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Musk placa le paure dell’Ue sulla disinformazione, ma Bruxelles richiama anche Meta e TikTok

Il commissario europeo al Mercato interno Thierry Breton ha ricevuto la risposta che attendeva dall’azienda del tycoon. “Non c’è posto su X per organizzazioni terroristiche”. Chiuso, forse, questo capitolo, l’Europa è pronta ad aprirne un altro con Zuckerberg e Zi Chew

Alla fine, la contro risposta è arrivata. Dopo la lettera firmata dal commissario europeo per il Mercato interno, Thierry Breton, e spedita a Elon Musk, oggi la società del tycoon ha risposto alle preoccupazioni di Bruxelles sulla disinformazione relativa all’attacco di Hamas. Naturalmente, X (o Twitter, per i più romantici) si difende da ogni accusa. Ad ogni modo, l’amministratrice delegata, Linda Yaccarino, ha affermato di aver rimosso centinaia di account affiliati al gruppo terroristico, così come sono stati etichettati o rimossi decine di migliaia di post da sabato, giorno dell’attacco.

“Non c’è posto su X per organizzazioni terroristiche o gruppi estremisti violenti e continuiamo a rimuovere questi account in tempo reale”, spiega l’ad nella lettera. La società che rappresenta si sta prodigando con “sforzi proattivi” per rispondere “entro i tempi richiesti” a “oltre 80 richieste di rimozione di contenuti ricevute dall’Unione europea”. Tuttavia, ha voluto precisare Yaccarino, non è stata notificata alcuna contestazione da parte di Europol relativa ai contenuti illegali.

Ad ogni modo, X starebbe “valutando e affrontando in modo proporzionato ed efficace i contenuti falsi e manipolati identificati durante questa crisi in continua evoluzione e mutevole”. L’azienda ha riunito “un gruppo dirigente” che potesse analizzare la situazione e adeguare le politiche di moderazione previste dalla piattaforma social, così da limitare quanti più contenuti illegali o che incitassero all’odio e alla violenza. Insomma, tutto è stato fatto seguendo le regole.

Pertanto, il concetto è che le preoccupazioni dell’Europa non devono andare oltre il giusto allarmismo. Breton aveva chiesto di “elencare le violazioni, in modo che il pubblico possa vederle” e X afferma di aver già eseguito la richiesta. Se si può dire parzialmente chiuso il capitolo con Twitter, Bruxelles è pronta ad aprirne un altro con Meta e TikTok.

Alla prima la notizia è stata comunicata ieri, mentre all’app cinese quest’oggi. Entrambe devono fare di più sulla disinformazione relativa a Israele e avranno 24 ore di tempo per dare “una risposta tempestiva, precisa e completa”, così da evitare le sanzioni previste dalla legislazione europee. Soprattutto l’azienda di Shou Zi Chew “ha l’obbligo particolare di proteggere i bambini e gli adolescenti dai contenuti violenti e dalla propaganda terroristica”. Un riferimento a dei video che “raffigurano la presa di ostaggi”.

Bruxelles dunque continua a martellare le piattaforme di social network affinché rispettino le sue leggi. Nel frattempo, sembrerebbe atterrare su altri lidi. Ieri, sempre Breton aveva annunciato di essersi iscritto a Bluesky, l’alternativa a X. Nel giro di un giorno, ha già superato i cinquemila follower. L’idea è quella di spostarci tutte le istituzioni europee, aprendo un loro profilo. Se lasceranno il vecchio Twitter, dipenderà da Musk.



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