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L’asse tra Confindustria e governo sulla manovra

Da Capri il presidente degli Industriali, Carlo Bonomi, plaude alla ragionevolezza della finanziaria, nelle stesse ore in cui Giorgia Meloni rivendica il buon uso delle poche risorse a disposizione. Ma c’è il nodo spesa pubblica

Una sponda importante, a due giorni dal varo della manovra (qui l’intervista all’ex viceministro dell’Economia, Enrico Morando). Quella degli Industriali guidati da Carlo Bonomi, ormai prossimo al passaggio di testimone alla guida di Confindustria. C’è la profonda consapevolezza tra gli imprenditori che i soldi da mettere nella finanziaria siano pochi e a malapena basteranno per ridurre in modo strutturale il cuneo fiscale. Ci può stare, come ha fatto capire da Capri, lo stesso Bonomi.

“Questa è una legge di bilancio ragionevole perché queste sono le risorse. Siamo dinnanzi a una manovra che ha dimostrato ragionevolezza e quindi questo è un punto di merito, però è anche una manovra che contiene tanti interventi congiunturali ancorché erano interventi che noi auspicavamo come ad esempio della riconferma del taglio del cuneo fiscale che però non è ancora strutturale”, ha messo in chiaro Bonomi. Non è tutto.

“Se vogliamo fare interventi strutturali dobbiamo aggredire la spesa pubblica, un Paese che spende più di 1.000 miliardi all’anno o riqualifica la spesa pubblica o diventa difficile trovare risorse per fare interventi strutturali che mirino alla crescita del pil potenziale che poi sarebbero la via per assicurare i mercati”. Bonomi ricorda ha in tal senso ricordato ci sono “più di 1.100 miliardi di spesa pubblica: io credo che il 4-5% lo si può riconfigurare. Non entro nel capitolo singolo, però sappiamo tutti quali sono gli sprechi e l’inefficienza della pubblica amministrazione. Ci sono numerosi interventi che negli anni sono stati predisposti dai vari governi che si sono succeduti e nessuno ha più controllato: li abbiamo utilizzati? non li abbiamo utilizzati? Io sono convinto e conosco che ci sono fondi non utilizzati in pancia ai ministeri, perché purtroppo siamo un Paese che non ha un controllo ex post dei provvedimenti”.

Un gioco di sponde che, nei fatti si è tramutato in un vero e proprio asse tra industriali e governo. Nelle stesse ore in cui Bonomi plaudiva al realismo della manovra, il premier Giorgia Meloni dal villaggio Coldiretti al Circo Massimo di Roma, ribadiva come “con la legge di bilancio di lunedì ci concentriamo ancora una volta sulla lotta all’inflazione, non ci sono risorse da sperperare, non ci sono soldi che si possono buttare in cose che non hanno alcun senso, le risorse vanno sulle cose importante e le cose importanti sono imprese, redditi, lavoro, imprese e famiglie. Facciamo il nostro lavoro con determinazione ed è bello sapere che gli italiani che lavorano, che ce la mettono tutta ogni giorno, amando la propria nazione e la propria specificità, beh, sapere che c’è un luogo come questo, dove si comprende davvero quello che si fa, fa tutta la differenza del mondo”.



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