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L’autunno caldo di Meloni tra Schlein e Salvini

La segretaria dem annuncia che l’evento dell’11 novembre a Roma sarà “anche una manifestazione di pace”, ma non si sa ancora se le altre forze di opposizione parteciperanno. Schlein è critica sulla decisione dell’Italia di astenersi dal voto della risoluzione Onu sul Medio Oriente. Mentre Salvini conferma la manifestazione milanese, nonostante la linea low profile di Meloni

Il governo guidato da Giorgia Meloni dovrà fare i conti con due opposizioni. Una “esterna” al suo governo, rappresentata in particolare dai leader del Pd e del Movimento 5 Stelle, Elly Schlein e Giuseppe Conte, e quella “interna”, rappresentata (principalmente, almeno ad oggi) dalla Lega di Matteo Salvini.

Facciamo un po’ di ordine, almeno cronologicamente. La segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein, nel corso della sua intervista a Che tempo che fa di domenica scorsa ha manifestato chiaramente la sua opposizione, appunto, alla scelta del governo di non votare la risoluzione dell’Onu sulla tregua umanitaria a Gaza: “Non si può non votare una risoluzione che chiede una tregua umanitaria. Non possiamo assistere alla violazione del diritto internazionale”, ha detto. Pur rimarcando le responsabilità di Hamas, la numero uno del Pd si dice profondamente critica “verso le politiche del governo di destra di Netanyahu, che oggi non può punire collettivamente tutta la popolazione palestinese”.

Di qui il richiamo alla piazza, con l’annuncio che la manifestazione dell’11 novembre prossimo a Roma, convocata dai dem prima dell’aggressione terroristica di Hamas ai danni di Israele, sarà “anche una manifestazione per la pace”. A questo punto, bisognerà capire chi saranno i compagni di viaggio del Pd. Ci sarà anche il Movimento di Giuseppe Conte?

Quella dell’11 novembre sarà l’occasione per rinsaldare ciò che resta del campo largo usando come terreno (questa volta d’incontro) le tensioni mediorientali? È possibile. Anche se, dalle piazze, in queste settimane sono arrivate voci piuttosto contrastanti. Anzi, c’è un rischio, per usare le parole che l’esponente dem Piero Fassino ha pronunciato nella sua intervista a Formiche.net: “A parole si condanna Hamas, ma in realtà si mette sotto accusa Israele. E questo è inaccettabile”.

La manifestazione convocata dal Pd non sarà l’unica, però. Una settimana prima si terrà una settimana quella voluta dal segretario del Carroccio, Matteo Salvini, a Milano. L’obiettivo dichiarato è quello di “difendere i valori Occidentali”. Una linea che non sembra essere proprio quella scelta dall’esecutivo. Anzi.

Basti ricordare la scelta fatta dal ministro Guido Crosetto negli stessi giorni in cui Salvini annunciava la mobilitazione di piazza. Il ministro della Difesa aveva infatti dichiarato, a seguito degli attentati in Francia e a Bruxelles, l’annullamento della festa delle Forze Armate e della tradizionale parata che si tiene ogni anno il 4 novembre per motivi, appunto, di sicurezza.

Non è solo l’organizzazione della manifestazione meneghina il fronte di attrito tra Meloni e Salvini. Anzi, in questi giorni di discussione sulla manovra – che dovrebbe essere “sigillata” in queste ore prima dell’avvio dell’iter in Senato – il pressing del Carroccio è stato piuttosto intenso. In particolare sulla cedolare secca e sulle pensioni. Il superamento della legge Fornero, infatti, resta un punto identitario per il Carroccio.

Non è finita. Benché anche tra Forza Italia e FdI in questa fase i toni siano accesi – anche se probabilmente si tratta della dialettica che intercorre fra partiti differenti nel momento della stesura di una finanziaria dalle risorse esigue – i due partiti sul piano europeo è ragionevole pensare che trovino una quadra per marciare assieme. Le due famiglie politiche di appartenenza – Ppe ed Ecr – non sono più così distanti. Mentre la Lega, che è ancorata alla famiglia di Identità e Democrazia, rappresenta la bad company sullo scacchiere europeo.

Insomma, forse per Giorgia Meloni in questo frangente vale il vecchio detto popolare: dagli amici mi guardi Iddio, che dai nemici mi guardo io.

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