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Ecomondo, poche luci e molte ombre per la green economy italiana

Si alza il sipario sul salone internazionale dedicato alle tecnologie industriali e ai servizi per l’economia circolare, evento di riferimento per l’Europa e il bacino del Mediterraneo. Ma la strada da fare è ancora tanta

Ha aperto i battenti questa mattina, alla Fiera di Rimini, Ecomondo, il salone internazionale di Italian Exibition Group, dedicato alle tecnologie industriali e ai servizi per l’economia circolare, “ecosistema della transizione ecologica”, evento di riferimento per l’Europa e il bacino del Mediterraneo. Ad inaugurarlo il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin. A fare gli onori di casa il neo presidente di Ieg, Maurizio Ermeti, e il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.

“Il cambiamento climatico – ha detto Pichetto Fratin – è una sfida che il nostro Paese deve fronteggiare per abbattere le emissioni dei gas serra del 55% entro il 2030 e per raggiungere la neutralità climatica al 2050. Obiettivi da raggiungere attraverso un nuovo modello di consumo e di produzione, che vede tutti, governo e categorie produttive, impegnate a trovare il punto di equilibrio tra la necessità di raggiungere l’obiettivo finale e l’economicità degli interventi da mettere in campo. La nostra sfida è la de carbonizzazione a partire dall’automotive, passando per fabbricati più efficienti fino ad un’agricoltura più efficiente. Il nostro Paese è primo in Europa per il riciclo. La sfida per il futuro sarà proprio quella di recuperare dai rifiuti i minerali critici. Questa fiera è importante per accompagnare la transizione ecologica che può essere raggiunta con la tecnologia”.

“La nostra Regione – ha aggiunto Bonaccini – ha già superato il 73% di raccolta differenziata e manda in discarica meno del 2%. Abbiano approvato una legge che ci ha permesso di tagliare 25 mila ettari di suolo che si era già deciso di consumare. Mi auguro che questo governo riesca ad approvare un legge nazionale che contrasti il consumo di suolo. Come commissario del rigassificatore di Ravenna garantisco che sarà realizzato entro due anni e porterà enormi vantaggi a tutto il Paese. L’Emilia Romagna diventerà la principale “data valley” europea. A Bologna nascerà il centro per le previsioni meteo di tutti i 27 Paesi Ue e verrà istituita una delle poche università delle Nazioni Unite al mondo per lo studio dei cambiamenti climatici e l’applicazione dell’intelligenza artificiale”.

Una quattro giorni, dal 7 all’11 novembre, durante i quali si parlerà e ci si confronterà sulle tematiche più attuali della transizione ecologica, dalla valorizzazione dei rifiuti alla rigenerazione dei suoli e degli ecosistemi agro-forestali e alimentari, dall’energia da biomasse all’uso dei rifiuti come materie prime seconde, dal ciclo integrato dell’acqua alla tutela dei mari e del loro ambiente, dalla blue economy ai veicoli ecologici. Ci saranno i “progetti faro” per l’economia circolare finanziati dal ministero dell’Ambiente, il Raee District sulle tecnologie per riciclare i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche e il Paper District per la raccolta e il riciclo di carta e cartone. E ancora le smart city e il settore del tessile, con la moda sostenibile in primo piano.

Come ha ricordato il presidente di Italian exibition group Ermeti, “Ecomondo non è più soltanto una fiera, è un ecosistema di imprese, istituzioni ed esperti di settore il cui lavoro congiunto ha contribuito per un quarto di secolo allo sviluppo sostenibile del nostro Paese. La storia di questa manifestazione nasce dall’intuizione di due persone eccezionali. Il ministro dell’Ambiente Edo Ronchi nel 1997 con u n decreto cambia il paradigma della gestione dei rifiuti: da problema a opportunità. E il nostro compianto presidente Lorenzo Cagnoni che nello stesso anno inaugura la fiera Ricicla, oggi Ecomondo. In sua memoria IEG ha voluto istituire un premio per le imprese a più alto tasso di innovazione”.

Lo stato di salute della green economy nel nostro Paese registra difficoltà e ritardi. La decarbonizzazione non rispetta i nuovi target europei. Le emissioni di gas serra sono aumentate. L’energia rinnovabile e diminuita e non è al passo con gli obiettivi europei. E’ diminuito il tasso di utilizzo della materia. Siamo al diciannovesimo posto in Unione europea per le aree protette terrestri. Solo il riciclo dei rifiuti rimane ad un buon livello. E’ questa la fotografia dell’Italia che ci viene offerta dalla Relazione sullo Stato della Green economy, presentata nella giornata di apertura di Ecomondo, dedicata quest’anno a L’economia di domani: una green economy de carbonizzata, circolare e rigenerativa.

“Un maggiore impegno nelle misure per la transizione ecologica all’economia di domani – ha detto Ronchi, presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile presentando il rapporto – potrebbe contribuire in modo decisivo al rilancio dell’economia italiana, a promuovere innovazioni e investimenti. Dalle semplificazioni ad un quadro normativo più certo per la decarbonizzazione, da una riduzione dei costi energetici con un più forte sviluppo delle fonti rinnovabili, da un rafforzamento della circolarità della nostra economia potremmo promuovere il rilancio dell’economia italiana che, senza nuove prospettive, rischia di entrare in una fase di preoccupante stagnazione”.

Nel dettaglio, per quanto riguarda le emissioni di gas serra dal 2015 al 2022 sono state ridotte solo del 4% e negli ultimi tre anni sono aumentate del 2%. Nel 2022 l’energia rinnovabile è diminuita dal 21% al 19% del fabbisogno, molto lontano dal target del 40% al 2030. Nello stesso anno sono stati installati soltanto 3 GW di nuovi impianti per rinnovabili elettriche, ben distanti dal 10/12 GW annui di nuove rinnovabili che servirebbero per metterci al passo con l’Europa e in ritardo rispetto agli altri Paesi europei: la Francia nel 2022 ha installato 5GW, la Polonia 6 , la Spagna 9 e la Germania 11. Nei trasporti sono aumentati di circa il 5% i consumi energetici e le emissioni di gas serra.
Nell’economia circolare siamo ancora tra i primi in Europa. La percentuale del riciclo dei rifiuti è arrivata al 72% a fronte di una media europea del 58%. Il tasso di riutilizzo di materia proveniente dal riciclo ha superato il 18%, anche se si segnalano, nel 2023 “rilevanti difficoltà nel mercato di alcune materie prime seconde, in particolare di quelle plastiche”.

Nonostante il nostro Paese sia ricco di biodiversità, tuteliamo poco più del 21% del nostro territorio e il 7% del nostro mare, valori inferiore alla media Ue del 26,4% e del 12%. Il rapporto ha evidenziato uno stato di “conservazione sfavorevole” del 54% della flora, del 53% della fauna e dell’89% degli habitat terrestri tutelati. Per quanto riguarda la mobilità, infine, siamo ancora lontani dagli standard degli altri Paesi dell’Unione: il tasso di motorizzazione è cresciuto a 683 auto ogni mille abitanti, quelle a benzina e diesel rappresentano ancora l’86% del totale! Le auto elettriche immatricolate al 30 giugno di quest’anno sono 32 mila in tutto, 8 mila circa in più rispetto allo stesso periodo del 2022, valori ancora molto bassi rispetto al resto d’Europa.

Eppure, secondo l’ultimo rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia, “le azioni chiave necessarie per ridurre le emissioni fino al 2030 sono ampiamente conosciute e nella maggior parte dei casi molto convenienti”. L’attuazione in Italia del pacchetto europeo “Fit for 55” per la de carbonizzazione al 2030 comporterebbe, in 10 anni, “maggiori costi cumulati di 136 miliardi di euro generando un aumento del valore aggiunto di ben 689 miliardi e un risparmio di costi, per il solo settore energia, di ben 66 miliardi”. Per quanto riguarda l’economia circolare, inoltre, l’Italia potrebbe risparmiare, al 2030, “82 miliardi e mezzo di materiali importati, aumentare di 4 miliardi il valore delle attività del riciclo dei rifiuti e di ridurre i costi dello smaltimento in discarica di 7,3 miliardi”.

Per ridurre i costi e aumentare i vantaggi economici dell’economia di domani realmente de carbonizzata, circolare e rigenerative sono state avanzate undici proposte semplificare i tempi per le autorizzazioni; approvare una legge per il clima; approvare una legge per la tutela del suolo; attuare una riforma della fiscalità in senso ecologico; accelerare la produzione di energia da fonti rinnovabili; introdurre un sistema efficace di incentivazione per l’efficienza energetica degli edifici; potenziare la circolarità di produzioni e consumi; rafforzare le imprese per la transizione ecologica; aumentare la quantità e migliorare la qualità del lavoro; migliorare l’accesso ai finanziamenti; aumentar la spesa per la ricerca e l’innovazione.


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