primo carico di gas naturale liquefatto prodotto dal giacimento Coral, dall’impianto Flng che è operativo dopo soli 5 anni, con una capacità di liquefazione di gas pari a 3,4 milioni di tonnellate all’anno e produrrà gnl dai 450 miliardi di metri cubi di gas del giacimento Coral. Con questa iniziativa il Paese africano è entrato sulla scena globale del gnl e al contempo ha offerto all’Europa la possibilità di diversificazione delle proprie forniture.
Scenari
La stabilizzazione della Libia e del Nord Africa è un altro elemento che si sposa con la strategia italiana del Piano Mattei. Il Congo è teatro di una crisi umanitaria ormai certificata e teatro del tragico omicidio dell’ambasciatore italiano Luca Attanasio a Goma, il 22 febbraio 2021. Secondo Emanuele Loperfido (FdI), membro della Commissione Esteri della Camera e della delegazione parlamentare italiana presso l’Osce, “il governo Meloni, in concerto con Eni, con una mossa strategica, sta puntando sul Mozambico e sul Congo, con l’obiettivo di stabilizzare l’area centro-orientale del continente, aprendosi alle nuove riserve di gas, e non solo dato gli giacimenti di terre rare fondamentali per la transizione energetica, di queste nazioni africane”.
E aggiunge: “Questo sviluppo arriva in un momento in cui le tensioni stanno aumentando in Medio Oriente, a maggior ragione a seguito dei recenti attacchi a Israele, e i prezzi energetici sfiorano il picco annuale (petrolio oltre i 100$ al barile europeo e gas a quasi 50€ al Mw/h alla borsa di Amsterdam). Una strategia diplomatico-strategica che punta a conciliare il fabbisogno energetico e la sicurezza energetica con un rafforzamento dei legami e dei rapporti tra il Continente e l’Italia: una rinascita diplomatica dopo anni di basso profilo per meglio difendere gli interessi nazionali, aumentando il prestigio e la sicurezza. Le chiavi di lettura della strategia italiana per l’Africa (il Piano Mattei) non si limitano all’aspetto energetico: Roma vuole proporsi come nuovo attore influente nella regione, promuovendo rapporti commerciali di mutuo benessere, che non rispondano a logiche predatorie o neo-coloniali. Un’ambizione di lungo corso che punta a promuovere le economie africane in un quadro di sviluppo locale, limitando l’insicurezza sociale ed economica foriera dei massicci flussi migratori sperimentati nell’era post-covid”.