Il Consiglio europeo dei leader musulmani ed ebrei si è riunito a Siviglia, esprimendo la massima preoccupazione riguardo i terribili eventi in Medio Oriente. Il rischio è che sfiducia e pregiudizi possano sfociare nella violenza. Prevenzione e totale condanna di qualsivoglia forma di odio alla base del programma condiviso
Esserci gli uni per gli altri, nel nome della cooperazione. Le tensioni in Medio Oriente e i riverberi sul piano europeo preoccupano. Ed è per questo che il Consiglio di amministrazione di Mjlc, il Consiglio europeo dei leader musulmani ed ebrei, si è riunito a Siviglia.
Alla riunione, hanno partecipato il presidente e mufti di Sarajevo Nedzad Grabus, i due vicepresidenti Michael Schudrich, rabbino capo di Polonia, e l’imam Yahya Pallavicini dall’Italia, Schlomo Hofmeister, rabbino di Vienna, Tarafa Bagajati dall’Austria e, in collegamento da Israele, l’altro presidente rabbino Pinchas Goldschmidt.
I vertici dell’Mjlc si sono concentrati, in particolare, sulle previsioni e sulle azioni necessarie per prevenire in Europa un impatto negativo che possa essere provocato dal conflitto in Israele. “Vediamo con la massima preoccupazione come i terribili eventi in Medio Oriente stiano avendo un impatto profondamente preoccupante in Europa, portando a sfiducia e pregiudizi che possono sfociare nella violenza – si legge in una nota stilata a seguito della riunione – . È tempo per noi di esserci l’uno per l’altro nei momenti difficili. Un attacco contro uno di noi è un attacco contro noi tutti. Anche se tra i nostri membri, e non solo, sappiamo che tale solidarietà esiste, c’è la necessità di diffondere e amplificare questo messaggio”.
Il cda di Mjlc ha compilato una lista di cinque punti operativi per affrontare eventuali tensioni in Europa. “Il dialogo e la cooperazione pacifica – scrivono – non sono mai stati così vitali come durante i periodi di conflitto. Pertanto, invitiamo le comunità musulmane ed ebraiche in Europa a mantenere un’apertura l’una verso l’altra e ad agire in uno spirito di cooperazione in questi tempi bui in cui ce n’è più bisogno”. “Sia l’Islam che l’Ebraismo – si legge ancora nella nota – aborriscono la violenza e il terrorismo, non perdonano l’uccisione di civili, i rapimenti e altri atti di violenza e chiedono che prevalga il diritto internazionale. Tutti i luoghi sacri, ovunque siano, devono essere protetti”.
Da ultimo, l’Mjlc esorta a “promuovere azioni concrete tra musulmani ed ebrei come cittadini europei”. Da questo punto di vista – si legge ancora nel documento – “il “Programma Ambasciatori Mjlc è un eccellente esempio di come i giovani leader delle rispettive comunità, ebraica e musulmana, possano cooperare insieme nelle loro città d’appartenenza”.
Nelle due città di Cordoba e Siviglia si sono svolte anche le due sessioni dell’assemblea generale Eulema (Consiglio dei leader religiosi musulmani d’Europa), con la partecipazione di autorevoli rappresentanti musulmani da 22 Stati europei.
La discussione si è concentrata molto sulle conseguenze dell’attacco terroristico e dei rapimenti in Israele, sulla necessità di non confondere la dignità di un popolo con un’emanazione criminale e sulla preoccupazione di strumentalizzazioni e infiltrazioni eversive tra alcuni manifestanti in Europa.
“La ricerca di salvaguardare il dibattito pubblico da polarizzazioni contrapposte e generalizzazioni identitarie o etiche si accompagna alla necessità di chiarire l’identità di ogni religione e di ogni rappresentanza nazionale e politica che non possono mai legittimare odio e violenza, tirannia e distruzione. Una campagna coordinata tra musulmani ed ebrei d’Europa nei confronti delle varie rappresentanze politiche nazionali e degli organi di stampa sarà promossa come prima azione di sensibilizzazione e prevenzione”.