Il giorno dopo aver auspicato una distensione nelle relazioni con il Dragone, da San Francisco il segretario al Tesoro torna ad accusare le aziende cinesi di sostenere lo sforzo bellico russo in Ucraina. Ora palla a Biden e Xi
Mano tesa ma non troppo. Il giorno dopo aver lanciato chiari segnali di distensione alla Cina, Janet Yellen mette un paletto. E c’è di mezzo la Russia. Il sapore è quello dell’avvertimento. “Le aziende cinesi che sostengono lo sforzo bellico russo in Ucraina dovranno affrontare una punizione per le loro azioni”, ha ammonito il segretario al Tesoro da San Francisco, dove si sta per aprire il forum dell’Apec, che vedrà salire sul medesimo palco, Joe Biden e Xi Jinping.
“Gli Stati Uniti hanno visto prove dell’assistenza cinese e hanno esortato Pechino a dare un giro di vite. Le aziende cinesi, torno a ripetere non devono fornire sostegno materiale al settore industriale della difesa russo e che, se lo faranno, dovranno affrontare conseguenze significative. Siamo determinati a fare tutto il possibile per arginare questo flusso di materiale che aiuta la Russia a condurre questa guerra brutale e illegale”.
La Cina è per la verità già sotto sanzioni da parte degli Stati Uniti, così come molte aziende del Dragone. Le quali si sono già viste tagliare il proprio business fuori dai mercati internazionali, un po’ come accaduto con le banche russe. “Ci piacerebbe vedere la Cina smettere di aiutare la Russia”, ha chiarito Yellen.
Ieri i toni era di tutt’altra intonazione. L’ex governatrice della Fed ha incontrato il vice primo ministro cinese He Lifeng, in vista in occasione del vertice della Cooperazione economica per l’Asia-Pacifico (Apec), in programma proprio nella metropoli californiana. Prove generali di dialogo, nell’attesa di poter alzare il tiro, proprio con il bilaterale tra Xi Jinping e Biden, il prossimo 15 novembre. Ma intanto Yellen ha sminato il terreno, dichiarando al termine del vertice con He, che gli Stati Uniti non hanno alcun desiderio di interrompere i legami economici con la Cina. “Cerchiamo una relazione economica sana con la Cina che benefici entrambi i Paesi nel tempo. Quando abbiamo preoccupazioni su pratiche economiche specifiche, come quelle che impediscono alle aziende e ai lavoratori americani di competere su un terreno di gioco equo, le comunicheremo direttamente”.
Perché Stati Uniti e Cina “hanno l’obbligo di stabilire linee di comunicazione aperte e sicure e d’impedire che i disaccordi degenerino in conflitto, ma sanno anche che la nostra relazione non può essere limitata alla gestione delle crisi, ha scritto Yellen in un articolo pubblicato nei giorni scorsi dalla Washington Post. In quella occasione aveva invitato il governo cinese a cooperare sulla lotta ai cambiamenti climatici e su altre questioni di comune interesse, e a non lasciare che i disaccordi sul commercio facessero deragliare i rapporti bilaterali.