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La vittoria di Tusk in Polonia è una buona notizia per l’Ue e l’Italia. Parola di Alli

Conversazione con il presidente di Alternativa Popolare: “Meloni e Salvini dovranno prendere atto che il populismo allo stato puro alla lunga non paga. L’idea che ci sia uno spostamento al centro dell’asse del centrodestra è una notizia positiva e si colloca nella direzione auspicata anche dallo stesso Weber”

L’idea che ci sia uno spostamento al centro dell’asse del centrodestra è una notizia positiva e si colloca nella direzione auspicata anche dallo stesso Weber, spiega a Formiche.net il presidente di Alternativa Popolare Paolo Alli. L’occasione è data dal cambio di postura del governo polacco, che porta in pancia non solo un riequilibrio filo-Ue di Varsavia, ma anche una serie di strategie legate al percorso di Ppe e Ecr.

Al netto del primato del partito PiS, si va verso un governo Tusk in Polonia. Cambia anche lo scenario europeista di Varsavia?

Se i risultati saranno confermati si manifesta certamente un’inversione di tendenza rispetto allo spostamento a destra che, nelle ultime elezioni, si è visto in tutta Europa. La Polonia è evidentemente un tassello fondamentale anche rispetto alla tenuta sul sostegno sull’Ucraina, questo è un risultato in totale controtendenza rispetto alle elezioni in Slovacchia di poche settimane fa. Quindi questa è una buona notizia per l’Europa.

E per l’Italia?

Anche, perché Meloni e Salvini dovranno prendere atto che il populismo allo stato puro alla lunga non paga. In Italia esiste anche un’asimmetria un po’strana, perché il centrodestra italiano di fatto ingloba i moderati, l’ala centrista, ma anche l’ala d’estrema destra. In Polonia, come anche nello stesso Parlamento europeo, la destra estrema è un’altra cosa rispetto al centrodestra: per cui l’Italia dovrà fare una riflessione su questo risultato. Certamente Varsavia si avvicina un po’ di più a noi e se Tusk sarà chiamato a governare sarà sicuramente in grado di attenuare quelle posizioni euroscettiche che si erano formate.

Come il risultato polacco si inserisce nel dibattito circa il dialogo fra Ppe e Ecr?

È vero che l’ala destra polacca, più vicina alle posizioni di Orban, è più radicale rispetto a certe posizioni che ci sono in Ecr. Per quanto resti sempre il partito di maggioranza relativa, rappresenta comunque un evidente depotenziamento di questa tendenza nel popolo polacco. Inoltre lo peso come un segnale positivo che dovrebbe dare più fiato anche al Partito Popolare europeo in vista delle elezioni. Rispetto alle tendenze di tutta Europa, ciò dà una misura della preoccupazione del popolo, dal momento che la guerra avvicina i confini e quando la gente è preoccupata per la propria sopravvivenza esercita il più possibile i diritti che la democrazia consente.

Quanto ha influito sul voto la posizione geostrategica della Polonia?

Molti polacchi hanno da sempre il terrore dell’espansionismo russo quindi questo voto deve far riflettere: non è possibile arrivare a posizioni così estreme da essere quasi contro l’Ucraina.

Le mosse del Ppe a questo punto come verranno influenzate?

La posizione di Weber è caratterizzato da un’idea di un disegno dialogante con altri: qui vediamo uno spostamento dell’asse complessivo. Se lo prendiamo con i criteri italiani, il centrodestra polacco avrebbe più del 70% dei voti, quindi è uno schieramento largamente dominante ma è asimmetrico rispetto al sistema italiano. In questa prospettiva l’idea che ci sia uno spostamento al centro dell’asse del centrodestra è una notizia positiva e si colloca nella direzione auspicata anche dallo stesso Weber, cioè di un dialogo con la Meloni a cui è aperto. Io condivido la posizione di Weber in questo senso, perché alla fine tra i conservatori e i popolari europei le distanze ci sono, ma non sono così esageratamente determinanti, se si esclude l’ala estrema di Orban e di Le Pen, dove purtroppo Salvini ha deciso di incagliarsi. Aggiungo che in pochi ricordano Tusk non solo come premier ma anche come presidente del Ppe: l’ho apprezzato in quel ruolo per le sue posizioni. Per l’intera famiglia dei popolari europei sicuramente questa è una buona notizia e, a mio parere, va nella direzione auspicata da Weber.

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