Nel corso della sua audizione in commissione Difesa della Camera, il condirettore generale di Leonardo, Lorenzo Mariani, ha sottolineato opportunità e criticità del Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2023-2025. Bene le nuove risorse, con una crescita sostenuta nel comparto degli investimenti, che garantiscono il mantenimento dei programmi di punta. Attenzione però ai tempi e a non esagerare con l’acquisto di sistemi dall’estero
Industria e Forze armate devono essere sempre più un sistema finalizzato a soddisfare le necessità di difesa del Paese e anche ad avare un impatto positivo in termini di economici, di occupazione e di sviluppo tecnologico. Questo il tema centrale dell’intervento del condirettore generale di Leonardo, Lorenzo Mariani, fatto nel corso dell’audizione in commissione Difesa della Camera dei deputati nell’ambito dell’esame del Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2023-2025. “I contenuti del Documento – ha detto Mariani – sono del tutto coerenti con i nostri intenti strategici”. In particolare, il manager del gruppo di piazza Monte Grappa ha registrato con soddisfazione l’aumento di disponibilità di cassa di quasi il 50% rispetto ai Dpp precedenti “È un’ottima notizia, una presa di coscienza comune che i programmi che partono vanno avanti”. La preoccupazione, infatti, deriva dal fatto che negli anni passati si erano messi in discussione la continuazione di programmi già lanciati.
Il nuovo Dpp
Altro elemento positivo rimarcato da Mariani è la garanzia di stabilità per la programmazione dovuto alla pianificazione per tutto il periodo. Nei precedenti Dpp, infatti, dopo un incremento di risorse per il primo e il secondo anno, era mancata una pianificazione per il terzo. Nel 2022 questa mancanza aveva riguardato già il secondo anno. “Invece – ha detto il manager – in questo caso c’è un incremento di livello dagli otto miliardi che cresce fino a 8,7 nell’arco del triennio fino al 2025”. Più in generale, ha riscontrato il condirettore generale, il Dpp vede un incremento importante di finanziamento per quanto riguarda la funzione Difesa, che passa da 13,8 miliardi a 19,6. A interessare in particolare Mariani è, però, come questi fondi andranno spesi, tra personale, esercizio e investimenti, con piani precedenti “fortemente sbilanciati sul personale con un sottofinanziamento della parte investimento ed esercizio”. Con questo nuovo Dpp, invece, “l’esercizio aumenta del 50% e l’investimento aumenta quasi del 300%” raggiungendo quella ripartizione 50:25:25 nei tre settori auspicata da tempo.
Tempi, budget ed export
Ma oltre ai fondi è importante porre attenzione ai tempi nei quali approvare il Documento. Al suo interno, infatti, sono presenti anche i programmi di previsto avvio, per i quali c’è la possibilità di farli partire entro l’anno: “Se il documento arriva a giugno i programmi dell’anno partono – ha sottolineato Mariani – con il risultato che dall’anno successivo cominciano a fatturare e incassare”. Quando, invece, arriva a novembre “di fatto si perde un anno sul lancio dei nuovi programmi”. Per il manager, dunque, il Dpp dovrebbe servire “ad alimentare la legge di Bilancio; farlo in parallelo potrebbe creare anche qualche problema”. Una questione che si lega fortemente anche all’aspetto delle esportazioni. “Nel settore della difesa ci sono chiari segnali di una nuova stagione di consolidamento industriale a livello europeo” ha sottolineato Mariani, aggiungendo come, se l’Italia intende partecipare a questi nuovi trend da protagonista, sia necessario avere da parte una “dote di programmi industriali”.
Programmi aeronautici
Tra questi, spiccano in particolare i programmi aeronautici, sia in corso che futuri, che avranno e hanno bisogno di sforzi per essere avviati e mantenuti. Tra questi, Mariani ha citato come vitale per l’industria nazionale quello dell’Eurofighter: “Ci sono aree che senza l’Eurofighter avrebbero una crisi importante a livello industriale. È, inoltre, un sistema che ha dato soddisfazioni enormi all’estero”. Tra quelli futuri, invece, spicca ovviamente il sistema aereo di sesta generazione portato avanti da Italia, Regno Unito e Giappone, il Global combact air programme (Gcap). “I primi contratti già stanno fluendo e questo finanziamento ulteriore previsto dal dpp metterebbe al sicuro la prima fase di sviluppo del programma”, ha commentato Mariani, sottolineando come “nessuna delle tre Nazioni è in grado di farcela da sola, e quindi è importantissimo che venga finanziato ed importante dimostrare che possiamo essere paritetici”.
Equilibrio import-export
Tra le criticità ravvisate dal condirettore generale di Leonardo, tuttavia, spicca il fatto che ancora una quota consistente dei fondi è spesa all’estero. “Non c’è nulla di male nell’acquistare del materiale in particolare dagli Usa – ha detto Mariani – l’unica cosa è che con un’attenta pianificazione, associata a una politica industriale che oggi esiste, ci si può pensare prima e si può arrivare con qualche anno di anticipo a definire che serve qualcosa che oggi l’industria non ha”. Una soluzione proposta dal manager è quella di stabilire se l’industria nazionale sia in grado di sviluppare, e in che modi e tempi. Altrimenti se “non la possiamo sviluppare da soli, ma serve una collaborazione, si può andare a un ritorno di offset o si può anche arrivare a decidere di comprare all’estero”. Il punto ha però sottolineato Mariani, è che comprare all’estero “non si può pensare che non abbia conseguenze” fosse anche solo perché “le Forze armate si ritrovano un sistema che hanno difficoltà a manutenere”.