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Così governo e Ania combattono le catastrofi naturali

L’introduzione dell’obbligatorietà della polizza assicurativa anticatastrofi per le imprese dopo tanti anni di tentativi finiti male con governi di diversi orientamenti oggi arriva per merito dal governo Meloni come una vera innovazione in Italia, applicando il principio della mutualità, secondo il quale più soggetti verseranno premi, più basso diventerà il costo della polizza. La riflessione di Riccardo Pedrizzi

La legge di bilancio all’art. 24 del ddl, prevede che le imprese italiane devono obbligatoriamente stipulare entro il 31 dicembre 2024 contratti assicurativi a copertura dei danni alle immobilizzazioni materiali procurati da calamità naturali ed eventi catastrofali verificatasi sul territorio nazionale, pena sanzioni amministrative pecuniarie che vanno da 200.000 a 1.000.000 di euro. Dal loro canto le compagnie di assicurazioni del ramo dovranno dotarsi di un prodotto conforme al ddl.

Le imprese quindi con sede legale in Italia o con stabile organizzazione in Italia, iscritte nel Registro delle imprese, saranno tenute a stipulare polizze assicurative a copertura dei danni alle proprie immobilizzazioni naturali. Dell’inadempimento dell’obbligo di assicurazione di cui al comma 1 si tiene conto nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere sul bilancio dello Stato, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali. Le imprese di assicurazione possono offrire tale copertura sia assumendo direttamente l’intero rischio sia in coassicurazione sia in forma consortile mediante una pluralità di imprese”. I rischi inoltre saranno assunti in partenariato pubblico/privato e la copertura del mercato assicurativo privato è coperto, come detto, dalla Sace come riassicuratore di ultime istanze per il 50% degli indennizzi.

In pratica il provvedimento è la dimostrazione che il mondo assicurativo ha risposto positivamente all’appello lanciato dal ministro Adolfo Urso, in occasione  dell’ultima assemblea dell’Ania (l’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici), che aveva sollecitato tutte le assicurazioni a fare sistema con il governo per la copertura dei cosiddetti rischi catastrofali. Nel corso del suo intervento il ministro aveva preannunciato che “il governo vuole incentivare la sottoscrizione di polizze contro le catastrofi naturali” e quindi, spiegando che si trattava di una misura importante per le piccole imprese, che “serve anche ad incentivare chi non l’abbia mai fatto ad assicurarsi contro questi rischi”.

Questo tema, peraltro, è stato da sempre all’attenzione dell’Ania e della sua presidente, Maria Bianca Farina, già dal suo insediamento al suo primo mandato. La presidente aveva ricordato, nel corso dell’ultima Assemblea dell’Ania, che il 95% dei Comuni è a rischio frane, alluvioni o erosioni costiere, che nel 2023 ci sono stati già 122 eventi estremi, che solo il 5% delle abitazioni e il 7% delle imprese hanno una polizza contro le catastrofi su oltre 35 milioni di unità abitative, che il 44,2% è coperta da un’assicurazione contro gli incendi, ma appena il 5,3% ha una protezione contro le calamità naturali. Inoltre la Farina aveva precisato che “La quota danni assicurati in Italia non supera oggi il 14% del totale” ponendo il nostro Paese al 29simo posto su 39 nel “Resilience Index” di Swiss Re”.

L’Italia è un Paese esposto in modo rilevante alle calamità naturali: secondo anche le stime di Ania: il 78% delle abitazioni è esposto a un rischio medio-alto o alto di terremoto o alluvione. Tra i Paesi europei, l’Italia è infatti uno di quelli maggiormente colpiti dai rischi naturali, con ca. 140Mld€ di danni cumulati negli ultimi 40 anni, dovuti principalmente a eventi sismici (ca. 90Mld€ di danni nel periodo). Anche la frequenza degli eventi naturali è in aumento (+40% degli eventi catastrofali gravi negli ultimi 30 anni).

Secondo l’Ania attraverso un’indagine svolta in collaborazione con Gfk, risulterebbe che, più di due terzi del campione sarebbe disposto a stipulare una copertura assicurativa a condizioni di aver costi contenuti e risarcimenti liquidati entro pochi mesi. L’Ania sostiene da tempo, infatti, che il Paese ha l’esigenza e la responsabilità di realizzare un sistema strutturato di gestione ex ante dei rischi catastrofali.

Questa posizione è stata riconfermata dalla presidente nel corso della sua audizione presso le Commissioni congiunte 5a (Bilancio) del Senato della Repubblica e la V (Bilancio, Tesoro e Programmazione) della Camera dei Deputati, sull’atto Senato “Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026”. “Erano ormai molti anni che l’industria assicurativa italiana chiedeva di arrivare a definire una partnership pubblico-privato in materia di rischi calamitosi”, ha detto Maria Bianca Farina . “Esprimiamo quindi un convinto apprezzamento per l’iniziativa, che ha l’ambizioso obiettivo di ridurre il gap di protezione assicurativa, gap in Italia molto superiore a quello. Sempre con lo stesso obiettivo, auspichiamo che possa essere prevista, in un futuro ravvicinato, un’estensione anche alle persone fisiche di istituti che favoriscano una maggiore mutualità dei rischi relativi alle abitazioni”, anche se “la norma in questione presenta numerose criticità”, per cui è opportuno che “la legge definisca – assieme con l’esposizione massima delle obbligazioni della Sace (fissata per i primi tre anni in 5 miliardi all’anno) – anche le modalità di determinazione dell’esposizione massima del settore privato. Va perciò fissata anche l’esposizione massima del settore privato, a maggior ragione dato che è previsto l’obbligo a contrarre per le compagnie di assicurazione”. Andrà, quindi, specificato come verrà gestito un danno che superi il complesso delle esposizioni massime del settore pubblico e del settore privato, ha richiesto la presidente dell’Ania.

L’introduzione dell’obbligatorietà della polizza assicurativa anticatastrofi dopo tanti anni di tentativi finiti male con governi di diversi orientamenti oggi perciò arriva per merito dal governo Meloni come una vera innovazione in Italia, applicando il principio della mutualità, secondo il quale più soggetti verseranno premi, più basso diventerà il costo della polizza.

Per questo va salutato con grande soddisfazione anche perché può rappresentare solo l’inizio di un percorso virtuoso che interessi anche tutti gli altri soggetti, persone fisiche e famiglie, proprietari di immobili.



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