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Piano Mattei, il rinvio è un assist per le sinergie tra governo e Copasir

Questa settimana la Farnesina ha comunicato che la conferenza Italia-Africa prevista per il mese di novembre si terrà all’inizio del prossimo anno. Proprio quando il comitato di vigilanza sull’intelligence dovrebbe presentare la sua relazione sul continente

Giovedì pomeriggio la Farnesina ha comunicato il rinvio all’inizio dell’anno prossimo della conferenza Italia-Africa prevista per il mese di novembre. Si tratta dell’evento in cui il governo avrebbe dovuto presentare il Piano Mattei per l’Africa per approccio “non predatorio” alla regione, come ha spiegato Giorgia Meloni, presidente del Consiglio. La motivazione del rinvio, spiega la nota, è il “peggioramento del contesto internazionale di sicurezza” alla luce dell’escalation a Gaza dopo l’assalto di una settimana fa perpetrato da Hamas e Jihad islamica nel Sud di Israele.

Il rinvio, si legge ancora, “consentirà anche un migliore coordinamento con gli altri eventi dell’agenda internazionale”, in particolare in particolare le riunioni dell’Unione Africana e della presidenza italiana del G7, durante la quale l’Africa “avrà un ruolo centrale”. Infatti, il rapporto con il Sud globale “caratterizzerà” la presidenza italiana del G7, come ha spiegato nei mesi scorsi l’ambasciatore Luca Ferrari, sherpa G7/G20 a Palazzo Chigi. “Dobbiamo tendere la mano a questi Paesi, aiutarli a crescere in modo migliore”, aveva spiegato il diplomatico parlando di un “dovere da parte dei Paesi più ricchi”.

Il rinvio, però, potrebbe agevolare il confronto tra governo e parlamento, visto che proprio all’inizio dell’anno prossimo il Copasir, presieduto dal dem Lorenzo Guerini, dovrebbe consegnare la sua relazione sull’Africa, su cui si lavora da diverse settimane coinvolgendo governo, comparto intelligence ma anche centri studi (come rivelato su Formiche.net).

Tanti i fattori che determinano l’attenzione all’Africa: lo sviluppo demografico (secondo la Banca mondiale entro il 2075 l’Africa dominerà la popolazione globale in età lavorativa, coprendo un terzo del totale); le materie prime fondamentali per la transizione green-tech e quindi per quella economica; le questioni di sicurezza immigrazione ma anche rischi legati ai gruppi terroristici e jihadisti); il peso che il continente avrà a livello multilaterale (con i suoi 54 Paesi membri delle Nazioni Unite); il confronto tra modelli che rientra nella più ampia competizione tra superpotenze, Stati Uniti e Cina. Ci sono poi temi urgenti dell’approccio italiano all’Africa, a partire dal contesto europeo e G7 e dalle risorse – economiche ma anche umane – a disposizione del nostro Paese.


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