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Italia sotto attacco degli hacker russi? Frattasi, Crosetto e Guerini al Cybertech

“L’Italia subisce quasi ogni giorno attacchi DDoS da parte di hacker filo-russi”, ha spiegato il direttore dell’Acn. “È un tema all’attenzione della nostra intelligence”, ha assicurato il presidente del Copasir

L’Italia subisce quasi ogni giorno attacchi DDoS (Distributed Denial of Service) da parte di hacker filo-russi. Lo ha detto oggi Bruno Frattasi, direttore dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, al Cybertech Europe 2023, la principale piattaforma mondiale di networking B2B e organizzatore di eventi per l’industria della cybersecurity, in partnership con Leonardo.

LE PAROLE DI FRATTASI

“Sono attacchi distribuiti”, ha spiegato, “con una capacità di incidenza sul sistema informatico, per cui quel sistema informatico va in crash perché viene sollecitato in maniera da non poter reggere. C’è una disfunzionalità in quel momento che dura qualche ora, nei casi più gravi dura una mezza giornata, ma alla fine lo superiamo”, ha detto Frattasi, invitando i soggetti italiani più vulnerabili a “rafforzare le proprie difese informatiche anche contro questo tipo di attacco”. Per sventare queste minacce, ha aggiunto, “occorre fare tanti investimenti pubblici e privati nella cyber sicurezza: questo è un tema fondamentale”.

L’ATTENZIONE DEL COPASIR

“Anche se è difficile la certezza dell’attribuzione degli attacchi, un problema anche dal punto di vista giuridico, c’è consapevolezza di un’attività malevola da parte di diverse realtà più o meno riconducibili alla dimensione statale”. Lo ha detto Lorenzo Guerini, deputato del Partito democratico e presidente del Copasir, rispondendo a una domanda sugli attacchi da hacker filorussi, a margine di Agorà Netgroup nell’ambito di Cybertech Europe 2023. “È un tema all’attenzione della nostra intelligence e del sistema di sicurezza italiano”, ha aggiunto. Più in generale, ha sottolineato ancora Guerini, “sul cyber c’è bisogno di consapevolezza nazionale e di crescita degli investimenti, ma serve anche una spinta forte a livello europeo delle procedure: il Cyber Resilience Act dovrebbe andare in questa direzione”.

LE PAROLE DI CROSETTO

“Non esiste la sicurezza totale nel mondo cibernetico, esiste una sicurezza accettabile ed è sempre un inseguimento”, ha spiegato Guido Crosetto, ministro della Difesa. “E in questo inseguimento il dovere che ha lo Stato, che hanno le istituzioni è di scegliere sempre il meglio, senza guardare in faccia a nessuno, senza posizioni precostituite, essendo liberi di scegliere solo il meglio”. E ancora: la dinamicità settore della sicurezza cibernetica richiede “un approccio diverso” e uno “Stato più leggero”. Quest’ultimo “deve essere capace di individuare nella rete privata gli strumenti di conoscenza che servono per affrontare questa sfida”, ha proseguito sottolineando come troppe regole “ingessano” un comparto che richiede invece “di cambiare regole”.


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