Colloquio con l’economista ed ex dirigente di Via Nazionale. Il governatore dice bene, a chi investe nel nostro debito bisogna chiarire la strategia sui conti pubblici. Ma non c’è nessuna situazione di emergenza. La Bce? Se serve, non potrà astenersi dall’intervenire con lo scudo
Nel giorno in cui il differenziale tra i rendimenti dei titoli italiani e tedeschi si porta oltre quota 200 (ma c’è il carburante del conflitto in Israele a innervosire i mercati), l’Italia torna a domandarsi se il 2024 porterà in dote un cambio di postura dei mercati verso lo Stivale e il suo debito. Tutto, o quasi, è partito da quello che è suonato più come un consiglio che un vero e proprio allarme.
Ovvero, la sortita del governatore uscente della Banca d’Italia, Ignazio Visco, il quale ha invitato il governo Meloni ad affrontare con decisione le crescenti preoccupazioni degli investitori riguardo al debito pubblico italiano. La richiesta, arrivata a mezzo Financial Times, è fondata sull’urgenza di ridurre il deficit fiscale e di attuare riforme sostanziali volte a stimolare la crescita economica e, allo stesso tempo, a rassicurare gli investitori sul futuro economico del Paese.
Visco ha inoltre evidenziato con preoccupazione l’incremento dei costi di finanziamento subìto dall’Italia, che porta gli investitori a cercare di tutelarsi rispetto alle prospettive di crescita a lungo termine incerte e all’alto livello di indebitamento. Insomma, guardia alta ma non troppo. Formiche.net ne ha parlato con l’economista ed ex alto dirigente di Palazzo Koch, Angelo De Mattia.
“Non penso che siamo in una situazione di allarme o quanto meno difficile per quanto riguarda lo spread. Siamo ancora su un livello gestibile”, mette subito in chiaro De Mattia. “Quello che ha detto Visco è che semplicemente c’è bisogno di certezze, sia dal lato della manovra, sia della crescita. La legge di Bilancio ammette e certifica il poco spazio di manovra, in modo verosimile. Non bisogna disperdere le risorse in mille rivoli. L’altra certezza, è quella della crescita e del debito, i mercati vogliono una traiettoria chiara, netta. Manovra e gestione delle finanze non solo legate, il governo può benissimo fare la sua legge di Bilancio e poi programmare in modo inequivocabile una riduzione del debito. Questo chiedono gli investitori e questo è il messaggio di Visco”.
L’economista torna sullo spread, rimarcando un concetto. “Nei giorni scorsi qualcuno ha paventato un differenziale a 350 punti base entro qualche settimana, ecco, bisognerebbe evitare questi annunci che non fanno bene ai mercati. Bisogna sempre ricordarci che il sostegno al debito non arriva solo dalle scelte finanziarie ma anche dalla politica monetaria”. Che cosa significa?
“Mi riferisco in particolare allo scudo anti-spread della Bce (il cosiddetto Tpi, tra le cui condizioni per l’acquisto di debito pubblico, una volta sepolto il Pepp, c’è il collocamento del debito stesso su un percorso sostenibile e su una traiettoria discendente, secondo una valutazione di sostenibilità fatta dalla Bce stessa, insieme alla Commissione europea, ndr). Ritengo che in casi di emergenza, cosa da cui l’Italia è lontana, lo voglio ribadire, possa e debba essere utilizzato. Le regole di bilancio servono a impedire che si arrivi all’emergenza, ma qualora ci si arrivi non si può stare con le mani in mano”. Insomma, “se davvero avessimo una situazione critica sul fronte dello spread, questo strumento dovrebbe essere attivato e la stessa Banca centrale europea non potrebbe astenersi dall’intervenire”.