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Controllo della mente. L’ultimo campo di battaglia secondo Caligiuri

L’ultimo libro edito da Mazzanti di Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence e direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria verrà presentato in anteprima a Roma e poi a Venezia

“Geopolitica della mente. L’intelligence nel campo di battaglia definitivo” è il titolo dell’ultimo libro edito da Mazzanti di Mario Caligiuri, presidente della Società Italiana di Intelligence e direttore del Master in Intelligence dell’Università della Calabria.

La quarta di copertina sintetizza il contenuto del libro: “Le tecnologie rappresentano un formidabile strumento di dominio che ha come obiettivo definitivo la conquista della mente, oltre la quale non c’è altro. Per capire quello che sta accadendo, dobbiamo cogliere i segnali deboli e unire i punti. Di conseguenza, il metodo dell’intelligence diventa decisivo. In questo modo, sapremo guardare con occhi diversi la guerra in Ucraina e lo scandalo Qatargate al Parlamento europeo, le tensioni anarchiche nel nostro Paese e le reali dinamiche della riconferma del Presidente della Repubblica, i limiti evidenti dell’informazione italiana e i punti necessari della riforma dell’intelligence nazionale. Queste e altre vicende sono illuminate con da una nuova luce, andando al di là delle apparenze per evitare di finire negli ingranaggi del pensiero unico e della disinformazione”.

Il volume verrà presentato in anteprima a Roma e poi a Venezia. “Il nostro Paese – sostiene Caligiuri – deve a Lucio Caracciolo la ripresa della geopolitica, intesa come lo studio dei fattori di potenza di uno Stato che tengono conto, nella lunga durata, della geografia e della storia, collocati nell’attualità dello scenario politico. Le principali teorie geopolitiche argomentano che domina il mondo chi controlla i mari, il centro della terra, l’aria e lo spazio”.

“Infatti – sostiene l’autore del libro – il controllo dei mari ha consentito all’Inghilterra di costruire un impero che si estendeva in tutti i continenti; la presenza militare nelle linee di faglia tra l’Asia e l’Europa è ancora oggi strategica, come nel Grande Gioco dell’Ottocento; il dominio dell’aria venne teorizzato dal generale italiano Giulio Douhet dato che proprio il nostro Paese utilizzò in Libia nel 1911 per la prima volta gli aerei in un conflitto; la corsa allo spazio tra le due superpotenze ideologiche dopo la seconda guerra mondiale venne considerato un fattore determinante”.

Caligiuri conclude sostenendo che “Negli ultimi vent’anni, si è progressivamente esteso lo spazio cibernetico, che è asimmetrico per definizione dove piccoli Stati come territorio possono rappresentare grandi potenze, quali Israele e Corea del Sud. Dal cyber spazio arrivare al sesto dominio, per me quello della mente, il passo è breve, poiché a breve tutto il mondo sarà connesso a Internet. Pertanto se tutti siamo collegati tutti potremmo essere tracciati e quindi in gran parte condizionati. Appunto per questo, potrebbe essere opportuno cominciare a delineare una “geopolitica della mente”, intesa come il campo di battaglia dove si sta svolgendo la lotta per il potere, in modo da esercitare il dominio definitivo sulle persone e sulle nazioni, poiché oltre il controllo della mente non può esserci altro”.



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