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Zelensky in Israele. Unità occidentale sull’Ucraina e contro Hamas

Il presidente ucraino programma una visita strategica in Israele. Il senso è di trasferire sul dossier mediorientale il sentimento di unità occidentale visto sull’Ucraina. E poi ci sono interessi bilaterali

L’intenzione del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di visitare Israele come dimostrazione di sostegno dopo l’attacco di Gaza serve all’unità dell’Occidente — che ha risposto in modo compatto per la protezione — e serve a ricordare che i due dossier sono separati, sebbene comuni nell’approccio. La propaganda anti-occidentale sta infatti spingendo su questo tema: la Nato allenterà la sua concentrazione sull’Ucraina perché dovrà virare su Israele. Il senso è di sminuire il supporto a Kyiv (e poi dimostrare che i Paesi occidentali sono come alla costante ricerca di coinvolgimento militare in questioni esterne).

I due dossier sono chiaramente separati, uno riguarda una guerra di aggressione condotta in Europa dal nemico della Nato; un altro amplifica la dimensione di un dossier molto interno (per quanto a ricaduta storica regionale) dopo un’operazione terroristica che per quanto clamorosa — per ora — tale resta. L’eventuale visita di Zelensky, ebreo, serve a dare certe sottolineature, ma anche a rimarcare certe continuità.

Secondo fonti di funzionari ucraini e israeliani che hanno parlato con alcuni media internazionali, la visita di Zelensky non solo simboleggerebbe la solidarietà, ma potrebbe anche rafforzare il sostegno internazionale alla controffensiva di Israele contro Hamas. Il presidente ucraino ha presentato una richiesta formale all’Ufficio del primo ministro israeliano per il coordinamento della sicurezza del viaggio, anche se le discussioni sono ancora nelle fasi iniziali.

Il contesto

Nell’ottica di Zelensky, l’idea di raggiungere Israele è una testimonianza del suo impegno a inalzare il ruolo dell’Ucraina sulla scena internazionale. Nelle sue recenti dichiarazioni, ha sottolineato l’importanza che i leader mondiali visitino Israele in questo periodo tumultuoso. Non è casuale la sua presenza al vertice ministeriale Nato di ieir in cui si è anche parlato di Israele.

Sostegno a Israele

Il sostegno incondizionato di Zelensky a Israele è evidente, dovuto, atteso. Usando una narrazione quasi logica, ha paragonato l’attacco di Hamas a Israele all’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin. L’ucraino è stato tra i primi leader mondiali a contattare l’israeliano Benjamin Netanyahu dopo l’attacco. L’urgenza del legame in questo momento difficile si riflette su una richiesta di assistenza che Kyiv aveva già rivolto a Israele — anche sfruttando il vettore delle relazioni militari Russia-Iran, non quello più personale dell’ebraismo.

Un forte contrasto

Nel contesto più ampio delle relazioni internazionali, la posizione della Russia durante il conflitto di Gaza è invece volutamente ambigua. Il governo russo si è astenuto dall’esprimere sostegno a Israele o condannare Hamas per l’attacco. Questa posizione è particolarmente interessante alla luce della storia della Russia che ha avviato discussioni diplomatiche con Hamas, ospitando anche delegazioni ufficiali di Hamas a Mosca nel corso degli anni, mentre il Cremlino rivendica — anche attraverso processi di revisionismo storico — un ruolo centrale nella lotta al nazismo e nell’antisemitismo. Per intenderci, chiama il governo di Kyiv “giunta nazista”.

Il significato

La visita proposta da Zelensky in Israele avrebbe dunque un peso simbolico significativo. Evidenzia la volontà delle nazioni occidentali di restare unite in tempi difficili e mostra l’impegno dell’Ucraina a non rimanere isolata nella crisi in corso. Inoltre, ha il potenziale per raccogliere un maggiore sostegno internazionale alla controffensiva di Israele contro Hamas, ponendo le basi per un più deciso supporto dal fronte occidentale.

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