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Troppa frammentazione per la Difesa europea. Il punto di Folgiero

Nel corso della terza edizione della Conferenza Europea sulla difesa e la sicurezza, tenutasi a Bruxelles, l’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, lancia l’allarme: la frammentazione dei budget europei della difesa mette a rischio il settore, c’è bisogno di strumenti che rafforzino la collaborazione nel Vecchio continente

La frammentazione europea per quanto riguarda i budget della difesa disperde le risorse e mette a rischio le aziende del settore. A dirlo è stato l’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, a margine della terza edizione della Conferenza Europea sulla difesa e la sicurezza, tenutasi a Bruxelles, dove ha richiamato i principali gruppi industriali della difesa del Vecchio continente. “In Europa – ha detto Folgiero – l’industria militare è retta da singoli Stati membri, ognuno con il proprio budget nazionale”, un quadro che non facilita né gli investimenti, né la programmazione di progetti comuni. “È fondamentale promuovere la collaborazione all’interno del comparto, per cui abbiamo anche degli strumenti a disposizione, come la bussola strategica dell’Ue”.

Gli strumenti Ue

Come registrato dall’amministratore delegato, l’Unione europea ha già messo in campo alcuni strumenti, come il Fondo europeo della Difesa, impegni di cui l’Ue deve farsi sempre più carico. “L’Ue ha il compito di fare la sua attraverso politiche volte a favorire la cooperazione e la competitività”. Come ricordato ancora da Folgiero, l’Ue sta attualmente elaborando una strategia per consolidare il settore. Un programma che include il fondo per il rafforzamento del procurement congiunto, l’Edirpa, e il piano di investimenti nella difesa imminente dell’European defence improvement programme (Edip), “strumenti che mirano a promuovere una maggiore cooperazione tra le aziende degli Stati membri”

Un budget unico

Sul tema, del resto, è intervenuto anche commissario Ue al Mercato interno, Thierry Breton, che intervenendo all’European Defence and security conference ha proposto di collegare insieme gli otto miliardi del Fondo europeo per la Difesa con i trecento milioni messi a disposizione dall’Edirpa (iniziativa per il procurement congiunto), e i cinquecento milioni dell’Asap (programma per finanziare il rinfoltimento degli arsenali ridotti dall’invio di aiuti all’Ucraina). “Ci serve un programma che cristallizzi l’ambizione europea, che diventi un precursore di un reale programma industriale per la difesa all’interno del prossimo framework finanziario multi-annuale del budget Ue” ha osservato Breton, aggiungendo come “il nostro obiettivo è chiaro, dobbiamo sostenere e allargare l’Asap e l’Edirpa, dobbiamo evitare uno shut down della difesa nel 2025 e costruire un ponte verso il prossimo budget Ue”. E per fare questo, ha sottolineato Breton, ci sarà bisogno del supporto dell’industria europea.

L’impegno dell’industria

Sul tema del necessario supporto delle aziende, ciascuna “con le proprie priorità e resistenze” allo sforzo europeo di sostruzione di una sua dimensione della Difesa è intervenuto anche Folgiero, riconoscendo come la sfida stia “nel garantire che l’approccio dall’alto verso il basso, che promuove la collaborazione, si traduca in un impegno effettivo da parte delle aziende”. Per fare questo, è però necessario che l’Ue metta a disposizione le sue realtà, come l’Agenzia per la Difesa europea (Eda) e l’Organizzazione congiunta per la cooperazione in materia di armamenti (Occar) “per garantire che gli interessi comuni si traducano in azioni concrete”.

La realtà di Fincantieri

In questo senso, un’esperienza come quella di Fincantieri, che già partecipa a diversi programmi congiunti europei, come dimostrato dalla joint venture Naviris insieme alla francese Naval Group, per la costruzione di fregate di prossima generazione, attraverso programmi come Horizon e Fremm, o con la Germania per la costruzione di sottomarini, possono essere una preziosa piattaforma di partenza per future collaborazioni industriali europee. Nel dettaglio, per esempio, la joint venture con Naval Group “vede come prioritari i temi della ricerca e sviluppo, puntando a sinergie significative anche in termini industriali”, priorità che hanno il fine di “promuovere un’industria della difesa europea più integrata, contribuendo all’allineamento dei requisiti e alla cooperazione industriale”.

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