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L’Europa ha bisogno di una difesa missilistica. I piani Nato, Ue e nazionali

Il Vecchio continente ha bisogno di dotarsi di un sistema di difesa antiaerea e antimissilistica. Le iniziative in campo Nato e Ue si susseguono, e l’Italia può essere protagonista anche grazie alla partecipazione delle sue realtà industriali di settore, come Mbda

La guerra in Ucraina e l’attacco a Israele dimostrano l’importanza di una capacità di difesa missilistica adeguata. Ad affermarlo è stato il presidente della commissione Difesa della Camera dei deputati, onorevole Nino Minardo, intervenendo a margine dell’audizione informale dell’amministratore delegato di Mbda Italia, Giovanni Soccodato. Per il presidente, “Ci sono alcuni programmi importanti al vaglio parlamentare, credo che la valutazione dovrà tenere conto di questa variabile ma anche della necessità di partecipare a programmi di cooperazione europea in questo campo”.

Una difesa aerea per il Vecchio continente

L’audizione, tra l’altro, avviene in concomitanza con l’incontro dei ministri della Difesa dei Paesi Nato, durante il quale dovrebbe venire siglato un impegno formale degli alleati nel partecipare all’iniziativa dello Sky shield europeo, un piano guidato dalla Germania per fornire al Vecchio continente un sistema di difesa contraerea comune. Lanciato l’anno scorso, il progetto ha già ottenuto il sostegno di diciannove Paesi. Il programma, tutt’altro che libero da criticità, con Parigi apertamente contraria al progetto – basato principalmente su sistemi statunitensi e israeliani – è tuttavia un segnale forte delle priorità che i Paesi europea, sia membri Ue, sia Nato, stanno dando alle proprie strutture di difesa. Di recente, tra l’altro, anche il commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton, ha sottolineato la necessità della creazione di un sistema di difesa aerea comune Ue, chiamato Eurodome (“l’Eurocupola”).

Capacità missilistiche europee

Nel corso del suo intervento, l’amministratore delegato di Mbda, Soccodato, ha spiegato come, per “effetto indiretto della situazione geopolitica internazionale che ha portato con la crisi ucraina ad una maggior attenzione da parte dell’Europa e di altri Paesi per i sistemi di protezione missilistica” siano aumentati gli ordini della società, e in generale la richiesta di sistemi, con una “crescita importante a livello di export”. In questo quadro, l’esperienza di Mbda è da ritenersi positiva, essendo “il primo player europeo e il terzo a livello mondiale” nel campo missilistico. “Se non ci fosse stata la creazione di Mbda – ha detto Soccodato – probabilmente oggi l’Europa non avrebbe la capacità a tutto tondo che ha nel settore missilistico”. La società, infatti, è stata il primo progetto nel settore difesa “a mettere a fattor comune capacità progettuali e industriali di diversi Paesi”

Il caso di Mbda

E i risultati si vedono anche nei numeri, con un aumento progressivo del fatturato del gruppo “che ha superato la soglia dei quattro miliardi nel 2021” e che si prevede superi i cinque miliardi nel prossimo piano industriale. Alla base di questi esiti “è molto rilevante l’attività fatta per i clienti nazionali: Italia, Francia, Regno Unito e Germania, perché consente all’azienda di investire in nuova tecnologia, fare innovazione e realizzare prodotti che soddisfino le esigenze dei nostri clienti nazionali”.

Difesa ipersonica

L’amministratore delegato ha colto l’occasione dell’audizione anche per presentare il progetto di ricerca e capacità tecnologica a livello europeo per un intercettore contro i missili ipersonici: Hydis Aquila. “La prospettiva di sviluppo futuro è estremamente importante e completerà i nostri sistemi di difesa aerea con una capacità a lunghissimo raggio e ad alta quota contro missili ipersonici ad alta manovrabilità” ha spiegato Soccodato, aggiungendo come sia fondamentale, andando avanti, “che ci sia la capacità a livello Paese di partecipare a questi programmi a livello europeo e mantenere le competenze tecnologiche e produttive”.

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