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Da Gaza a Kyiv, massacri paralleli e spiragli di pace

Dal Medio Oriente al fronte della guerra fra Russia e Ucraina i conflitti paralleli che rischiano di destabilizzare la pace mondiale stanno entrando in una fase ancora più cruenta. L’analisi di Gianfranco D’Anna

Guerre allo specchio. Dal Medio Oriente all’Ucraina massacri e distruzioni non risparmiano civili, ospedali e infrastrutture. A Gaza gli israeliani hanno circondato quattro ospedali e fatto irruzione nel quartiere generale di Hamas a ridosso del centro ospedaliero di Al Shifa. Composto da “un’ampia infrastruttura sotterranea”, il quartier generale del gruppo terroristico – affermano i militari di Tel Aviv – era il cuore delle attività operative di Hamas ed é stato utilizzato per pianificare l’attacco del 7 ottobre scorso”.

Nel corso del blitz sono stati requisite molte armi, razzi, droni, mappe ed equipaggiamenti di comunicazione e trovati importanti documenti d’intelligence. Armi e numeroso materiale sono stati trovati anche in un raid negli uffici di Muhammad Sinwar, fratello del leader di Hamas nella Striscia, Yahya Sinwar. Ma l’esercito israeliano ha “un tempo limitato per dare la caccia ai terroristi islamici a Gaza, perché più durerà l’operazione e più aumenterà il rischio di un allargamento del conflitto” ha affermato un esponente dell’amministrazione Biden al New York Times. Confermando la linea della Casa Bianca, critica col premier Benjamin Netanyahu perché ignora tutti gli inviti a ridurre al minimo le vittime civili, il generale Charles Q. Brown, presidente dei capi di stato maggiore congiunti delle forze armate Usa, ha ammesso di essere “molto preoccupato” per la possibilità che ogni civile ucciso a Gaza possa favorire nuove affiliazioni ad Hamas e un aumento delle simpatie dell’opinione pubblica per quella parte in conflitto”.

La posizione degli Stati Uniti è stata ribadita da Antony Blinken: “Troppi palestinesi sono stati uccisi. Troppi hanno sofferto nelle ultime settimane” ha dichiarato alla Cnn il segretario di Stato, che ha aggiunto “che è essenziale fare tutto il possibile per prevenire che vengano colpiti i civili e per fare arrivare loro aiuti”. Mentre a Gaza infuriano i combattimenti e la caccia ai bunker sotterranei di Hamas, le forze di difesa israeliane seguono con attenzione, sul fronte libanese, le mosse degli Hezbollah che hanno richiamato circa 1.500 combattenti dal nord della Siria. Notizia che ha impresso un’accelerazione all’offensiva in corso nella striscia di Gaza, perché i vertici militari di Tel Aviv intendono eventualmente rischierare tutte le forze per fronteggiare la possibile offensiva dei miliziani filo-iraniani.

Dalla guerra in Medio Oriente a quella dell’Ucraina, dove il governo di Kyiv che ha annunciato a sorpresa di preparare un “vertice per la pace” che potrebbe tenersi a febbraio 2024. L’annuncio fatto da Igor Zhovkva, principale consigliere diplomatico del presidente Volodymyr Zelensky, afferma che l’Ucraina prevede un quarto incontro dei consiglieri per la sicurezza nazionale a fine novembre o inizio dicembre, mentre il vertice globale potrebbe svolgersi nel febbraio 2024 sul modello di quello svoltosi ad agosto in Arabia Saudita al quale, assieme a Brasile, Sud Africa, Indonesia e India ha preso parte anche la Cina. “Il summit – ha sottolineato Zhovkva – avrà sicuramente luogo, poiché segnerà l’inizio simbolico dell’attuazione pratica della ‘formula di pace’ ucraina e riassumerà i risultati che sono già stati raggiunti su questo percorso”.

Speranze di pace in parte contraddette dal segretario generale della Nato Jens Stoltemberg, che pur dicendosi fiducioso sui progressi delle forze armate ucraine nella lotta contro le truppe russe, in una intervista alla stampa tedesca ha avvertito che le guerre sono per loro natura imprevedibili e che ciò che accade attorno a un tavolo negoziale é indissolubilmente legato alla situazione sul campo di battaglia”. Campo di battaglia sul quale è intervenuto Andriy Yermak, capo di gabinetto del presidente Zelensky, che ha precisato: “Penso che nessuno sappia quando finirà la guerra. Potrebbe anche finire in modo improvviso ed é quello per cui lavoriamo. Ci sono vari fattori in gioco. Ma mi piacerebbe che succedesse il più presto possibile – ha affermato lo stretto collaboratore presidenziale di Kiev – e se facciamo il paragone con una corsa dei 100 metri, penso che ne abbiamo già percorsi 70. Ma questi ultimi 30 sono i più duri. E se pensi già di vincere, rischi di perdere”. A far pensare ad una svolta improvvisa è la frase sibillina “la guerra potrebbe anche finire in modo improvviso”. Un colpo di scena che molti attendono da Mosca.



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