Il colosso dell’e-commerce nel 2019 aveva dovuto gettare la spugna per la contrarietà di Pechino all’Ipo del secolo. Ora ci si mette la guerra dei chip a rovinare i nuovi sogni di Borsa di Jack Ma. Che fa un altro passo indietro dal colosso
Sembra un deja vù e forse lo è per davvero. Sono passati ormai quasi quattro anni da quando il governo cinese manomise l’Ipo di Ant, il braccio finanziario di Alibaba. Era, ai tempi, la quotazione del secolo, non si era mai vista prima una simile quantità di capitale approdare in Borsa, 37 miliardi di dollari. Ma Pechino non era d’accordo e fece saltare il banco. Da quel momento è iniziata la discesa agli inferi di Jack Ma, l’enfant prodige della tecnologia cinese, l’uomo capace di sfidare Amazon. Oggi che Ma si è defilato da Alibaba, cedendo le cariche ma rimanendo azionista e perdendo il controllo di Ant lo scorso gennaio, il copione sembra ripetersi.
Sotto forma di blocco della quotazione di cloud e supermercati. Una mazzata su Alibaba che ha perso oltre il 10% a Hong Kong, bruciando 20 miliardi di dollari di capitalizzazione di Borsa. Stavolta però il governo c’entra meno. Lo scorso giovedì Alibaba ha pubblicato i conti del terzo trimestre, chiuso con ricavi per 31 miliardi e utili per 3,9 miliardi. Risultati sotto le attese del mercato che, tuttavia, è stato scioccato più che altro dal sorprendente annullamento del piano di riorganizzazione annunciato a marzo, solo pochi mesi fa.
Quel piano prevedeva la divisione di Alibaba in sei società distinte per far emergere il valore delle tante attività svolte dal colosso cinese. Le divisioni di logistica, cloud e supermercati, in particolare, erano destinate in tempi brevi allo scorporo dalla casa-madre e alla quotazione in Borsa.
Questi i buoni propositi. Ma poi Alibaba ha infatti annunciato il rinvio della quotazione dei supermercati per via delle condizioni di mercato avverse e soprattutto la cancellazione dello scorporo del ramo cloud che, secondo le stime degli analisti, poteva valere fino a 41 miliardi di dollari in Borsa. Perché? Secondo il conglomerato cinese, la guerra dei chip fra Pechino e Stati Uniti ha creato un livello di incertezza tale da sconsigliare la separazione della nuvola.
Finita qui, anzi no. Un’altra notizia non troppo confortante si è abbattuta sul titolo. Il trust della famiglia di Jack Ma, co-fondatore di Alibaba, venderà nei prossimi giorni 10 milioni di azioni per un incasso di circa 870 milioni di dollari. La vendita sarà effettuata il 21 novembre da JSP Investment e JC Properties, fondi che fanno parte del trust di famiglia. Non di certo un attestato di stima da parte dell’ex presidente della società, dimessosi nel 2019 per poi sparire per diversi mesi dalla scena pubblica.