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Congresso, europee e Commissione Ue. Dove andrà Forza Italia (con Tajani)

Il segretario di Forza Italia avvia una fase storica e del tutto nuova per il partito, nell’anno zero del post berlusconismo. In primis spiega che è FI il centro e non altri “(il Terzo polo è fallito”), in secondo luogo rivendica il ruolo in maggioranza, quello nelle crisi internazionali, ribadendo la postura del partito e, quindi, il legame con chi in Ue lavora per un centrodestra unito

Il congresso, il nuovo segretario, le elezioni europee e i destini dell’Europa di domani. Forza Italia ha stilato il suo cronoprograma che la condurrà verso un dodecamino significativo (e storico) per via di alcuni fattori oggettivi: è l’anno zero del post Silvio Berlusconi, è in maggioranza nel primo governo di destra dal 2011 a oggi, è saldamente ancorata al Ppe di Manfred Weber con cui condivide le strategie in Ue e tutto lascia credere che influirà sulla prossima governance continentale dopo le elezioni del prossimo giugno. Il segretario nazionale, Antonio Tajani, lo ha spiegato dal palco del meeting di partito Etna 23 a Taormina.

Politica interna

Punto di partenza, le dinamiche interne al partito: il primo appuntamento è in programma a febbraio, quando verrà celebrato il congresso per eleggere il nuovo segretario, accanto al quale procederanno “nuove idee per la campagna elettorale per le europee”. Gli spunti sono noti e son già all’attenzione dei possibili candidati, che dovranno riflettere su come mettere a frutto la presenza nei territori. Tajani rivendica posizione e piglio del partito: “Siamo una grande forza cristiana, liberale, garantista, riformista, europeista e atlantista”, con un obiettivo già scritto: raggiungere il 10% alle elezioni europee di giugno al fine di confermare il trend nazionale e contribuire ad essere punto di riferimento dei moderati, perché “vogliamo dare ulteriore forza e slancio al partito in un’area che ci vede da sempre come punto di riferimento nel Paese, ci sono tutte le condizioni per centrare l’obiettivo. I sondaggi ci premiamo e gli italiani sanno che possono fidarsi di noi”. Punto di caduta è l’Ue e i suoi organi decisori.

Dunque il centro del centrodestra, anche perché l’altro centro, il Terzo polo, è fallito, spiega il vicepremier. Il ruolo di FI in maggioranza è significativo, osserva, come parte di un meccanismo che sta funzionando al meglio: “Il governo è al lavoro e Forza Italia fa la sua parte”, lo dimostra, tra le altre cose, la positiva valutazione generale per la quarta volta di un’agenzia di rating, “significa che la valutazione generale del nostro paese anche al di là dei nostri confini è positiva, lo spread è arrivato a circa 170, ciò significa che si può lavorare bene che ci sono delle buone prospettive nonostante le difficoltà esterne”.

La questione migratoria

Non solo manovra e europee, ma anche rilievo a importanti decisioni prese dal governo. Il riferimento è allo storico accordo tra Italia e Albania sui migranti, che secondo Tajani “andrà bene e che rappresenterà un fatto importante”. In primis rispetta tutte le regole comunitarie e del diritto internazionale, in secondo luogo, assicura, “faremo tutto ciò che occorre adesso per dare seguito all’intesa raggiunta ed anche per spiegarne la bontà dei contenuti di questa iniziativa”. Sullo sfondo le critiche interne delle opposizioni italiane, accanto a quelle esterne come fatto inaspettatamente dal Pse, giunto perfino a chiedere l’espulsione del premier albanese Edi Rama (mentre nulla ha detto sull’accordo spagnolo tra Sanchez e i separatisti catalani premiati con l’amnistia). Critiche ingiuste, le definisce l’ex presidente del Parlamento europeo, “c’è persino chi l’ha definita una soluzione pericolosa ma è una soluzione umanitaria che si inserisce in un quadro condiviso tra gli Stati che hanno una posizione comune nel Mediterraneo”.

Lo sguardo di Roma sul Medio Oriente 

Mare Nostrum purtroppo non è solo sinonimo di flussi, ma anche teatro di una guerra, in cui l’Italia sta svolgendo un ruolo delicato alla voce assistenza e diplomazia. La liberazione degli ostaggi e la creazione dei corridoi umanitari sono due priorità su cui, assicura Tajani, il governo di Roma è concentratissimo, anche perché ostaggi liberi e corridoi umanitari “significa avere una tregua che duri qualche giorno per permettere alla popolazione civile di essere aiutata”.

In itinere c’è anche a costruzione dell’ospedale da campo “che noi siamo pronti a inviare nella Striscia di Gaza”, accanto alla nave-ospedale italiana Vulcano che è davanti a Cipro. Tutti sforzi indirizzati verso la popolazione civile “che non ha nulla a che vedere con i criminali di Hamas”, ha aggiunto.



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