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Logistica, porti e 5G. L’Europa è “vulnerabile” alla Cina. Report Usa

Rapporto del Congresso americano: la presenza diffusa nelle infrastrutture critiche offre a Pechino il modo di esercitare pressione economica sul Vecchio continente

La Cina sta ampliando la sua capacità di coercizione nei confronti dell’Europa sfruttando gli investimenti in infrastrutture critiche, come reti logistiche, porti e 5G. Quello arrivato da Washington non è un avvertimento nuovo. Ma il fatto che sia contenuto nella relazione annuale della commissione parlamentare Stati Uniti-Cina diffusa alla vigilia dell’incontro tra il presidente Joe Biden e il leader cinese Xi Jinping è un particolare non di poco conto visto il tentativo delle due superpotenze di far tornare la competizione su binari di stabilità e prevedibilità.

Le aziende cinesi di logistica si stanno espandendo nelle reti di trasporto europee per capitalizzare il mercato europeo dell’e-commerce in piena espansione e per muoversi al di fuori dell’economia interna cinese che rallenta, si legge nel rapporto. Cainiao, società del colosso Alibaba, ha aumentato significativamente la sua presenza nell’Unione europea espandendo le reti di trasporto aereo e di autotrasporto, costruendo un hub regionale in Belgio e stabilendo una partnership con la tedesca Dhl.

Anche gli investimenti cinesi nei porti europei sono aumentati, visto che la Cina cerca di espandere il traffico commerciale via mare in linea con il suo crescente potere economico e la sua influenza nell’ambito della Belt and Road Initiative. A ta proposito vengono citati due colossi statali – Cosco e China Merchants Group – che detengono quote consistenti in quattro dei cinque porti europei più trafficati e una piattaforma – Logink – di gestione dati logistici che, venduta a basso prezzo (anche in Italia) consente al Partito comunista cinese di sfruttare colli di bottiglia ma anche tracciare carichi militari su navi commerciali.

Infine, ci sono le telecomunicazioni, in particolare il 5G. “Paesi come l’Austria, la Germania, l’Italia, la Polonia, il Portogallo e la Spagna hanno continuato ad acquistare grandi quantità di apparecchiature 5G di produzione cinese nonostante gli sforzi dell’Unione europea e dei Paesi europei per limitare la presenza di Huawei e Zte (aziende accusate da Washington di spionaggio per conto di Pechino, ndr) nelle loro reti”.

Per questo, l’Europa è “vulnerabile” a tentativi di coercizione economica attraverso le infrastrutture critiche da parte della Cina e ciò “ha un impatto indiretto sugli Stati Uniti, che dipendono anche dalle reti logistiche europee per l’approvvigionamento e la consegna di merci dall’Europa e da altri partner commerciali”, si legge ancora nel rapporto. Tra la raccomandazioni al Congresso c’è quella di impegnare il Pentagono a coordinarsi con i partner europei per proteggere la logistica americana da Logink, tra l’altro individuando i porti Nato che utilizzano la piattaforma cinese o ne valutano l’adozione.

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